11-05-2011
- JOVANOTTI live @ Mediolanum Forum -
Assago (MI)
Abbiamo ancora davanti agli occhi il precedente Safari Tour, spettacolare mix tra nuove tecnologie e musiche vintage, letteralmente vissuto e portato in tutta Italia tre anni fa dall'instancabile maestro di cerimonie Lorenzo Cherubini, a suo modo, punto di non ritorno per quanto riguarda un certo tipo di spettacoli dal vivo quantomeno qua nello Stivale. Convinti dalla recente buona prova in studio e incuriositi dal fatto di capire se il buon Lorenzo sposterà ancora un pò più in alto l'asticella dei suoi show non ci lasciamo sfuggire l'occasione per partecipare alla seconda data milanese della nuova tourneé. La prima sorpresa, comunque annunciata, è la presenza per espressa volontà di Jovanotti di Le Luci Della Centrale Elettrica, supporter ufficiale in tutte le date primaverili, che sale sul palco in perfetta solitudine armato di chitarra, cuffie in testa e voce, nel microfono e nel megafono, per una mezz'oretta durante la quale fanno bella figura una manciata di estratti tanto dal primo cd CANZONI DA SPIAGGIA DETURPATA quanto dall'ultimo PER ORA NOI LA CHIAMEREMO FELICITÁ, album che lo stesso Jovanotti ha citato ripetutamente nelle interviste a ridosso l'uscita del suo ORA spendendo parole di sincera ammirazione.
Purtroppo chiedere attenzione anche a quanti sono sistemati nel parterre sotto al palco, realizzato a tau, con una lingua centrale che avanza tra la folla per una ventina di metri, è cosa ben difficile e il buon Vasco Brondi, alla sua seconda apparizione di fronte a questo pubblico, riesce nell'intento solo a partire dall'urlo disperato de La Lotta Armata Al Bar quando ormai il tempo a sua disposizione volge però al termine. Ciò nonostante gli applausi dalle tribune consolano la surreale apparizione del ferrarese, autentica punta di diamante della Musica italiana, per nulla a disagio in questo contesto particolare. L'allestimento del palco per l'headliner della serata richiede una quarantina abbondante di minuti allo scadere della quale, sul maxi schermo apertosi di fronte a noi, compare il Piero Angela di Viaggio Nel Cosmo, direttamente dalla puntata del giugno 1998 in cui l'argomento principale riguardante supernove, quasar e buchi neri veniva affrontato facendo ampio uso di tecniche di computer grafica, le stesse, potenziate, che troveremo quest'oggi.
Chiuso il sipario elettronico, nel Forum si fa completamente buio. Alcune fotocamere tentano inutilmente di cogliere anticipatamente qualche movimento sul palco. Inutile. Aumentano le urla. Partono le prime note registrate di Megamix mentre sullo schermo si forma un'immagine stilizzata di barca a vela, la stessa presente sul volto di Cherubini nella copertina di ORA, e alcune informazioni sulla città di Milano si susseguono, andando ad elencare alcuni suoi punti di forza. Luce e fumo quasi dal centro palco. E Lorenzo finalmente compare. Fatti quattro scalini si ferma; in giacca e cravatta, scarpe di strass, immobile, fissa dritto di fronte a sé il vuoto colmato da migliaia di persone. Poi un rapido sguardo allo schermo alle sue spalle e via, di corsa, a capofitto lungo la pedana che lo porta in mezzo alla gente. La sua gente. Tra luci, flash, videocamere e cellulari impazziti, il palazzetto milanese, da qui in avanti, si trasforma in una enorme discoteca, assordante, eccitante e contagiosa.
Megamix si fonde con Falla Girare, uno dei tanti must di BUON SANGUE, va a citare le parole magiche di Safari (..Fuoco! ..Acqua!! ..Elettricità!!!), quindi ri-parte a razzo con l'avveneristica La Porta È Aperta su cui un Saturnino, in una "sobria" tenuta dorata, si regala il primo spot col suo basso, motore pulsante per la successiva Amami, tra le più ballate di tutto il concerto grazie all'ottimo lavoro di Christian Rigano, alle tastiere e all'elettronica. Una boccata d'aria arriva con L’Elemento Umano mentre sullo schermo si materializzano, nel finale, le immagini di un uomo che si tuffa nel vuoto cui fa seguito una zoomata dal buio dello spazio, ben oltre la Via Lattea, via via, giù sulla Terra, negli Stati Uniti d'America, in un prato cittadino su cui riposa lo stesso Jovanotti, nel cui corpo scendiamo attraverso l'epidermide fino al dna, esaurendoci nell'oscurità del mistero della vita.
