IL NOME DI LEI - EP
Il Nome di Lei
- autoproduzione - 2014
Cinque canzoni diluite in soli sedici minuti. Così si presentano i rinnovati Il Nome di Lei dopo l'abbandono del chitarrista Marco Moro e il cambio di ragione sociale stampato in bella evidenza sulla copertina di questo secondo - omonimo - ep che succede al precedente ANECOICI rilasciato sotto il moniker Ehrenaim. La band milanese si presenta oggi come irrequieto power trio con il compito di correggere attraverso i nuovi brani le ingenuità di fondo manifestate in passato e stupendo al tempo stesso per l'inatteso cambio di rotta sonoro che IL NOME DI LEI rivela fin dalle prime note. Abbandonate le distorte spigolosità noise dell'esordio è un pop rock di facile ascolto, fruibile e già ampiamente sfruttato da Modà e Negramaro nelle puntate meno irruenti del loro repertorio, a prendere il sopravvento seppur con una leggera venatura di oscurità - come l'opener Ancora Non Ti Arrendi mette ben in evidenza tra suoni sintetici e linee melodiche piane, per nulla sfacciate - che non guasta mai, quasi a sottolineare l'esistenza di mondi (e ascolti) diversi rispetto al groove fluido prodotto e arrangiato da Stefano Clessi, deus ex machina per il nuovo corso. Chitarra, basso, batteria. Una tastiera. Marco Sambinello, Alex Favaro e Samuele Botter scelgono di ripresentarsi senza troppi fronzoli, affidandosi ad un matematico 4/4 e plasmandosi sempre molto delicatamente, accordo dopo accordo, nota dopo nota. Le rotondità di una musica moderna che al giorno d'oggi va per la maggiore accentua senza dubbio il potenziale commerciale del trio meneghino; il lavoro è ben confezionato e in sala di incisione ci si è mossi in questa direzione anche in sede testuale. Non si sgomita per farsi notare oppure per conquistare uno spazio; semplicemente ci si sdraia con estrema rilassatezza sul selciato e ci si appropria di quella superficie di diritto, in modo molto naturale. La concisa Così Fragile è un mancata scheggia punk che qui viaggia piuttosto sulle stesse frequenze di Tiromancino e Niccolò Fabi come se la spensierata certezza di una idea si sgretolasse dinnanzi alle preoccupazioni e alle disillusioni del quotidiano. Piace la sospensione lunare di Crema, atipica sentimental song di matrice British che riporta alla mente i N.A.M.B. di Davide Tomat con synth e voce arpeggiata in bella vista. È l'amore la cosa più importante al mondo? Il testo di In Un Colpo ha il pregio di offrirsi a più letture, non ultima quella decisamente noir di un omicidio (mancato?) tra innamorati, lasciando così insoluta la questione. Spetta infine a Quell'Illusione chiudere il cd continuando l'indagine sul sentimento iniziata poco prima e perseguendo attraverso soluzioni musicali conservative una ricerca interiore che pare impellente e carica di aspettative. Tutto molto gradevole, ma troppo poco personale e con l'incognita live da rivedere dato che presumibilmente certe asprezze levigate in studio compariranno sul palco per necessità e naturale costruzione delle canzoni. Come rivedere una persona cara dopo tanto tempo e scoprirla uguale a quando l'avevamo lasciata. Del resto siamo tutti, chi più chi meno, alla ricerca di una identità; con le mani in tasca e i pensieri che si affastellano nella mente.
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