OPERA
Zeus!
- Tannen Records/Offset Records/Santeria - 2013
Interrogato sulla produzione di OPERA, secondo album per i Zeus! del terremotante duo Cavina-Mongardi, il buon Tommaso Colliva si espresse così: " (...) L'ho fatto in quattro giorni di registrazione e quattro di mix, punto. E a me piace tantissimo." Come dargli torto? Con titoli come Lucy In The Sky With King Diamond (fotonico sferragliamento noise thereminizzato da Vincenzo Vasi), Giorgio Gaslini Is Our Tom Araya (monolitica sfuriata heavy finto-satanista in competizione con Tom Araya Is Our Elvis degli Zu) e Blast But Not Liszt (hard psichedelico dalle accellerate grind) se non altro la curiosità è d'obbligo e non può che stuzzicare la fantasia anche dell'ascoltatore più distratto che abbia quantomeno un minimo di conoscenza di quel resistente e sempre in fermento panorama musicale che è il metal. Salvo poi trovarsi catapultati in un girone infernale ancora più estremo e drammatico. Una claustrofobica mezz'ora di suono bianco partorita dalla audace creatività di due "saltimbanchi del male" dediti alla propria realizzazione artistica e a fornirsi l'ennesimo valido pretesto per poter andare/tornare/restare in tour; questo è il deciso (e colto) passo in avanti compiuto dai due barbuti musicisti, successivo all'omonimo esordio rilasciato nel 2010. Libero da qualunque vincolo artistico o economico Zeus! scaglia la sua incontenibile potenza per mezzo della fustigatrice ferocia de La Morte Young (per informazioni chiedere ai maestri della sperimentazione Glass e Reich via Nicola Ratti); riduce le distanze con noi mortali grazie ad un nuovo intervento di Vincenzo Vasi nella scala discendente della già classica Eroica (e attraverso le irruenze funamboliche di Set Panzer To Rock) mentre nel violento delirio hardcore di Sick And Destroy strappa il consenso all'influente eroe noise rock Justin Pearson, per l'etichetta del quale OPERA troverà infine distribuzione e mercato pure Oltreoceano. Atmosfere black care a Daniel Lloyd Davey e ai suoi Cradle of Filth irrompono veementi in Beelzebulb dopo le rutilanti battute death iniziali: qui, ormai è chiaro, non si fanno prigionieri. Eppure la vetta del cd, forse, viene toccata dalla metodica isteria collettiva di Bach To The Future, matematico bignami avant-post-core sperimentale redatto a suon di crudo prog-core e ridotto in salsa noise. Tocca infine al corrosivo assalto mortale al napalm di Decomposition N.!!! e alla fulminea progressione carica d'ambient di Grey Cerebration completare l'opera di distrazione di massa. Grimaldello di intricata e aggressiva brutalità, OPERA possiede tutti i crismi per innovare e mostrare una nuova via alla musica estrema contemporanea. C'è solo da andare fieri se si pensa che questa è stata partorita in Italia. Al solito, un lavoro "non buono...: ottimo." Perché Giove non ha solo cagato fuori Minerva da un'emicrania.
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