È La Notte Dei Desideri: si salta e non si sente più il bisogno di soffrire. "Esprimete un desiderio, Milano!" e Mezzogiorno ne esaudisce parecchi mentre Saturnino e Riccardo Onori affiancano uno scatenato Cherubini, qui per la prima volta dall'inizio della serata leggermente col fiato corto, in continuo e perpetuo movimento. Per rifiatare, un sorso d'acqua e ancora due passi di danza. -Ricorderai d'avermi atteso tanto, e avrai negli occhi un rapido sorriso- . Questo l'sms inviato col T9 e proiettato alle sue spalle, citazione ungarettiana in omaggio all'affezionata mamma Viola, ricordata ne Le Tasche Piene Di Sassi, cantata all'unisono dal pubblico femminile e in medley con l'altrettanto amata Come Musica, con Lorenzo per un istante accoccolato al pianoforte di Franco Santernecchi per una versione confidenziale della stessa, e l'imprescindibile A Te che si segnala anche per un buon assolo di Onori.
È La Notte Dei Desideri: si salta e non si sente più il bisogno di soffrire. "Esprimete un desiderio, Milano!" e Mezzogiorno ne esaudisce parecchi mentre Saturnino e Riccardo Onori affiancano uno scatenato Cherubini, qui per la prima volta dall'inizio della serata leggermente col fiato corto, in continuo e perpetuo movimento. Per rifiatare, un sorso d'acqua e ancora due passi di danza. -Ricorderai d'avermi atteso tanto, e avrai negli occhi un rapido sorriso- . Questo l'sms inviato col T9 e proiettato alle sue spalle, citazione ungarettiana in omaggio all'affezionata mamma Viola, ricordata ne Le Tasche Piene Di Sassi, cantata all'unisono dal pubblico femminile e in medley con l'altrettanto amata Come Musica, con Lorenzo per un istante accoccolato al pianoforte di Franco Santernecchi per una versione confidenziale della stessa, e l'imprescindibile A Te che si segnala anche per un buon assolo di Onori.
"Guardiamoci negli occhi va, che fino adesso... vorrei vedervi occhi negli occhi, in faccia, uno per uno. (...) Ci riuscite voi a bilanciare quello che vi preoccupa con quello che vi entusiasma? A far prevalere quello che vi entusiasma? (...) Questo è il nostro tempo. È qui e adesso che ci giochiamo tutto. Questo tempo è il nostro tempo ed è una grande opportunità. (...) tre lettere: Ora." Spinta da una macchina ritmica precisa e affidabile come può esserlo quella formata dal già citato Saturnino in compagnia del confermatissimo Gareth Brown alla batteria e a Leo Di Angilla alle percussioni, la title track dell'ultimo album avanza monolitica, come le navi speculari che compaiono sul wall, spazzando via dubbi e perplessità sulla sua tenuta live e confermandosi brano di punta non solo in studio. Inarrestabile e profonda.
A ruota libera ecco quindi l'elettronica evoluta de Tutto L'Amore Che Ho, la tecno-trance di Io Danzo fusa con frammenti sparsi di Non M'Annoio, Tanto³ e Penso Positivo, e i Battiti Di Ali Di Farfalla, che incorporano una citazione de Una Tribù Che Balla, mentre Cherubini ha modo di sfidare un suo doppio elaborato dai computer e proiettato sul maxi schermo, prima di sedersi dietro una batteria e dar via al panico delirio ritmico-percussivo de L’Ombelico Del Mondo. Rimasto in maniche di camicia, a spasso per il palco, inesauribile commistione di carne e ossa tenuta in vita dal suono della Terra, Jovanotti centra nuovamente il bersaglio con l'ennesimo sing-along della serata: è infatti la citazionistica Mi Fido Di Te a compattare le voci in un solo canto che non conosce soste né pause nel ricco bailamme di luci e colori.
Il mega-medley acustico eseguito poco dopo con tutta la band all'estremità della lingua del palco è infatti un susseguirsi di successi quali Piove, Punto, Bella, Ciao Mamma, l'accenno a Il Capo Della Banda, Dabadabadance e Una Storia D'Amore. Brividi su Fango per la commozione che affiora prepotente in forma di lacrime negli occhi di Lorenzo, presto esorcizzata con una corsa e una danza liberatoria in prossimità della batteria. Così, mentre sullo sfondo scorrono filmini amatoriali di un giovane Jovanotti, è già tempo della recente Quando Sarà Vecchio, mixata con la citazione old school di Ci Si Skiaccia e perfetta intro a Ragazzo Fortunato, hit ventennale che a questo punto della serata può essere affrontata solo in canottiera, continuando a correre in lungo e in largo per il palco, raggiungendo le gradinate di destra, quelle di sinistra, stringendo mani e dando l'high five a chiunque.
