Il Cielo di Bagdad
- autoproduzione - 2012
Rivisitando uno scambio di battute tra Galileo Galilei e Andrea Sarti, il figlio della sua governante, contenute nella commedia di Bertolt Brecht Vita Di Galileo, il quintetto campano de Il Cielo Di Bagdad torna sul mercato discografico con un lavoro corale molto atteso dopo i già buoni riscontri del precedente EXPORT FOR MALINCONIQUE. E se per l'esordio su lunga distanza l'accento era stato correttamente posto sulla facilità dell'allora terzetto di realizzare quadretti onirici e cinematografici attraverso un uso calibrato di sonorità post rock affini a Sigur Rós e Rökkurró, oggi la rinnovata formazione allargatasi (definitivamente?) a quintetto, sotto la guida artistica del bastian contrario Fausto Tarantino dà alle stampe un lavoro estremamente leggero e festoso, ancestralmente folk, profondamente orchestrale. Anticipato dal singolo LaLaLaLa, Ok Nicholas Mottola Jacobsen e soci si tuffano in una nuova esperienza sonora. Non più immaginifici paesaggi glaciali; il sogno si sposta nelle campagne e nei boschi, durante le Feste di Primavera, tempo di rinascita e di rinnovata energia. È un inno alla vita. I colori della flora e della fauna compaiono vividi e intensi in Happy Heroes, un ottimo esempio di pop panico condito da sfumature British care a Stone Roses e Paul Weller, ma che in ultima analisi possiamo far risalire ai primissimi Beatles. L'avvolgente dolcezza della musicalità ascoltata in Trees' Love ci fa scoprire una Natura non più matrigna, ma genitrice benigna, capace di illuminare con la sua potenza anche una darkeggiante Light Place, impensabile connubbio mediterraneo tra Cure e Beach Boys. We're Fine: non sappiamo né vogliamo dire altro di questi trenta minuti regalatici da Il Cielo Di Bagdad, suadenti e leggiadri come mai prima d'ora. "Una celebrazione del coraggio di affrontare le gioie e i dolori di tutti i giorni, con la fantasia dei bambini e la forza degli innamorati"; una celebrazione dell'Amore puro e di una spensierata ricerca di mete alternative, lontane dal fuorviante caos cittadino che la vita impone. Come la spiaggia volutamente evocata dall'omaggio al Battiato di Summer On A Solitary Beach contenuto in Stop! Stop! Stop!, un tuffo negli spensierati anni '80 con la consapevolezza del nuovo Millennio, circondati da Ramones e... Robert Smith!? Non poteva esserci conclusione migliore per l'ascolto della nuova fatica della band di Aversa, in attesa che Shadows And Rainbows sigilli ulteriormente la brillante prova emersa tra i solchi del pre-mix. Per quanti dopo l'abbandono di Giovanni Costanzo si preoccupano ancora per la salute musicale di Nicholas, Luca e Giulio, coadiuvati dai nuovi Enrico e Angelo, non ci resta che rassicurarli: stanno davvero tutti bene.
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