04-11-2012
- SCARLETT JANE live @ Trapani -
Pavia (PV)
Condizioni meteo decisamente autunnali per questa prima domenica di novembre, con rovesci d'acqua annunciati lungo tutta la prima parte di giornata e una pioggerellina fine e penetrante verso sera. Non certo la miglior accoglienza climatica per le brillanti Scarlett Jane, duo composto dalle affascinanti cittadine del mondo Andrea Ramolo e Cindy Doir al primo tour europeo congiunto della loro carriera. Direttamente dal Canada; a due passi dall'ascoltatore. With (bluegrass) love and (folk) passion. Con un paio di nomination, tra cui quella di miglior artista emergente dell'anno, agli imminenti Canadian Folk Music Awards che si terranno dal 15 al 17 novembre nel New Brunswick, le giovani scommesse del cantautorato della foglia d'acero approdano lungo le sponde del Ticino dopo aver letteralmente infiammato le provincie di Brescia, Como e Genova, offrendo sempre un set di qualità e briosa verve in cui le armonie vocali di Andrea e Cindy ben si sposano con il caldo songwriting proposto e offerto nel loro debut album STRANGER. Ubicato nel quartiere Mirabello, Trapani è invece un pub-trattoria dalla trentennale esperienza nella ristorazione che negli ultimi anni ha fortemente voluto aprirsi alla musica "in una atmosfera calda e amichevole in cui è possibile degustare le specialità del posto e incontrare gli artisti più interessanti." Anche oggi non si fa eccezione. A sorpresa l'orario di questi incontri, veri e propri concerti che esaltano la dimensione unplugged e garantiscono una buona tenuta elettrica, viene mantenuto costante, salvo rare eccezioni, alle 18:30. La sala è la stessa usata per i pranzi e per le cene, adiacente al bancone e con una dozzina abbondante di tavoli, tutti prenotati, in un ambiente rustico e familiare; la mossa si rivela vincente giacché anche questa sera i risultati, per oste e musicisti, non tardano ad arrivare.
Di nero vestite e con un sorriso smagliante dispensato a destra e a sinistra, le Scarlett Jane avanzano sicure e anche un po' divertite tra gli applausi di un pubblico eterogeneo in attesa dello show. Si spengono le luci. Inforcate le due chitarre acustiche, Gibson per la Ramolo, una "canadesissima" René Roy mancina per la Doire, l'attacco della serata è affidato alla malinconica The One I Love Is Gone di Bill Monroe. Le qualità del duo vengono subito messe in luce attraverso l'ottima amalgama vocale, che si rivelerà punto di forza negli oltre novanta minuti di concerto, supportata da una accorata interpretazione in perfetta simbiosi con una presenza scenica invidiabile. Grazie ad un ottimo italiano, inframezzato da qualche concessione all'inglese, che rivela le origini molisane di Andrea, e con un pizzico di cadenza transalpina che non guasta mai nella pronuncia francese di Cindy, il contatto con il pubblico pavese non si limita ad un semplice monologo di routine, ma è occasione per un continuo scambio di battute e qualche siparietto divertente. I volumi sono forse un poco bassi, ma considerando lo spazio raccolto nel quale si esibiscono sono pure quelli giusti: non una sbavatura o una nota fuori posto lungo tutta la sempre più calda serata. Una catchy Wild Fire (che in questi tempi vi accoglierà ogniqualvolta aprirete il sito www.scarlettjane.com) e la sofferta, ma ariosa Aching Heart, scritta da Andrea al termine di una travagliata relazione con un suo ex fidanzato, sono i primi estratti da STRANGER.
