GRANDE NAZIONE
Litfiba
- Sony Music - 2012
Che il rientro sulle scene dovesse passare per forza di cose attraverso un live album era mossa prevedibile e sostanzialmente corretta dopo il decennio di incomprensioni tra Piero Pelù e Ghigo Renzulli. Ma il risultato, il doppio STATO LIBERO DI LITFIBA, aveva fatto storcere il naso a più di una persona. Sgomberiamo il campo dai dubbi: non c'entrano i due inediti, onesti seppur non memorabili, né tantomeno la scelta delle canzoni proposte, indiscutibilmente potenti, granitiche e funzionali ad una rentrée in grande stile, quanto per il semplice fatto che i Litfiba censurati su disco ancora non si erano sentiti neppure durante i presunti anni di oblìo. Insomma, giusto capire le esigenze di una casa discografica, major o indie che sia, ma bagnare il tanto atteso ritorno del duo fiorentino, accompagnato dall'ormai storico Daniele Bagni in sinergia con Pino Fidanza e Federico Sagona, con i più anonimi dei "bip" è l'antitesi del rock. Un anno e mezzo dopo, oliati nuovamente i meccanismi anche in sala di registrazione, ecco comparire all'orizzonte i confini di GRANDE NAZIONE, l'album che ha l'onere di ripartire là dove le prove soliste di Pelù (il sottovalutato FENOMENI) e di Renzulli (ESSERE O SEMBRARE, sempre e comunque col moniker Litfiba) avevano segnato il passo, ognuno a suo modo. Il primo assalto è portato dalla monolitica Squalo, singolo prescelto per farsi largo nella marea di nuove uscite discografiche targate 2012, dall'incedere volutamente quadrato e compatto, in cui sugli ormai classici riff renzulliani ricompare la voce del Pelù più sarcastico e, disse una volta Mina, "cinghialone". Questa compattezza di esecuzione, di interpretazione e più in generale di intenti è la peculiarità che caratterizza il cd. Esplode nell'adrenalinica Fiesta Tosta, scorre fluida nella contagiosa follia hard rock di Anarcoide, torna con urgenza nell'ottima title track che vede il cameo, sebbene non accreditato, di Antonio Aiazzi nelle note introduttive di tastiere. Splendida la camaleontica Brado, attitudine punk e venature tex mex filtrate da un pizzico di elettronica, in ultimo shakerate con la necessaria violenza per ottenere l'incendiario heavy cocktail finale. Descritto dal duo fiorentino come un disco d'amore nei riguardi dello Stivale anche nei momenti più accesi, GRANDE NAZIONE rivela un lato maggiormente intimo, seppur sempre sostenuto, nell'ampio respiro di Elettrica, a cui avremmo tolto certe derive moderniste presenti purtroppo pure in Tutti Buoni, e nella riflessiva La Mia Valigia, semi ballad in cui la Stratocaster di Renzulli torna protagonista in un pezzo d'atmosfera sulla scia della storica Woda-Woda. Pelù affronta qui il tema del viaggio, da sempre momento di distacco da realtà consolidate, ma al contempo occasione per cambiamenti e novità; le stesse celebrate in Tra Te E Me, lettera aperta da Piero a Ghigo, quasi a sancire pubblicamente la ritrovata unità artistica. Interessante l'esperimento della liquida Luna Dark, forse il brano più pop del lotto, ma innervato da uno strato di chitarre a garantire robustezza e sognante carica rock. Vista la lunga attesa l'acquisto della deluxe edition è quasi obbligatorio; la bonus track qui contenuta insieme ad un booklet di 36 pagine, è il commento sonoro a Pivano Blues - Sulla Strada Di Nanda, lavoro cinematografico contenente Dimmi Dei Nazi, sorta di evocativa suite composta in omaggio alla scrittrice Fernanda Pivano scomparsa nell'agosto del 2009 e amica del frontman dei Litfiba. Non ci si aspetti un brano progressive imbevuto di 70's, non è nelle loro corde; semplicemente, negli oltre sei minuti pubblicati sensibilità e passione viaggiano ribelli, di pari passo, su strade polverose e arroventate dal sole, per un blues visionario, di frontiera. Un disco caldo, tirato e di rapida assimilazione: un album che galvanizzerà pubblico ed esecutori in sede live. Da consumarsi preferibilmente nei prossimi dodici mesi.
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