THE VISIBLE SPECTRUM
Cyber Society
- Tannen Records - 2011
Francesco Beltramini e Tiziano Zattera hanno unito le loro forze. Glaciali landscapes sonori, umorali sinfonie elettroniche, suoni sintetici. Un incubo. Un sogno. Visionario. Concreto. Le parole stanno a zero. Il viaggio è mentale. È l'immaginazione del duo a dettare le regole di ingaggio per l'ascolto. All'ascoltatore viene concessa una sola illusoria scappatoia: adeguarsi. Non c'è possibilità di intervento esterno infatti in Another World. Le macchine hanno il sopravvento. E si respira desolazione blu dalle parti di C12H17N2O4P, allucinogeno composto da requiem eterno che in un baleno cambia però le carte in tavola. Con martellante disagio, la tecnologia applicata alla musica dal duo italiano partorisce un tanto inquietante quanto sontuoso Free Tibet. Tentare la fuga tra le frequenze e i megahertz di questa originale avventura mistico-ambient pare quasi semplice quando si avvicinano le sonorità verosimilmente più calde de Il Primo Volo. Ma è pia illusione. Già la seconda sezione del brano pare stabilire che la fuga, o un suo ventilato progetto, sia in realtà unicamente apparente e anch'essa frutto di una costruzione mentale. Per nulla consolatoria. Addirittura ciclica. Dunque, senza possibilità di avanzamento. Intrappolati come in un incubo gelatinoso nel preludio della Sinfonia che segue, intravediamo di scorcio migliaia di finestrelle che potrebbero aprirci gli occhi su nuovi mondi paralleli, cristallizzati dal crescendo jazzato, a suo modo decadente, della sua seconda e conclusiva parte. Il downtempo manifestatosi fin qui in tutto l'album raggiunge il suo climax all'interno di una avventurosa composizione virata al free jazz quale risulta essere Trismegisto, ma cede ben presto il passo al drum'n'bass ipnotico del singolo Hermes. Il pellegrinaggio in questa landa desolata, terra di nessuno, tutta ripiegata su se stessa, è un continuo susseguirsi di spazi vuoti in cui sono le soluzioni sonore a irradiarsi e ad espandersi, regalando continuo stupore alle orecchie di noi viandanti. C'è tutto il tempo per una meditazione contemplativa. Inspiriamo ossigeno. Brevemente. Musicogeny è definitiva summa di trip hop, dubstep, electro, ambient, chill out: tutto si fonde, si propaga, si riflette, senza dispersione. Soffia un vento proveniente da nord. Tentiamo di tenere lontano il freddo e le radiazioni. Infine, solo ora, rialzando gli occhi e guardando l'orizzonte, vediamo sorgere rapidamente un enorme sole di giallo pallido che si staglia alto nel cielo incolore, in questa ennesima, algida, mattinata post atomica. Aprile 2031.
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