Massimo Volume
- LA TEMPESTA - 2010
A volte ritornano. O forse, forse non se ne sono mai andate via completamente. Le parole, quelle parole sedimentate in tutti noi che abbiamo nelle nostre discoteche LUNGO I BORDI , DA QUI e CLUB PRIVÉ e in quanti, i più fortunati, hanno avuto l'accortezza e la lungimiranza di tenersi stretto fin dalla prima ora STANZE; ebbene, le parole non si sono mai totalmente esaurite in questi anni di apparente silenzio discografico dei Nostri. Come suonano dunque Emidio, Egle e Vittoria alla fine del primo decennio del nuovo millennio? Ancora a volume massimo, senza dubbio alcuno. E scelgono di omaggiare il mentore Fausto Rossi in Fausto, appassionato sfogo sonico, affilato come le chitarre dell'insostituibile Sommacal e della new entry Stefano Pilia che lo sorreggono, mentre l'incedere di Robert Lowell, con la sua narrazione autobiografica, prende a nume tutelare lo stesso padre della poesia confessionale americana. Equilibrio è la parola che meglio descrive questo nuovo capitolo della band. Equilibrio sonoro e testuale. Con molteplici dettagli e un'urgenza d'esserci, hic et nunc, forse mai così accentuata e sentita da queste parti. Via Vasco De Gama, che non sfigurerebbe in un disco de Il Teatro Degli Orrori, La Bellezza Violata con il sorriso che sapeva di terra bagnata, Le Nostre Ore Contate e le cattive abitudini quasi sempre appagate, sono lì a dimostrarlo. Litio poi è una corsa contro il tempo in cui il susseguirsi delle storie raccontate si pareggia con la quadratura macina-riff della musica in questi giorni inquieti. Mi Piacerebbe Ogni Tanto Averti Qui una richiesta intima e una riflessione dilatata, tanto immanente quanto senza tempo. Chissà cosa succederà a ciascuno di noi quando verrà esaudita. Ora godiamoci quanto il nostro futuro ormai passato ci ha concesso senza aver fretta di andarcene. Al resto penseremo poi, passeggiando assorti nei nostri ragionamenti per le strade di Coney Island.
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