Se da un lato, grazie alla misurata produzione di Stew Crookes, il primo lavoro delle ragazze dell'Ontario, in itinere, ha saputo far esprimere al meglio una full band di anche otto elementi, dall'altro, a registrazioni completate, è stato in grado di aggregare una decina di episodi estremamente validi, capaci infatti di reggersi autonomamente sulle proprie melodie e con l'ausilio delle sole chitarre acustiche, supporto quasi naturale per le voci delle sue autrici. Per emozionare spesso basta poco; Ride On, anche conosciuta nella sua stesura originaria come Ain't No Gold, celebra, ci ricorda la Doire, la vita dura ai tempi del post boom economico generato dalla corsa all'oro tra Yukon e Klondike, quando l'esaurimento dei filoni auriferi avrebbe lasciato in eredità autentiche città fantasma laddove prima commercio e traffici mercantili garantivano ricchezza e prosperità. Spetta alla Ramolo, titolare di una carriera solista con all'attivo già due album, prendere nuovamente la parola per introdurre Just You, accattivante composizione d'amore rock proveniente dal suo THE SHADOWS AND THE CRACKS uscito solo un anno fa. Di contro, la sua collega Doire, addirittura al terzo album solista, ci omaggia con una intensa Ciao Ciao Chéri, prima canzone da lei scritta in francese per il suo debutto discografico del 2007, LA VIE EN BLUE. Applausi a scena aperta. Spazio alle cover con la Nancy Sinatra di Bang Bang (My Baby Shot Me Down), qui riarrangiata in maniera sinuosa e suadente, e con una Greenville, in origine eseguita da Lucinda Williams ed Emmylou Harris, che è all'origine del riuscito sodalizio tra le due artiste canadesi. "...this one's for fun!" Il tributo a Loretta Lynn con la blueseggiante Have Mercy è il preambolo per l'annunciata chiusura di primo set. Poi pausa. Caffé. Sigaretta. Chiacchiere. Comunque pausa. Come a teatro.
Di nero vestite e con un sorriso smagliante dispensato a destra e a sinistra, le Scarlett Jane avanzano sicure e anche un po' divertite tra gli applausi di un pubblico eterogeneo in attesa dello show. Si spengono le luci. Inforcate le due chitarre acustiche, Gibson per la Ramolo, una "canadesissima" René Roy mancina per la Doire, l'attacco della serata è affidato alla malinconica The One I Love Is Gone di Bill Monroe. Le qualità del duo vengono subito messe in luce attraverso l'ottima amalgama vocale, che si rivelerà punto di forza negli oltre novanta minuti di concerto, supportata da una accorata interpretazione in perfetta simbiosi con una presenza scenica invidiabile. Grazie ad un ottimo italiano, inframezzato da qualche concessione all'inglese, che rivela le origini molisane di Andrea, e con un pizzico di cadenza transalpina che non guasta mai nella pronuncia francese di Cindy, il contatto con il pubblico pavese non si limita ad un semplice monologo di routine, ma è occasione per un continuo scambio di battute e qualche siparietto divertente. I volumi sono forse un poco bassi, ma considerando lo spazio raccolto nel quale si esibiscono sono pure quelli giusti: non una sbavatura o una nota fuori posto lungo tutta la sempre più calda serata. Una catchy Wild Fire (che in questi tempi vi accoglierà ogniqualvolta aprirete il sito www.scarlettjane.com) e la sofferta, ma ariosa Aching Heart, scritta da Andrea al termine di una travagliata relazione con un suo ex fidanzato, sono i primi estratti da STRANGER.
Se da un lato, grazie alla misurata produzione di Stew Crookes, il primo lavoro delle ragazze dell'Ontario, in itinere, ha saputo far esprimere al meglio una full band di anche otto elementi, dall'altro, a registrazioni completate, è stato in grado di aggregare una decina di episodi estremamente validi, capaci infatti di reggersi autonomamente sulle proprie melodie e con l'ausilio delle sole chitarre acustiche, supporto quasi naturale per le voci delle sue autrici. Per emozionare spesso basta poco; Ride On, anche conosciuta nella sua stesura originaria come Ain't No Gold, celebra, ci ricorda la Doire, la vita dura ai tempi del post boom economico generato dalla corsa all'oro tra Yukon e Klondike, quando l'esaurimento dei filoni auriferi avrebbe lasciato in eredità autentiche città fantasma laddove prima commercio e traffici mercantili garantivano ricchezza e prosperità. Spetta alla Ramolo, titolare di una carriera solista con all'attivo già due album, prendere nuovamente la parola per introdurre Just You, accattivante composizione d'amore rock proveniente dal suo THE SHADOWS AND THE CRACKS uscito solo un anno fa. Di contro, la sua collega Doire, addirittura al terzo album solista, ci omaggia con una intensa Ciao Ciao Chéri, prima canzone da lei scritta in francese per il suo debutto discografico del 2007, LA VIE EN BLUE. Applausi a scena aperta. Spazio alle cover con la Nancy Sinatra di Bang Bang (My Baby Shot Me Down), qui riarrangiata in maniera sinuosa e suadente, e con una Greenville, in origine eseguita da Lucinda Williams ed Emmylou Harris, che è all'origine del riuscito sodalizio tra le due artiste canadesi. "...this one's for fun!" Il tributo a Loretta Lynn con la blueseggiante Have Mercy è il preambolo per l'annunciata chiusura di primo set. Poi pausa. Caffé. Sigaretta. Chiacchiere. Comunque pausa. Come a teatro.
