LA VIA DELLA SALUTE
Fedora Saura
- Pulver
& Asche Records - 2014
Chissà cosa avrebbe pensato Giorgio Gaber dopo aver ascoltato le prime note di Peso/Mondo (Della Civiltà Civetta), brano di apertura al secondo lavoro dei ticinesi Fedora Saura, ma soprattutto dopo aver udito la voce di Marko Miladinovic, frontman dell'ensemble svizzero, così ben scandita e naturalmente modulata sulle frequenze di quella dell'indimenticato cantautore e performer milanese?! Seppur rivestite da sonorità diversamente cantautoriali, pronte a sconfinare nel rock più teatrale, le corde vocali del cantautore elvetico sono la prima fra le tante note liete che colpiscono l'ascoltatore incamminatosi di buona lena su LA VIA DELLA SALUTE. Saremo pronti alla rivoluzione annunciata e rivendicata da più parti? Certo, ma, ammoniscono neanche troppo sarcastici i Fedora Saura, solo scontrino alla mano, pedine consapevolmente colpevoli - ben più di quello che si è soliti pensare - di un sistema più grande di noi, capace di viziarci e coccolarci fino a ridurci all'immobilità, all'inazione, alla schiavitù dell'intelletto. Nel loro teatro-canzone contaminato da punk, jazz e lontanissimi echi di rock balcanico non c'è posto dunque per le mezze misure o qualsiasi altra forma di compromesso. Per raggiungere l'obiettivo dobbiamo essere realisti e concreti come lo sono loro, affabulanti scardinatori della parola e visionari equilibristi musicali, slegati da qualunque vincolo che non sia quello della reciproca attenzione all'altro. Senza scadere nell'anarchia, ma senza neppure restare legati al palo di dogmi e verità incontrovertibili, ecco compiersi "un pellegrinaggio - razionalista - tracciato dall'esperienza nel quotidiano, (...) lungo itinerari e sentieri gelosamente conservati nella memoria" recuperati dall'oblio in cui si vorrebbero far cadere. Non ci si senta perciò vittime di ingiustizie: bugiardi in fin dei conti lo siamo tutti. Soddisfatti e pure indolenti. E se Soma Pneumatico riecheggia nel suo lento sviluppo la lezione dei CCCP-Fedeli Alla Linea, Tenete Buoni Quei Cani partendo dalla caducità del divenire umano, torna ad indagare con accento e lucidità gaberiane in maniera quasi epicurea il tema della morte e di una dimensione ultraterrena di cui ora non ci è dato sapere e su cui nulla si può dire. Mentre solitamente sono le chitarre ad occuparsi di tessere trame sghembe e serrate, negli oltre 17 minuti lungo cui si dipana la progressione emancipata di Ex Europa Samba I II III (Est Euroba Sampa Xigareta) è piuttosto il pianoforte di Claudio Büchler a dare il là ai movimenti più arditi delle tre sezione che la compongono. Nell'ultima di queste, la viziosa Bagatella, il soprano serbo Sandra Ranisavljevic è il contro(in)canto magrebino-arabeggiante che colora di antiche corrispondenze il decadimento morale e il malcostume di una certa politica italiana prima di lasciare posto alla conclusiva Continentale (Artista Visiva), legata a doppio mandato con la canzone che la precede. Sempre sul filo dell'involontaria provocazione e con una radicalità di pensiero non comune. Chi dalla musica cerca una passiva immediatezza non troverà nei Fedora Saura alcuno stimolo per la propria ovattata curiosità; certamente saprà rivolgersi altrove per continuare a stordirsi di metadone culturale. Chi, invece, vorrà mettersi in discussione una volta ancora con il proprio gusto innato all'apertura e al confronto beh, qua troverà pane per i suoi denti. Perché in fin dei conti fare il proprio dovere è una questione di principio che si fa per sé stessi e per la propria dignità. Non certo per il plauso finale.
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