Finalmente! Dopo il rinvio di una settimana causa maltempo, la penultima domenica di ottobre vede l'attuazione della giornata in favore del progetto sostenuto dall'associazione La Collina Degli Elfi dedita all'accoglienza e all'assistenza per bambini in recupero da malattie oncologiche.
In verità è Martino Corti, già supporting act del tour estivo dei Nomadi, ad aprire il pomeriggio con una manciata di brani che vengono graditi dai suoi fan assiepati sulla collinetta alla destra del palco. Invitato all'ultimo, il giovane cantautore milanese fa da apripista all'unica presenza femminile della giornata, quella Irene Fornaciari che oltre a presentare il suo ultimo singolo Messin' With My Head, duetta con Danilo su Il Mondo Piange, brano presentato al Festival di Sanremo dell'anno in corso dalla figlia di Zucchero con il supporto della band di Novellara. Ottima la prova vocale della giovane cantante che, seppur ricorrendo all'uso delle basi per entrambi i brani come precedentemente aveva fatto Corti, ruggisce decisa e brilla di suo grazie alla notevole estensione vocale donatale da Madre Natura.
La già citata presenza di Danilo sul palco permette di far immediatamente un rapido cambio palco per consentire ai restanti Radiolesa, capitanati dall'ottimo Valerio Mr.No Giambelli e completati dalla sezione ritmica affidata ad Adamo Bono e Gianluca Rosso, di salire sul palco.
La partenza è delle migliori con un classico del primo Joe Jackson venato di esplosioni punk: One More Time è il giusto inizio per dar una scossa al pubblico prima di carezzarlo con il mito Tom Petty e la sua I Won't Back Down. È subito tempo di un pezzo originale dei Radiolesa e la scelta ricade su Fino Alla Fine, brano dedicato alla memoria di Eluana Englaro e accolto dal sincero applauso delle circa trecento persone accorse nelle Langhe.
Le successive Save Tonight e Fiume Sand Creek, rispettivamente tormentone del 2001 di Eagle-Eye Cherry e brano simbolo del sodalizio De André-Bubola, hanno il compito di far cantare anche i meno avvezzi alle sonorità southern rock proposte nuovamente da Sacco con un trittico veramente forte composto da Country Gentleman di John Mellencamp, all'epoca della registrazione ancora nominalmente coguaro dell'Indiana, da Free Fallin' e da All The Wrong Reasons ancora cavalli di battaglia di Tom Petty.
L'atteso tributo a Bruce Springsteem è affidato alla celeberrima I'm On Fire tratta dal vendutissimo BORN IN THE U.S.A. e interpretata magistralmente dal quartetto piemontese.
Le successive Save Tonight e Fiume Sand Creek, rispettivamente tormentone del 2001 di Eagle-Eye Cherry e brano simbolo del sodalizio De André-Bubola, hanno il compito di far cantare anche i meno avvezzi alle sonorità southern rock proposte nuovamente da Sacco con un trittico veramente forte composto da Country Gentleman di John Mellencamp, all'epoca della registrazione ancora nominalmente coguaro dell'Indiana, da Free Fallin' e da All The Wrong Reasons ancora cavalli di battaglia di Tom Petty.
L'atteso tributo a Bruce Springsteem è affidato alla celeberrima I'm On Fire tratta dal vendutissimo BORN IN THE U.S.A. e interpretata magistralmente dal quartetto piemontese.
Poi, attenzione, attenzione...sorpresa!! Dopo tutte queste schitarrate di chiara matrice americana, chi si va ad omaggiare con l'inaspettata Chi Non La Pensa Come Noi??? George Brassens!! Chiaramente il meritato tributo va pure all'ottimo Alberto Patrucco che spinto dal suo amore per il grande chansonnier francese ha permesso a quanti non avevano ancora intercettato questo straordinario artista di venirne a contatto attraverso la sua appassionata e meticolosa traduzione.
E pure Danilo deve averci preso talmente tanto gusto se è vero come è vero che, accompagnato dall'acustica di Giambelli, si cimenta pure nella goliardica Don Giovanni. Canzoni che aprono la mente: così le definisce il vocalist di Agliano, e come dargli torto?! Il cerchio si chiude se pensiamo che lo stesso Patrucco, contattato telefonicamente da un astante, era in collegamento telefonico mentre cantante e chitarrista s'apprestavano a terminare l'esecuzione del brano.
Ancora Bubola, con Dove Scendono Le Strade, poi altri due brani propri, la già conosciuta Un Altro Me e la più recente L'Albero Di Giuda che valgono il prezzo del biglietto in attesa di un futuro cd; su quest'ultima canzone, dedicata dai Radiolesa alle tante, troppi morti sul lavoro, Mr.No si cimenta in un assolo di chitarra degno di nota come solo chi ha la Musica con la M maiuscola nel sangue è in grado di esprimere.
Poteva forse mancare un ulteriore tributo a Mr.Petty verso fine concerto? Certo che no, così You Wreck Me tratta dallo splendido WILDFLOWERS permette ad un incontenibile Danilo di scatenare la rabbia e l'energia in corpo. Il gran finale spetta all'attesissima Biko, anticipata da un discorso di Sacco sulla libertà in tutte le sue forme e che avrebbe fatto felice lo stesso Peter Gabriel, e alla classicissima Sweet Home Alabama, vero e proprio must del rock on the road che conserva intattata la sua innata carica e continua a sprigionare energia nonostante i quasi quarant'anni trascorsi dalla sua pubblicazione per merito dei Lynyrd Skynyrd.
Da qui, il passo alla jam session è breve.
Non c'è un attimo di tregua infatti, e mentre chitarra, basso e batteria dei Radiolesa scendono dal palco, ecco comparire l'affabile Cico Falzone che affiancando Danilo Sacco si appresta a sciorinare una manciata di classici dei Nomadi.
Scontata Cammina Cammina, il piatto forte si consuma con L'Eredità e le gucciniane Primavera Di Praga e Il Vecchio E Il Bambino. Ancora spazio alla voce di Martino Corti che raggiunge il solitario duo per Dove Si Va, quindi festa allargata a tutti i protagonisti di giornata, musicisti e non, con l'immancabile Io Vagabondo e i cori del pubblico protagonista al termine dell'esibizione di una pacifica invasione nel backstage per congratularsi con quanti hanno reso possibile questa giornata di solidarietà.
A quando il bis?
Andrea Barbaglia '10
n.b.: il seguente post è visibile pure a questo indirizzo:
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