A ruota libera ecco quindi l'elettronica evoluta de Tutto L'Amore Che Ho, la tecno-trance di Io Danzo fusa con frammenti sparsi di Non M'Annoio, Tanto³ e Penso Positivo, e i Battiti Di Ali Di Farfalla, che incorporano una citazione de Una Tribù Che Balla, mentre Cherubini ha modo di sfidare un suo doppio elaborato dai computer e proiettato sul maxi schermo, prima di sedersi dietro una batteria e dar via al panico delirio ritmico-percussivo de L’Ombelico Del Mondo. Rimasto in maniche di camicia, a spasso per il palco, inesauribile commistione di carne e ossa tenuta in vita dal suono della Terra, Jovanotti centra nuovamente il bersaglio con l'ennesimo sing-along della serata: è infatti la citazionistica Mi Fido Di Te a compattare le voci in un solo canto che non conosce soste né pause nel ricco bailamme di luci e colori.
Il mega-medley acustico eseguito poco dopo con tutta la band all'estremità della lingua del palco è infatti un susseguirsi di successi quali Piove, Punto, Bella, Ciao Mamma, l'accenno a Il Capo Della Banda, Dabadabadance e Una Storia D'Amore. Brividi su Fango per la commozione che affiora prepotente in forma di lacrime negli occhi di Lorenzo, presto esorcizzata con una corsa e una danza liberatoria in prossimità della batteria. Così, mentre sullo sfondo scorrono filmini amatoriali di un giovane Jovanotti, è già tempo della recente Quando Sarà Vecchio, mixata con la citazione old school di Ci Si Skiaccia e perfetta intro a Ragazzo Fortunato, hit ventennale che a questo punto della serata può essere affrontata solo in canottiera, continuando a correre in lungo e in largo per il palco, raggiungendo le gradinate di destra, quelle di sinistra, stringendo mani e dando l'high five a chiunque.
Davvero Il Più Grande Spettacolo Dopo Il Big Bang! Nettamente il brano più rock di queste due ore, con Onori e Saturnino mattatori assoluti insieme al Cherubini da Cortona nel vestire i panni di consumate rockstar, l'attuale singolo in rotazione sulle piattaforme musicali impressiona per la dirompente carica che sprigiona, segno di come in studio il potenziale sia rimasto un pò nascosto. Piccola sosta. Sullo schermo compare la scritta O■▲ ed è tempo dei bis. "One, two, three, four..": Baciami Ancora è l'ennesimo tripudio, regalato dal Grande Lorenzo in completo bianco e col sorriso sincero e pulito che da sempre lo contraddistingue. "Grazie-grazie-grazie-grazie-grazie-grazie. Grazie ragazzi, grazie. Non mi ricordo altre parole; solo questa parola qua. Adesso dovrei.., di tutte quelle del vocabolario mi viene in mente questa in questo momento. Grazie. Grazie."
E dopo un divertente siparietto con una bambina sulle gradinate, ecco la chiosa finale: "Noi stiamo andando in giro a fare meno chiacchiere possibili. Stiamo andando in giro a portare quello che sappiamo fare: la festa. Cerchiamo di portare, di seminare l'entusiasmo, l'energia se possibile, perché crediamo, e credo, che sia una linea di resistenza oggi quella di praticare l'allegria. Il più possibile, il più possibile." Un pò a sorpresa è La Bella Vita a chiudere allora le danze e i festeggiamenti odierni, con il pubblico ancora intento a ballare sul frenetico ritmo afro-blues. Improvvisatosi direttore d'orchestra sui generis, tra un passo di danza e l'altro Jovanotti dirige, dopo averli presentati tra gli applausi del sold out milanese, i suoi compagni di un viaggio divenuto nel volgere di poche ore un grandioso e luminoso party aperto a tutti. Luminoso sì, ma ad impatto zero dato che tutte le emissioni di Co² consumate ogni sera vengono controbilanciate da 12.000 alberi piantati in Camerun. Prova superata: bravo Lorenzo! Ah, scusa: è qui la festa?
E dopo un divertente siparietto con una bambina sulle gradinate, ecco la chiosa finale: "Noi stiamo andando in giro a fare meno chiacchiere possibili. Stiamo andando in giro a portare quello che sappiamo fare: la festa. Cerchiamo di portare, di seminare l'entusiasmo, l'energia se possibile, perché crediamo, e credo, che sia una linea di resistenza oggi quella di praticare l'allegria. Il più possibile, il più possibile." Un pò a sorpresa è La Bella Vita a chiudere allora le danze e i festeggiamenti odierni, con il pubblico ancora intento a ballare sul frenetico ritmo afro-blues. Improvvisatosi direttore d'orchestra sui generis, tra un passo di danza e l'altro Jovanotti dirige, dopo averli presentati tra gli applausi del sold out milanese, i suoi compagni di un viaggio divenuto nel volgere di poche ore un grandioso e luminoso party aperto a tutti. Luminoso sì, ma ad impatto zero dato che tutte le emissioni di Co² consumate ogni sera vengono controbilanciate da 12.000 alberi piantati in Camerun. Prova superata: bravo Lorenzo! Ah, scusa: è qui la festa?
Andrea Barbaglia '11
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