MONNA LISA STORE
Flowers
- Aka Fruit Records - 2012
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For Anytime. Scelta quantomeno insolita quella di promuovere il proprio album di debutto con l'ultimo pezzo presente in scaletta. Il giovane e spensierato trio piacentino dei Flowers parte dunque dalle fondamenta di questa scorrevole e assai godibile opera prima per fornirci le giuste coordinate della band. L'aria che si respira nell'accogliente e fornitissimo MONNA LISA STORE è calda e familiare; proviene direttamente da Oltremanica. Alex, Mel e Steve ne sono rimasti affascinati, hanno raccolto giusto il necessario per la trasferta in terra d'Albione e si sono lasciati trasportare dagli eventi. Da Fiorenzuola d'Arda a Londra in meno di due ore. Con tanto di soggiorno e visite ludico-culturali nelle varie contee inglesi per approfondire il modus vivendi del luogo. Magari dopo una piacevole, quanto opportuna, tappa in qualche ruspante pub di campagna. Presto il trio entra così in contatto con una realtà dinamica, ricca di spunti e intuizioni che richiedono con urgenza di essere messi in musica. Amanti delle sonorità rock sfornate dal Regno Unito senza soluzione di continuità a partire dalla fine dei Sixties fino a metà dei 90's, e aggiornate ai giorni nostri grazie a formazioni quali Editors, Arctic Monkeys e Kooks, i Flowers non si lasciano sfuggire l'opportunità di sfoderare grinta ed entusiasmo attraverso una decina di schegge guitar-oriented realmente incisive, capaci di segnalarsi per la freschezza, ma soprattutto per una concreta efficacia realizzativa, che permette loro di evitare brillantemente il rischio incipiente di una anonima caduta nella spirale modaiola del vintage rock. Bignami del rock anglosassone dunque, brani come la mancata hit radiofonica Lily, la cameratesca Four In A Row e la trasognante Let Me avrebbero potuto far la fortuna del canzoniere di Supergrass e Blur, così come Ocean Colour Scene e Placebo sono numi tutelari rispettivamente per il Country Shop di Andy MacFarlane, in libera uscita dai Rock'n'Roll Kamikazes, e l'androgina Easy To Do Hard To Explain. La più articolata Heart Of Life, con tanto di colto richiamo al De Profundis di Oscar Wilde e la presenza di Paolo "Apollo" Negri all'hammond, si rivela più oscura del previsto, garantendo tuttavia sulle capacità di evoluzione del trio italiano in ambiti appunto meno festaioli e più riflessivi. Il tastierista dei Link Quartet si ritaglia ulteriore spazio nell'adrenalinica It's Gonna Be All Right, segnalandosi come perfetto contraltare alle rasoiate per Les Paul dell'infuocato finale 70's, mentre Just Another Song viaggia spedita sui dancefloor di alternative rock come piace a noi. Ultima dose di energia il rock'n'roll di Free My Mind. Come fare per mantenere questo standard qualitativo anche dal vivo? Intanto, ecco il contribuito di un quarto Flower, Mark, arruolato alle tastiere; seconda di poi, l'indispensabile risposta di pubblico, capace di regalare la giusta grinta in uno scambio di energia d'altri tempi. Incrociamo le dita affinché tutte le promesse vengano mantenute. E Monna Lisa torni con loro in Italia.
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