LA PRIMA VOLTA
Filippo Andreani
- autoproduzione - 2015
È un disco di passioni forti e di racconti sinceri questo atteso LA PRIMA VOLTA, ma è anche una carrellata di volti, di nomi, di esistenze e un crocevia di sinergie tra il suo autore Filippo Andreani e la storica band combat rock dei Linea, a loro volta affiancati da una manciata di ospiti prestigiosi che mettono la faccia e il cuore, uniti per una giusta causa: il recupero della memoria. Una memoria sociale, collettiva, di sostanza, che sappia guardare al passato non come malinconico ripiegamento su sé stessi e chiusura al mondo, ma come inesausta fonte di conoscenza, pozzo profondissimo di sapere da cui attingere a piene mani per ricordare come eravamo una volta e capire cosa siamo diventati oggi. Un libro aperto, a tutto campo, spalancato su pagine di vita privata alternate a momenti più leggeri, ma ugualmente sospesi tra una spiritualità laica e una fratellanza materica ben radicata. Che si parli di calcio o di Resistenza poco importa: non è il cosa, ma il come a fare la differenza. Stefano Borgonovo, Gigi Meroni, Adelmo Cervi, Gianni Brera, Angelo Tagliabue sono solo alcuni fra i protagonisti individuati da Andreani per raggiungere uno stato di consapevolezza che fughi ogni ostilità e si cimenti in una riappropriazione concreta della propria identità; qui tutto segue un filo rosso e il cantautore comasco decide addirittura di avvolgerlo attorno a sé, per non perderne il tracciato, ma soprattutto per testimoniarne con semplicità l'importanza. Anche il mezzo è secondario rispetto al fine. Rock (Veloce), reminiscenze punk, impianti combat folk (Che Ti Sia Lieve La Terra), ritmi in levare (Lettera Da Litaliano), nulla è più costante delle mutazioni; nel suo piccolo, un "collage sandinista", in grado se necessario di aprire a suoni più prettamente cantautorali (Tito, 20 Gennaio 2014) o di virare su terreni impervi e pietrosi (Il Prossimo Disco Dei Clash) quando la vita lo richiede. Ma se vi venisse domandato di indicare il vertice del cd una sola sarà la scelta possibile: Gigi Meroni non è soltanto uno splendido omaggio alla Farfalla Granata scritta e musicata a quattro con il geniale Luca Ghielmetti, ma la scoperta di quell'uomo che vorremmo essere un po' tutti e che in noi alberga, con l'entusiasmo del bambino, la consapevolezza dell'adulto, l'estrosità dell'artista, in grado di liberare l'adrenalina e scatenare l'entusiasmo prima di sfumare rapidamente nel mito. Una canzone di amore e morte, senza tempo e senza età, degna di ritagliarsi uno spazio nel pantheon della Musica per manifesta superiorità, in grado di offrire emozioni uniche per le quali la Sorte diventa solo una delle infinite variabili che si parano di fronte all'esistenza umana e che apre paradossalmente a nuove possibilità una volta affrontata. La summa di un album nato come esigenza personale, ma che in breve tempo ha saputo raggiungere e toccare corde segrete di più persone, esperienza comunitaria che chiede semplicemente di essere suonata davanti a quel pubblico popolare testimone di un cambiamento sociale, simbolico e radicale, sempre attuale. Come un pugno chiuso. Intento a reggere, custodire, proteggere.
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