domenica 8 gennaio 2012

MASKS

MASKS
Mingle
- Tannen Records - 2012

È un malinconico pianoforte ad aprire il secondo album di Mingle, al secolo Andrea Gastaldello, già chitarra e appunto piano per i veronesi De Curtis ed eterno appassionato di musica sperimentale nonché elettronica. Eppure  a colpire l'ascoltatore sono i rimandi classici di Three Tired Trees, evidenti, innegabili e anzi, scheletro portante su cui poggia un brano ugualmente imbevuto di elettronica tanto quanto lo sono di rugiada le foglie delle piante sul far del giorno. Un giorno di pallido sole autunnale, presto avvolto dal grigiore delle nubi portatrici di nuova pioggia come evidenzia lo stillicidio inarrestabile di Sept Song. Quelle stesse gocce che bagnano e rigano i volti; quelle stesse gocce che restano per qualche istante sul pavimento mentre proviamo ad evadere dalla camera iperbarica nella quale abbiamo tentato di riossigenarsi dopo una intensa giornata di lavoro (Cubical). Tempi lenti quelli per l'ascolto di questo MASKS, ma di innegabile fascino e umorale palpitazione. La mente corre a esperimenti sonori intrapresi nel recente passato da Trent Reznor in collaborazione con Atticus Ross e sotto la supervisione di Alan Moulder. Sempre al moniker Nine Inch Nails appartengono infatti le eteree ombre dello strumentale GHOSTS I-IV che qualcuno ricorderà muoversi multiformi e sintetiche lungo la durata di ben due cd. Là Reznor affermava si trattasse del risultato di un lavoro compiuto a partire da una prospettiva estremamente visuale, tentando di dare vita a luoghi e scenari della mente con suono e struttura, quasi si trattasse di una autentica "colonna sonora per sogni ad occhi aperti". In questo caso invece Mingle riduce, anzi circoscrive addirittura i punti di osservazione e, appoggiandosi ad Eraldo Bernocchi parimenti a quanto fatto da Reznor con Moulder, focalizza la sua attenzione partendo dalle sensazioni evocate dal precedente lavoro MOVEMENTS, concependo un viaggio del tutto introspettivo, fortemente malinconico, ripiegato su sé stesso, dove anche la natura circostante è avversa o, nella migliore delle ipotesi, del tutto indifferente. Si prendano ad esempio Sun Part 1 e la speculare Sun Part 3: una unica statica landa desolata attraversa, ricoprendolo, il cuore dell'ascoltatore, impersonale e meccanica, asettica e opaca. La mente corre verso ricordi di vite già vissute altrove (There's Only Ten Left). Sospesi nell'infinito per tutto un Monday Morning sprofondiamo nel subconscio con l'eccessivo trip hop di X_S e con il stevereichiano movimento di precisione scaturito da Nur il cui ticchettio è conto alla rovescia in vista della conclusiva B_W, lotta/commistione fra tasti bianchi e tasti neri prima del silenzio finale. Time Is Passing Over. Le città invisibili dell'Io interiore vengono edificate quindi sgretolate. Non-music che ingloba Aphex Twin e Massive Attack, Brian Eno ed Art Of Noise, KID A e AMNESIAC, li destruttura ulteriormente, ne conserva l'essenza algida e la ingloba nelle visioni interiori del suo autore. Questo è MASKS; con Mingle che, spirito affine al Thom York  più intimo, trova una via personale, ma altrettanto universale per scomparire completamente dal tessuto sociale, con consapevolezza e colta accettazione.

Nessun commento:

Posta un commento