venerdì 5 ottobre 2012

ARMI
Alessandro Grazian
- Ghost Records - 2012

Finalmente è arrivato. Il terzo album di Alessandro Grazian vede la luce in un temperato venerdì di inizio ottobre dopo una attesa lunga addirittura quattro anni da quell'INDOSSAI, ricercato lavoro, colto e raffinato, che ne aveva già consacrato le indiscusse doti cantautorali su una più ampia scala di genere dopo il compiaciuto noviziato di CADUTO. Non era bastato il complementare ep L'ABITO, né l'essersi cimentato in altre discipline artistiche ad ingannare questa trepidante attesa. Dopo una colonna sonora finita addirittura in concorso al Festival del Cinema di Cannes per il cortometraggio L'Estate Che Non Viene del regista Pasquale Marino, al termine di un percorso pittorico culminato in una manciata di personali, Grazian, tra una sempre più volutamente sporadica apparizione live e qualche ospitata su dischi e compilation altrui, riordina le idee chiudendosi in sala di incisione per quella che, secondo gli intenti e le dichiarazioni dello stesso autore, potrebbe avere il sapore di una svolta rock. E se dovessimo prestare credito ad Armi, frenetico ed arrabbiato singolo dalla speziatura punk scelto per annunciare il ritorno discografico del Nostro, non avremmo difficoltà a credere ad una rivoluzione copernicana vera e propria ("meglio, è molto meglio, più che un buon consiglio, un bel falò"). Pure la scelta di condensare in soli otto episodi il nuovo corso sa di ferrea presa di posizione sull'attuale orientamento musicale intrapreso, andando a porre l'accento sulla predisposizione a giocare questa volta all'attacco, alzando, se necessario, i volumi e la voce. Anche a mo' di sberleffo; compatta rivendicazione di indipendenza e autonomia decisionale dai giochi di potere legati al mercato discografico. Una molotov incendiaria insomma, ma, ricordando l'esperienza del primo Ruggeri, ancora con tanto champagne! Sì, perché la furia rock della title track e la carica epilettica dell'arrabbiato elettrotango in levare Non Devi Essere Poetico Mai, cantato come se i CCCP-Fedeli alla Linea non si fossero mai sciolti, vengono controbilanciate dalle sognanti atmosfere de Il Mattino e dalle progressioni Seventies della delicata Helene, ricettacoli di atmosferici synth capaci di disegnare scenari una volta appannaggio di viole e violini. Pochi ospiti; praticamente il solo Leziero Rescigno con il quale Grazian, trovata la giusta intesa artistica, suona e produce l'intero album. Già presentata a pochi eletti oltre un anno fa in sede live, Soltanto Io fa ora bella mostra di sé regalando momenti di psichedelia pop nascosta tra le pieghe di sonorità liquide e lunari. Torna l'attitudine al canto ferrettiano nelle strofe dell'ottima Nonchalance mentre la preghiera laica di Estate non recide completamente il cordone ombelicale delle passate produzioni, andando a recuperare in parte le atmosfere care a Diteci Che Siamo Sani. Alla cinematografica ed esortante Se Tocca A Te, con il suo tremolo di chitarre desertiche à-la Santa Sangre, spetta infine il compito di chiudere il lotto. Da sempre artista colto e raffinato, Alessandro Grazian veste ora i panni di esteta cosmopolita e metropolitano; certo, non barricadero e rivoluzionario tout court, ma capace di pungolare innanzitutto sé stesso per stimolare opportune reazioni all'esterno. Un'urgenza sempre più pressante; una necessità sempre meno procrastinabile.
 
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