domenica 13 febbraio 2011

12-02-2011
- STEVE WYNN live @ Bloom -
Mezzago (MB)

È un'occasione unica quella di poter assistere in un club storico come il Bloom di Mezzago ad una tappa del tour solista in acustico di Steve Wynn, icona, pure lui storica e spesso di passaggio nel Bel Paese, di quel Paisley Underground sound a metà tra psichedelia e folk rock sviluppatosi negli U.S.A. di reaganiana memoria.

Ed è esattamente il versante folk rock quello più esplorato nella serata odierna, in un ambiente raccolto e trepidante per il cantautore losangelino nonostante la presenza annunciata degli Afterhours come backing band per una manciata di brani. Del resto sul palco compare come gradito ospite fin dal quarto brano Rodrigo D'Erasmo, già session man occasionale per Wynn da qualche anno e ottimo sostituto dell'insostituibile Dario Ciffo nella band di Manuel Agnelli dalla seconda metà del 2008.

Ma procediamo con ordine: uno Steve Wynn armato di sola chitarra acustica si presenta sul palco eseguendo in perfetta solitudine uno standard di Blind Lemon Jefferson come See That My Grave Is Kept Clean, orecchiabile e scorrevole anche in questa versione stripped down, molto più vicina al suo spirito primigenio che nella versione presente su GHOST STORIES dei The Dream Syndicate. "Grazii, buonasera!" Estremamente cordiale e subito pronto a scambiare le sue prime parole col pubblico italiano corso ad ascoltarlo, Wynn ci avverte di come la successiva canzone solitamente dovrebbe essere utilizzata per terminare i suoi spettacoli, ma a volte succede chissà come di partire dalla fine per vedere l'evolversi delle cose.. "and this is a night like that": ecco Anthem, classico tratto dal suo primo album solista uscito ormai vent'anni fa e accolto ancora una volta in religioso silenzio, seguita a ruota da The Side I'll Never Show con i fan della prima ora che iniziano a scaldarsi un pò, tenendo timidamente il tempo con le mani.

In realtà si ha quasi paura di disturbare il clima raccolto che l'uomo presente sullo stage ha, con la sua sola presenza, saputo realizzare ed è necessario l'ingresso del già citato D'Erasmo per sciogliere un pò di più il parterre; The Medicine Show vede l'italo-brasiliano sobbarcarsi il peso di tutte le parti di chitarra elettrica, originariamente presenti nella versione dei The Dream Syndicate, con l'ausilio del suo violino, sempre incitato dallo stesso Steve il quale verrà sorretto poi nei cori durante la sciamanica Bring The Magic. Altri due estratti da CROSSING DRAGON BRIDGE: il crescendo crepuscolare di Punching Holes In The Sky e la ritmata Wait Until You Know Me con lo strumento a corda inizialmente pizzicato da Rodrigo a conferire un sapore country al tutto. Commozione per l'ennesimo tuffo nel passato, ma, come ci ammonisce lo stesso Wynn, Tears Won't Help perciò restiamo concentrati e ci gustiamo la riproposizione della classica Merritvylle così spoglia ed evocativa come neanche gli storytellers più affermati avrebbero potuto omaggiare. È l'uno-due piazzato a questo punto della scaletta con Carolyn, e la sua toccante storia d'amore, e con Amphetamine, primo episodio dei Miracle 3 proposto questa sera e dedicato a quanti hanno macinato chilometri per raggiungere il luogo del concerto, a smuovere anche i cuori più duri e a far agitare i pugni al cielo a quelli più ribelli mentre Steve e Rodrigo si "sfidano" complici a suon di note.

L'atmosfera ormai si sta scaldando e non potrebbe dunque esserci occasione migliore per consentire l'ingresso sul palco agli Afterhours al gran completo. Chi si aspettava la presenza del professor Iriondo resterà deluso, ma l'impatto che i cinque hanno sulla scena è a dir poco entusiasmante anche in questa formazione. Una rapida accordatura agli strumenti e "Siamo una band ora!" esclama divertito Steve, a suo agio anche come frontman della rock band milanese che attacca spedita una
Resolution di tutto rispetto e con un grintoso Giorgio Ciccarelli protagonista di un'ottima performance alla chitarra. "Folk music, vero?!" Dopo la potenza sonora appena esauritasi, un attimo di requie viene dalla amara Manhattan Fault Line, addirittura pastorale grazie al drumming cadenzato di Giorgio Prette che ben si sposa con le atmosfere più rilassate del brano. Lo stesso Wynn si dice molto soddisfatto del risultato fin qui ottenuto dalla performance gipsy-folk-rock di questa sera per cui.. via ad un altro classico dei Dream Syndicate: Boston, anno di grazia 1986, è a distanza di tutti questo tempo ancora un proiettile rock che colpisce il bersaglio dando possibilità di assoluta partecipazione a quanti l'hanno amata, e gridata, fino ad oggi.

Sembra che il live non debba più finire, catapultati come siamo sulla West Coast, ma qui, sulle note di questo brano sontuoso, termina la prima parte e, in attesa dei bis, i primi commenti carichi d'entusiasmo non si fanno attedere molto. Il ritorno sul palco è in solitario e siccome non poteva mancare almeno un pezzo da THE DAYS OF WINE AND ROSES ecco When You Smile, dall'interpretazione molto doorsiana, seguita a ruota dalla poesia di There Will Come A Day ancora una volta sottolineata dal rientrante violino di D'Erasmo.

A questo punto tutti di nuovo on stage: ritornano gli Afterhours e si attacca con un altro classicissimo come The Days Of Wine And Roses in cui assoluto mattatore si rivela una volta ancora il solitamente compassato Ciccarelli che stasera, fedele al motto everybody says I don't care!, fa davvero il diavolo a quattro tra chitarre e rumorismi vari, sostituendo sia il mancante Xabier sia il buon Agnelli, in questo tipo di eventi da sempre autoconfinatosi alle tastiere, e riportando alla mente le distorsioni di Precoda. Poi, per chiudere con magia e assoluta classe, ecco la perla che per molti vale da sola il prezzo del biglietto: Tell Me When It's Over, suonata con Rodrigo, è la ciliegina sulla torta, quel quid che, tra le ovazioni tributate alla sua conclusione, rivela un caloroso affetto da parte del pubblico italiano a quel signore di nome Steve Wynn che è ancora lì sul palco a ringraziare tutti. L'entusiasmo non scemerà neppure quando con affabilità e cortesia propri dei più grandi si aggirerà poi per il locale quasi fosse un abitué qualsiasi a firmare autografi e regalare strette di mano. Ecco come a volte avvengono i miracoli.

Andrea Barbaglia '11
un ringraziamento particolare all'amico Andrea G.

2 commenti:

  1. Grazie a te. E' stato un piacere immenso rivedere(anche solo a spezzoni) il grandissimo Steve e rivivere pezzi di storia dei Dream... che sono nel mio cuore da sempre!!!

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