6 dicembre 2003, Teatro Alfieri, Asti: è in questo scenario che nel giorno del suo 80esimo compleanno sale sul palco un monumento della Musica, quel Nicola Arigliano sempre al passo coi tempi perché mai di moda, evergreen per vocazione e per meriti sul campo, incapace fortunatamente di rinnovarsi perché senza tempo. La presentazione di Massimo Cotto già di per sé ben racchiude lo spirito con cui questo evento è venuto a maturare: non solo un concerto, non solo una celebrazione, non solo un festeggiamento: è un'esperienza musicale, come ci ricorda pure Franco Zanetti nelle note di copertina, un'emozione unica come quella che porta ancora nel cuore chi ha avuto, negli anni della maturità del Maestro, la ventura di assistere ad una sua eccezionale esibizione. Melodie italiane e internazionali si susseguono senza soluzione di continuità fin dall'inizio: Adagio Biagio è un'ottima intro anche per scaldare l'attento pubblico che, chiudendo gli occhi, ci pare di vedere rapito dalla verve del neo ottantenne, seguita da quell'altro classico italiano che è Quel Motivetto. Abat-Jour, peraltro ripresa a fine cd come bonus track, è il preambolo per un terzetto di brani sedimentati nella nostra memoria collettiva. Puntando l'accento sempre più sul ritmo che sulla melodia Arigliano sciorina così Il Pesce E L'Uccellino, Ho Un Sassolino Nella Scarpa (..ahi!) e la coloniale Ziki Paki Ziki Pu. Gli standard americani sono omaggiati con una affascinante e casablanchesca Black Coffee in cui compare un raffinato solo di sax di Gianni Basso e con uno dei classici provenienti dal repertorio di Cole Porter, quella Night And Day che, grazie anche agli espressivi intermezzi alla tromba di Enrico Rava, assume una valenza universale e cosmopolita. Autore anche di brani di successo Nicola pesca dal suo repertorio Così, non uno dei suoi brani più noti, ma sicuramente tra i più romantici e descrittivi (noi due soli con lei, la nostra melodia, gli altri lasciali perdere, non sanno più amare così) suscitando un applauso spontaneo e convinto quanto neanche la straordinaria È Quasi L'Alba riesce a garantirsi. Tante cose ancora troverò da raccontare a te: il valzer swingato di Sul Tram segue il jazz di Sono Tre Parole e la celeberrima 'E Spingole Francese dando risalto alle fisarmoniche di Gianni Coscia e Umberto Trinca. Ancora un tuffo negli Anni '30 con la divertente Lodovico, davvero un grande amico, e con lo standard Maramao, Perché Sei Morto, qui "recitato" dal crooner laziale e rallentato rispetto all'originale, ma ovviamente atteso e accolto da sorrisi di grande apprezzamento, sorte capitata anche all'altrettanto storica Il Pinguino Innamorato. Libera creatività in That Old Black Magic, momento di assoli un pò per tutte le all stars presenti sul palco e fedeli compagni di viaggio del Maestro, dal misurato Giampaolo Ascolese alla batteria, all'immancabile Elio Tatti dalla Lucchesìa a pizzicar il contrabbasso, passando per il pianoforte di Antonello Vannucchi. "Questa la facciamo insieme": il classico di Umberto Bindi Arrivederci è un altro trionfo, suggello finale di una serata memorabile, spensierata e colta, ahimé non più replicabile. Eppure qua c'è ancora un regalo. Un bonus cd di sette tracce che non avevano trovato posto sul precedente live album MY NAME IS PASQUALE! registrato al Teatro Fiamma di Terni nell'ottobre di un anno prima. Davvero mai fuori tempo. Coppola in testa e via: Go Man!!! Go Man!!!
venerdì 18 febbraio 2011
6 dicembre 2003, Teatro Alfieri, Asti: è in questo scenario che nel giorno del suo 80esimo compleanno sale sul palco un monumento della Musica, quel Nicola Arigliano sempre al passo coi tempi perché mai di moda, evergreen per vocazione e per meriti sul campo, incapace fortunatamente di rinnovarsi perché senza tempo. La presentazione di Massimo Cotto già di per sé ben racchiude lo spirito con cui questo evento è venuto a maturare: non solo un concerto, non solo una celebrazione, non solo un festeggiamento: è un'esperienza musicale, come ci ricorda pure Franco Zanetti nelle note di copertina, un'emozione unica come quella che porta ancora nel cuore chi ha avuto, negli anni della maturità del Maestro, la ventura di assistere ad una sua eccezionale esibizione. Melodie italiane e internazionali si susseguono senza soluzione di continuità fin dall'inizio: Adagio Biagio è un'ottima intro anche per scaldare l'attento pubblico che, chiudendo gli occhi, ci pare di vedere rapito dalla verve del neo ottantenne, seguita da quell'altro classico italiano che è Quel Motivetto. Abat-Jour, peraltro ripresa a fine cd come bonus track, è il preambolo per un terzetto di brani sedimentati nella nostra memoria collettiva. Puntando l'accento sempre più sul ritmo che sulla melodia Arigliano sciorina così Il Pesce E L'Uccellino, Ho Un Sassolino Nella Scarpa (..ahi!) e la coloniale Ziki Paki Ziki Pu. Gli standard americani sono omaggiati con una affascinante e casablanchesca Black Coffee in cui compare un raffinato solo di sax di Gianni Basso e con uno dei classici provenienti dal repertorio di Cole Porter, quella Night And Day che, grazie anche agli espressivi intermezzi alla tromba di Enrico Rava, assume una valenza universale e cosmopolita. Autore anche di brani di successo Nicola pesca dal suo repertorio Così, non uno dei suoi brani più noti, ma sicuramente tra i più romantici e descrittivi (noi due soli con lei, la nostra melodia, gli altri lasciali perdere, non sanno più amare così) suscitando un applauso spontaneo e convinto quanto neanche la straordinaria È Quasi L'Alba riesce a garantirsi. Tante cose ancora troverò da raccontare a te: il valzer swingato di Sul Tram segue il jazz di Sono Tre Parole e la celeberrima 'E Spingole Francese dando risalto alle fisarmoniche di Gianni Coscia e Umberto Trinca. Ancora un tuffo negli Anni '30 con la divertente Lodovico, davvero un grande amico, e con lo standard Maramao, Perché Sei Morto, qui "recitato" dal crooner laziale e rallentato rispetto all'originale, ma ovviamente atteso e accolto da sorrisi di grande apprezzamento, sorte capitata anche all'altrettanto storica Il Pinguino Innamorato. Libera creatività in That Old Black Magic, momento di assoli un pò per tutte le all stars presenti sul palco e fedeli compagni di viaggio del Maestro, dal misurato Giampaolo Ascolese alla batteria, all'immancabile Elio Tatti dalla Lucchesìa a pizzicar il contrabbasso, passando per il pianoforte di Antonello Vannucchi. "Questa la facciamo insieme": il classico di Umberto Bindi Arrivederci è un altro trionfo, suggello finale di una serata memorabile, spensierata e colta, ahimé non più replicabile. Eppure qua c'è ancora un regalo. Un bonus cd di sette tracce che non avevano trovato posto sul precedente live album MY NAME IS PASQUALE! registrato al Teatro Fiamma di Terni nell'ottobre di un anno prima. Davvero mai fuori tempo. Coppola in testa e via: Go Man!!! Go Man!!!
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