WELCOME 2 MY NIGHTMARE
Alice Cooper
- Bigger Picture - 2011
Corre l'anno 1975. Alice Cooper è da poco tempo artista solista. Glen Buxton, Michael Bruce, Dennis Dunaway e Neil Smith, i compagni d'avventura con cui ha condiviso le incertezze iniziali nell'etichetta di Frank Zappa e i trionfi della prima metà degli anni '70 con la Warner Bros., non sono più al suo fianco dopo gli eccessi dell'ultimo periodo. Il giocattolo sembra essersi rotto. E invece è l'inizio di una nuova era. Fiancheggiato dalla coppia di portentosi axe men Dick Wagner e Steve Hunter, provenienti dalla band di Lou Reed così come il bassista Prakash John e il tastierista Josef Chirowski, Mr.Cooper si mette nuovamente al lavoro col fido Bob Ezrin, in futuro artefice di successi planetari anche per Kiss, Pink Floyd e Peter Gabriel, e sviluppa uno dei concept album più prestigiosi della storia musicale, quel WELCOME TO MY NIGHTMARE il cui tour consoliderà ulteriormente la fama del Nostro. Venticinque anni dopo, quando il padre dello shock rock e il produttore canadese si ritroveranno per discutere la fattibilità di dar un seguito all'incubo di Steven, le porte del teatro grand-guignolesco si spalancheranno di nuovo: WELCOME 2 MY NIGHTMARE. Notizia attesa da milioni di fans, ecco il primo coup de theatre: Bruce, Dunaway e Smith, la Alice Cooper Band (Buxton è scomparso nel 1997) torna dal suo frontman per celebrare l'induzione nella Rock'n'Roll Hall of Fame e rinnovare i fasti di un tempo che fu, realizzando tre dei quattordici brani in cui si articola il nuovo lavoro. E con la band riformata, ecco richiamati pure Dick Wagner e Steve Hunter, con quest'ultimo in pianta stabile addirittura nel successivo world tour! L'attesa si fa spasmodica. Dopo un anno di lavoro ecco il risultato. Si parte con I Am Made Of You e sono già brividi con il richiamo pianistico di Steven. C'è il tocco di Desmond Child e si sente; l'auto tuning di cui Alice si serve ottiene come risultato rendere maggiormente spettrale la voce, segno che se usata con saggezza la tecnologia non è poi così deleteria, grazie pure al supporto delle orchestrazioni affidate a Ezrin e Jeremy Rubolino. Arrivano subito le rasoiate elettriche di Caffeine mentre il povero Steven tenta di non assopirsi per evitare spiacevoli incubi. Ma The Nightmare Returns e il treno su cui è costretto a salire (e noi con lui) viene condotto a tutta velocità dalla Alice Cooper Band al completo, con Vince Gill nel ruolo che fu di Buxton e gli interventi alle sei corde di Hunter e Tommy Henriksen a completare l'opera: è il Nightmare Express di A Runaway Train che ci conduce on the wrong side of the dirt, increduli innanzi alla desolazione paratasi davanti ai nostri occhi in Last Man On Earth su cui spicca un indiavolato violino tzigano per un brano tra il vaudeville e i Balcani. L'incontro con Rob Zombie nei panni della Guida in The Congregation non è certo dei più invitanti, tra rimandi sonori a Run Down The Devil e ad un certo mood industrial. A questo punto ecco il primo singolo del cd: I'll Bite Your Face Off è stato descritto dallo stesso Cooper come omaggio voluto a quei Rolling Stones di inizio carriera che coi Beatles, gli Animals e pochi altri influenzarono l'esordiente band di Vincent Fournier; e avremmo pure visto bene Sir Mick Jagger duettare con la Alice Cooper Band su questo pezzo che nel finale paga pegno alla brillante Sideshow presente in THE LAST TEMPTATION. Dopo questi rassicuranti toni rock ecco la verve electro di Disco Bloodbath Boogie Fever, sorprendente Lady Gaga sound in salsa metal, dall'incessante ritmo dance delle programmazioni di Henriksen, stoppate dall'accellerata conclusiva affidata allo sheddring dell'ex Marilyn Manson John 5. Ghouls Gone Wild è il punto d'incontro tra Steal That Car e Your Own Worst Enemy, con FLUSH THE FASHION e certe sonorità 60's nella mente. E Steven, che fine ha fatto? Lo troviamo confuso e spaesato negli altri due capolavori dell'album: la ballad Something To Remember Me By ha impresso a fuoco in ogni singola nota il marchio GOES TO HELL e il fatto che si tratti di un brano del trio Cooper-Ezrin-Wagner di metà anni 70 completato per l'occasione lo testimonia. Michael Bruce compare invece nei crediti della luciferina When Hell Comes Home: terzo e ultimo straordinario brano a riunire la Band originale, è un brivido unico, creepy and funereo, con Alice particolarmente ispirato nell'interpretazione. Ma, ma, ma questa... è Beat It??? No, è What Baby Wants, e quella è Ke$ha nei panni del diavolo, protagonista di un duetto con un preoccupatissimo Steven che pare intuire l'irreparabile. Rintocchi a morto introducono infatti l'Americana di I Gotta Get Outta Here, un upload di Escape, anche se qua la fuga sembra definitivamente impossibile. Con The Underture e i magistrali interventi di Steve Hunter e Dick Wagner a ripercorrere le arie strumentali dei due incubi vissuti scorrono i titoli di coda. Cos'è accaduto a Steven? L'inquietante bonus track Flatline pare non dare speranze. Noi proviamo a risvegliarci. Stavamo sognando, vero? ...Steven! Steeeven!! Steeeeeven!!!
un link al seguente post è presente qui:http://www.sickthingsuk.co.uk/
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