FUZZ ORCHESTRA
Fuzz Orchestra
- Wallace Records / Bar La Muerte - 2007
La colonna sonora di un film non ancora scritto? No: la colonna sonora postuma e non allineata di alcuni periodi della storia d'Italia del '900 realmente accaduti e tramandati dai libri e dai saggi di storia contemporanea. Ecco la sperimentazione che dunque non troverete nei cinema, ma che oggi potete portarvi comodamente a casa vostra, grazie alla scelta popolare della band di far scaricare addirittura gratuitamente il cd in questione a questo indirizzo. Trio post rock composto da Andrea Ciffo, fratello del più noto Dario, alla chitarra e alla voce, Marco Mazzoldi alla batteria e Fabio "Fiè" Ferrario alle essenziali manipolazioni analogiche, la Fuzz Orchestra illustra attraverso suoni, musiche e voci le otto tracce del proprio esordio discografico abbracciando un periodo che corre dalla resistenza antifascista della Seconda Guerra Mondiale agli anni bui del terrorismo tricolore a cavallo tra gli anni '70 e '80. Alla prima sono facilmente ascrivibili gli oltre sei minuti della poderosa Il Potere in cui compaiono, inglobati nel magma di note e rumori, tanto numerose voci di partigiani e combattenti superstiti recuperati da filmati d'archivio quanto le parole dello stesso Mussolini in uno dei suoi tanti discorsi propagandistici dell'epoca. Alla seconda, dopo la parentesi palpitante di Omissis, appartiene invece l'esplicativa Agosto 80, drammatica pagina sonora della strage di Bologna avvenuta alle 10:25 del 2 agosto di quell'anno presso la stazione ferroviaria del capoluogo emiliano e qui rievocata attraverso suoni concitati, disturbati e disperati uniti a più asettici stralci dei giornale radio dell'epoca a loro volta intrecciati con telefonate di rivendicazione e smentite ad opera delle Brigate Rosse. Senza soluzione di continuità ci ritroviamo ad affrontare quindi la sferragliante macchina rumoristica de La Bestia, inquietante accozzaglia di frustrazioni e deliri presto superati da Noscosmic, e la marziale Lili Marlene, depauperata rivisitazione di una certa malinconica grandeur della prima metà del Novecento e ora semplice spunto evocativo per la descrizione totalmente emozionale di un campo di battaglia ancora carico di morte e devastazione in cui pare addirittura di visualizzare davanti ai propri occhi i maleodoaranti cadaveri dei soldati in putrefazione abbandonati a cielo aperto. Un tentativo di fuga da quella realtà per gli sconfitti è affidata a Transport in cui un altro treno ora sbuffa sulle rotaie e corre senza mèta verso il Nulla. La conclusiva Eclisse Fuzz è l'unico brano realmente "cantato" da Ciffo seppur attraverso ulteriori filtri e raffiche noise che impediscono una lettura pulita dello stesso. In definitiva quello che si percepisce al termine di quest'opera prima è uno schiaffo assestato al buio, solo a tratti anacronistico e forse, anche per questo motivo, senza tempo. Una lezione di storia sui generis. Per guardarci dentro, allo specchio. Per non dimenticare.
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