mercoledì 3 novembre 2010

FATALISTS
Hugo Race
- Gusstaff Records - 2010

Violino e contrabbasso non sempre sono prerogativa di scuole di canto e conservatori, con tutto il rispetto che tali istituzioni meritano. Possono altresì diventare l'ossatura di pregevoli operazioni rock se a coadiuvare tali elementi troviamo all'opera grandi fruitori e appassionati di suoni e tradizioni musicali come Hugo Race. Già a suo tempo tra i fondatori dei Bad Seeds di Nick Cave, l'artista australiano, da anni adottato dal Bel Paese, si discosta presto dal singer di Warracknabeal per intraprendere percorsi trasversali, spesso apparentemente agli antipodi tra loro, e sviluppati successivamente in ogni angolo del globo terracqueo calcato da piede umano. Questa volta, e a solamente sei mesi dall'uscita dello strepitoso secondo capitolo dei Dirtmusic in compagnia di Chris Eckman e Christopher Brokaw, è il turno di una commistione fra musicisti italiani, olandesi e, of course, australiani. Il risultato è l'affascinante FATALISTS, otto brani per un totale di poco più di mezz'ora di Musica che, accanto ai già citati violini, qui affidati a Vicki Brown, collaboratrice di lungo corso dei Calexico, e al contrabbasso di Erik Van Loo, spesso spalla nei live di Steve Wynn, vede completato l'organico sonoro da chitarre elettriche, curate dallo stesso Hugo e da Antonio Gramentieri, e da pelli, nella quasi totalità suonate dallo sperimentatore Diego Sapignoli. Call Her Name, Too Many Zeroes, Slow Fry, l'affascinante cover dei Mysteries Will You Wake Up, Coming Over, The Serpent Egg, Nightvision: le canzoni si susseguono rapidamente, senza soluzione di continuità, ricche di rimandi desertici, darkeggianti e onirici al contempo, con una fluidità e semplicità narrativa tali da non far sfigurare l'inserzione del traditional In The Pines, presente peraltro in quell'MTV UNPLUGGED IN NEW YORK di nirvaniana memoria, qui ancora più rallentato e oscuro. Fantasmi e notturne presenze umbratili affiorano in continuazione dai solchi del cd (consiglio comunque il sempreverde vinile per un ascolto ancora più "fruscioso" ed oscuro, al lume di candela, nel backdoor di una villetta di campagna, sul far della sera), ma l'esorcismo di Hugo e dei suoi Fatalists è sempre efficace al punto tale che la voce roca di questo cittadino del mondo, pur evocandoli, li tiene a bada, dissolvendoli fino a farli scomparire lentamente, lentamente, lentamente... All'orizzonte si profila già una nuova febbrile avventura sciamanica. Non abbiamo bisogno del medicine man; in Australia sanno il fatto loro.

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