Plunk Extend
- QB
Music - 2014
Sembra un ep. In realtà trattasi di album d'esordio. Nei suoi ventitré minuti di durata massima PRISMA ha l'arduo compito di descrivere ad un pubblico possibilmente più esteso di quello raggiunto con le precedenti pubblicazioni su breve distanza l'essenza dei Plunk Extend, quintetto milanese già artefice in passato di un variopinto (indie?) rock dalle sfumature piuttosto variegate quando non ancora incerte. Dopo gli anni dell'incoscienza e del disimpegno, dediti ad un suono di facile fruizione capace di spaziare su diversi fronti, il tentativo di seguire una direzione più compiuta dà il la ad una maturazione anche espressiva che già il precedente, ma frammentario, MARVELLOUS KALEIDOSCOPE ROLLERCOASTER aveva lasciato intravedere. Con la realizzazione ora del debut album i fratelli Cetrangolo, Daniele e Lorenzo, la sezione ritmica Montagna-Pontremoli e le chitarre elettriche di Andrea Tedesco tentano la carta della compattezza di intenti non priva di una naturale scomposizione sonora dovuta alle differenti radici di gusto e genere da cui ciascuno dei componenti proviene e ha nel suo bagaglio culturale. I cinque brani che costituiscono l'essenza di PRISMA sembrano riflettere così non solo alcune caratteristiche del dato colore preso in esame, ma proprio le dinamiche interne al cd e quelle più personali degli stessi musicisti, rappresentative di sé e del collettivo tutto. Se l'opener Blu è canzone sulla libertà della mente, sul potere della fantasia, sul valore del viaggio e vede testimonial ultimo il già citato vocalist Lorenzo Cetrangolo, il susseguirsi di Nero (il fratello Daniele), Bianco (Pontremoli), Rosso (Tedesco) e Verde (Montagna) cerca una unitarietà di fondo incapace di rinunciare a singoli impulsi, naturali deviazioni, immaginifici stimoli, muovendosi su un terreno mobile in costante equilibrio tra pop e psichedelia. Nessuna singola entità monocromatica sembra prevalere sulle altre, ma riflette di comune accordo tutti quei rifugi della memoria che via via affiorano tra le liriche delle canzoni, rispondendo ad una esigenza dell'anima che accomuna la band. Assecondando questa naturale propensione risulta più facile autodeterminarsi una identità solida da cui ripartire e sulla quale costruire nel prossimo futuro un racconto maggiormente articolato. Al momento ai giovani milanesi riesce piuttosto facile evocare in maniera libera contraddizioni e illuminazioni, bellezze e stordimenti dell'essere umano come se si trattasse di una porta d'ingresso su un mondo caleidoscopico che è dentro tutti noi e che da qualsivoglia prospettiva venga osservato si rivela essere ricerca infinita, rifratta e sensibile. L'auspicio è che il punto di partenza non sia punto di arrivo, ma puro slancio per un sequel in grado di toccare il generale partendo dal particolare. Una indicazione di massima che non rifugge mai imprevisto e visionarietà, ma semplicemente ne amplifica il messaggio e la durata temporale.
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