Al rientro in sala è una cupa versione unplugged di Down By The Water dei Decemberists a ipnotizzare tutti quanti mentre le stagioni della vita passano velocemente. "Facciamo qualcosa di difficile... In italiano, sì? Ieri sera l'abbiamo sbagliata, ma la proviamo ancora oggi per voi." L'inattesa Ma Che Freddo Fa a due voci è accolta con calore ed euforia. La premiata ditta Ramolo-Doire trasfigura l'evergreen della nostra Nada Malanima in una brillante alternative folk song, restituendole uno charme stradaiolo andato perduto. O forse addirittura mai posseduto. La prossima è "una canzone che abbiamo scritto per mia madre che ha perduto suo marito, mio papà, quindici anni fa. Questa canzone è un po' triste, ma si chiama "bella", Beautiful... Per me." Il pubblico viene rapito da questa amara ballad sulle resposabilità che la vita a volte riserva e segue con quella naturale curiosità di chi ascolta i pezzi per la prima volta. Quella stessa curiosità che accompagna il successivo racconto di Andrea: "Stasera qua c'è una amica con cui ho frequentato la scuola secondaria in Canada. Tania! Lei adesso abita a Pavia per lavoro e vuole che suoniamo la prossima canzone. Questa canzone è molto vecchia e non ricordiamo bene le parole. Ma proviamo; proviamo per te, solamente per te, Tania! È una bella canzone... Si chiama Thank You For The Ride." Dal primo album solista della Ramolo ecco una nuova canzone d'amore in cui l'apporto della Doire è per la prima volta concentrato quasi esclusivamente sui cori.
Cindy guadagna la ribalta poco dopo con una composizione tratta dal suo STICKS AND MUD: "La prossima è la canzone più vecchia delle Scarlett Jane, di quando eravamo ancora solamente due artiste soliste. Si chiama Mama's Last Song." "Per le mamme!" aggiunge Andrea; poi in coro, rivolte entrambe alla storica proprietaria del Trapani "Per Meri, questa canzone è per te!". Torna Lucinda Williams attraverso la rivisitazione della ritmata Can't Let Go quindi è il turno degli ultimi fuochi tratti da STRANGER. In rapida successione ecco dunque la carica dirompente di I'm Gone ("una canzone che ho scritto on the road... Sometimes it gets so lonely... Ma non con le Scarlett Jane!!"), la straordinaria e spettrale Burning Up, che non avrebbe difficoltà a trovar spazio in un ipotetico sequel del pluripremiato RAISING SAND di Robert Plant e Alison Krauss, e il country più tradizionalmente noto immortalato nelle immagini di Can't Come Back. Applausi a scena aperta una volta ancora. Giunge così il momento dei saluti per le tatuate musiciste canadesi. Ma c'è ancora tempo-spazio-voglia per un ultimo bis. A cappella. Con la classica Mercedes Benz l'omaggio è sì rivolto, come è naturale che sia, a Janis Joplin, ma a ben guardare è pure la perfetta chiusura per una esibizione davvero ben fatta, sempre in crescendo, con le voci delle Scarlett Jane, più squillante e argentina quella della Doire, maggiormente roca e "sporca" quella della Ramolo, per l'occasione all'unisono su un must del rock internazionale. Guadagnato l'accompagnamento del pubblico la serata volge al termine. Restano sorrisi, fotografie, chiacchiere e autografi. E l'impressione estremamente favorevole sulle capacità artistiche delle giovani canadesi. Ottimo lavoro ragazze. Pavia si ricorderà di voi. A questo punto non resta che attendere le prossime mosse.
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