GRAN MASTER MOGOL
Amari
- Riotmaker - 2005
Amari?!? Mai sentiti prima??? Non c'è problema, non siete gli unici: basterà semplicemente avere il buon gusto e la pazienza di ascoltare anche solo tre volte di fila la stupenda Bolognina Revolution e, tra un loop e un synth, pure voi avrete libero accesso al colorato e variegato mondo anni '80 degli Amari. Dal quale non riuscirete più a fuggire. Prodotto e promosso dalla piccola, ma battagliera Riotmaker con sede in Friuli, l'elettro-hip-rap-hop-funk-rock-alt-pop degli stregoni Dariella, Pasta e Cero è una ventata di novità e freschezza nel proliferante, ma al contempo asfittico panorama indie italiano. Ogni canzone "rischia" di essere il perfetto singolo scala classifiche; l'inaspettato asso pigliatutto messo in tavola dagli outsider di turno. E non a caso. Oltre all'opener di cui abbiam parlato poc'anzi, forti di liriche semplici, ma mai scontate, anzi combinate in un gioco ad incastro dai risultati formidabili, anche l'immediatezza di Conoscere Gente Sul Treno e la brillante ritmicità di Campo Minato sono luccicanti biglietti da visita supportati per di più da videoclip promozionali ad alto tasso di viralità, caratterizzati infatti da soluzioni semplici, ma assolutamente efficaci che ben si sposano con l'apparente leggerezza dei testi e delle musiche. Analizzando meglio tutto il cd, ci si accorgerà che gli uomini carsici hanno fatto però molto di più, riuscendo a sintetizzare al meglio ogni minima sollecitazione ricevuta dall'ambiente circostante. Pubblico e privato. Sociologiche, le immagini narrate nel testo di Tremendamenti Belli, dopo un'intro tra funk e dance con una gradita spruzzata di rock, regalano sfrontatezza e una apparente immobile accettazione della condizione sociale dei trentenni italiani. Il grande lavoro nella strumentale Un Altro Basso Di Polvere consente di svilupparsi in maniera più acida ed elettronica partendo dall'iniziale giro armonico preso in prestito da una nota canzone dei Righeira. La voce effettata di Love Management ammicca spudorata mentre Il Vento Del 15 Gennaio è talmente ruffiana da stamparsi in testa in modo pressoché definitivo. Rock contaminato ne La Prima Volta e sintetiche destrutturazioni funk per l'Arte Bruciante. Ancora due intermezzi strumentali con Staccaboh e Ho Trovato Il Cuore D'Oro poi tutti a caccia de L'Avvoltoio Delle 3, accattivante ritornello di melodica tranquillità tagliato dalle ritmiche hip hop delle strofe. In chiusura gli Amari (no, quello che canta non è Samuel dei Subsonica!?) ci avvertono di come, dopo aver scrutato per bene la volta celeste, Venere Non Torna e sia così necessario fare un ulteriore passo avanti. Restando in attesa. Dopo un buio sonoro di circa un minuto si fa strada infatti una eterea ghost track cantata in inglese quasi a volor anticipare scelte stilistiche che verranno abbracciate nei lavori a venire. Una domanda a questo punto sorge spontanea: qualcuno sa indicarci dove sia possibile acquistare la tessera del "club di chi ammira il cielo"?
Nessun commento:
Posta un commento