C'è un buco nel mio polmone! C'è un buco nel mio polmo-o-o-ne!! Senti le grida di questo vecchio cuore nero che urla dalla sua cavità? Le senti? Sì? Allora c'è solo una cosa da fare: andare! Andare e riempire questo buco dell'anima che forse non sanguina nemmeno più perché il nostro, di cuore nero, è diventato negli anni un grumo informe, insensibile al caos che ci gira intorno. Ma non è ancora insensibile a tutto. Romagnano Sesia è quasi una fermata di metropolitana rispetto a Milano, paese di provincia che vive a due passi dalla metropoli: i NoGuru ci sono già stati in altre vite separate e ora ci tornano insieme, con un nuovo compagno di viaggio.
Bruno Romani è pure il primo componente che vediamo all'interno del locale; vaga per i fatti suoi, stretto nel suo perfetto completo grigio, così lontano dalle nevrosi e dai suoni distorti della band con cui salirà di lì a poco sul palco. Xabier Iriondo è inconfondibile, sia sul palco, qualunque progetto stia accompagnando, sia nella sua veste di padre, e in compagnia di Valentina si prende così cura della sua piccola. Andrea Scaglia sta completando la scaletta e pare ripassare mentalmente più volte le parti vocali, rimuginando tra sé e sé brandelli di testo e poesia. Tribalex e il Briegel sono i più ciarlieri e si fermano a parlare spesso con i presenti che si sono avventurati a sentirli questa sera. Pochi per la verità, davvero pochi. Eppure questi pochi potranno dire: noi c'eravamo!
E c'eravamo quando viene dato Fuoco Ai Pescecani!! Come un fulmine a ciel sereno l'attacco del concerto è affidato al primo singolo dell'album e mentre anche noi ci ritroviamo in quella strana condizione, e ci aspettiamo che da un momento all'altro compaia il clown ghignante che turba gli incubi dei NoGuru, è già l'ora di Amore Mutuo, forse il brano più "melodico" dell'intera serata. Qualcuno per non avere il futuro rimorso di vivere con l'impressione di perdere l'occasione si mette lontano dalle luci blu e doppia la voce di Scaglia. Suoni spaziali escono dalla chitarra di Iriondo e il basso di Briegel riporta alla luce addirittura Army Of Me di Bjork!
Ancora effetti multipli dalla telecaster dell'(ex?) afterhoursiano; l'affiatamento tra la sua e la chitarra di Scaglia è buona e, nonostante l'assenza delle tastiere di Talia che difficilmente seguirà gli altri cinque in tour salvo sporadiche apparizioni, il sax di Romani è un ottimo collante tra le parti e addirittura perfetto solista nella fulminea Ieri È Un Altro Giorno, canzone attraverso la quale più che farci tormentare dai fantasmi diventiamo consapevoli di come questa volta non ci interessi scacciarli: se ne andranno e torneranno, ripetutamente, come hanno sempre fatto, per cui tanto vale darsi pena quando è da noi stessi che dovremmo salvarci.
La sbilenca Neve, del resto, ci ricorda di come da almeno un decennio si viva in uno stato di convalescenza completa e le successive Perle Ai Porci sono solo uno splendido intermezzo al flauto traverso dell'impeccabile Romani. Poi ancora rock: il drumming di Marcheschi è l'ottima base per le chitarre riffose di Non Mi Passa e Mare Divano con ulteriori scenari sonori direttamente dagli 80's rielaborati però dalla furia dei 90's. Anche in sede live Il Deserto Degli Dei è l'unico episodio riconducibile agli ultimi Ritmo Tribali, quelli dell'imperfetto BAHAMAS, ma già con Complicato la sensazione fin qui avuta di trovarci di fronte ad un combo nuovo a tutti gli effetti non viene fugata. E ci stiamo guardando allo specchio per cui sappiamo di essere nel giusto.
Gone Daddy Gone dei Violent Femmes è una scelta in linea con questa parte di concerto, dunque non ci sorprende che Scaglia e soci la scelgano per dare poi spazio alla Bassa Fedeltà che conclude la prima parte dello spettacolo e che dà ancora buona visibilità all'accoppiata Iriondo-Romani.
L'arpeggio a-là Alice in Chains del ritorno sul palco si schiude nell'intensa Tempo con il cantato di Scaglia che ci invita a dormire e riposare, ma gli incubi riaffiorano una volta ancora e un passato doloroso resta sempre lì a incancrenirsi nei nostri pensieri. Il post punk di Girl U Want, oltre ad essere l'omaggio ai Devo, è anche un raggio di luce che compare inaspettato intorno all'1:00 di notte. Bene, c'è ancora tempo per andare avanti e camminare? Sì, vero? Allora, col fiato sul collo, ma con le mani su, Cammino Con Le Mani In Alto! E pare di sentire il proposito che nelle menti di ogni singola persona affiora come un mantra mentre le note dello Shahi Baaja dell'Iriondo si diffondono nell'aria: cammino con le mani in alto, cammino con le mani in alto, cammino con le mani alto, cammino con le mani in alto, cammino con le mani in alto... E anche noi non possiamo fare diversamente e camminiamo con le mani in alto. Anzi meglio ancora: cammin(iam)o con le mani.
Andrea Barbaglia '10
n.b.: il seguente post è visibile pure a questo indirizzo: http://www.facebook.com/pages/NO-GURU/59531321012
Nessun commento:
Posta un commento