JE VOULÈ TOIS MON AMOUR ...NON È FRANCESE
Saskatchewan
- autoproduzione - 2009
Saskatchewan è un fiume del Canada che nasce dalla confluenza di due generosi corsi d'acqua quasi speculari prima di gettarsi in uno degli innumerevoli laghi presenti sul territorio. Saskatchewan è pure il nome di una formazione emiliana nata dall'unione artistica di tre amici di lungo corso cresciuti fino a quel momento a pane, lambrusco e gnocco fritto. Sul finire degli anni '70 Fernando Reggiani e Gabriele Mastini trovano nell'allora diciottenne Perry Magnani il giusto alter ego per concretizzare i loro sogni di rock'n'roll in quel di Fabbrico, paesone della Bassa reggiana che ha già dato i natali ad un promettente bassista di nome Dante e al chitarrista Claudio Messori. Con un organico basato su chitarra, basso e ben due pianoforti (l'accoppiata Reggiani-Magnani) prende il via la loro avventura. La formazione si assesta negli anni seguenti in un quartetto che prevederà la presenza alla batteria del fratello di Messori, Giancarlo detto Woody, per quella che fin dalla prima prova in studio, il prezioso ...LUNGO LE VIE DI FABBRICO, risulterà essere una istrionica e originalissima patchanka rock-blues dai contorni jazz, non priva tuttavia di quel sanguigno sapore pop tipicamente emiliano, in grado di sciogliere in una risata anche i momenti più drammatici della vita. Lo stesso mood conviviale che si respira sul sorprendente JE VOULÈ TOIS MON AMOUR, il ritorno degli Saskatchewan in questo nuovo millennio, tra intelligenti soluzioni alte (Oltre Il Confine) e derive goliardiche giustamente mai accantonate (L'Uomo Barbuto). E ci sono proprio tutti i protagonisti di una stagione che sembrava ormai perduta. C'è anche Dante infatti. Sì, proprio Dante Pergreffi. Il basso pulsante di quello che dopo l'esperienza Saskatchewan sarebbe diventato solida pietra angolare per i Nomadi di Augusto Daolio fa, come sempre, ottima mostra di sé nelle due registrazioni targate 1982, l'"hit" Non Siamo Un Kilo e la notturna Aspettando La Luna che, oltre a regalarci nuovamente gli interventi di sax di Giovanni Borciani, paiono peraltro non risentire affatto dello scorrere del tempo, inserendosi alla perfezione nell'economia del cd registrato nell'arco di un paio di anni e, quel che più conta, senza alcun tipo di pressione. Emozionante. Emozionante ritrovare tutto come allora. Anche le nuove composizioni, più mature certamente rispetto agli esordi, catturano all'istante. Si prendano le malinconiche note introduttive de Il Pittore: oltre a riportarci alla memoria l'altrettanto intensa Money For Dope di Daniele Luttazzi, ci conducono per mano nel vortice dell'estasi pittorica dell'artista a cui la tela pare non bastare più. Ritratto da Mastini nello sforzo realizzativo, eccolo dipingere direttamente "le pareti della stanza" mentre "il dipinto si espande, si torce e vola fuori dalla finestra e diventa il paesaggio, e tutta la realta' che lo circonda, inglobandolo in un turbine di colori". O ancora, la strumentale Habanera Sul Po che nel suo crescendo orchestrale sfocia nel divertissement jazzato di Brutta, antico brano dall'irresistibile verve, rivisitato à-la Louis Armstrong. Altro recupero degno di nota è La Notte Di San Desiderio, affascinante descrizione campestre in notturna che, come macchina del tempo, vivifica gli attimi di vita passati accompagnandoci nel mondo dei sogni. Dopo il brivido elettro-noir provato con Bruto Nell'Ombra, si accellera con la contagiosa Cimitero D'Auto Nuvolante per scoprire la sorte di Mìngon, unico episodio dialettale inserito. E che dire di Orticami: fatta propria la lezione jannacciana, il quartetto fabbricese la rielabora per dare un (in)consapevole seguito a quella Silvano portata al successo da Cochi e Renato. Summa dello spirito saskatchewano è tuttavia Je Voulè Tois Mon Amour in cui sono gli arrangiamenti ritmici di Woody e Perry ad avviluppare una non-storia così incomprensibile da risultare universale. Una medicina dicono espressamente in coro i quattro, terapeutica e priva di controindicazioni da non necessitare di bugiardini. Come fare per averla? Rispondete a queste domande: sai recitare Mìngon in dialetto sardo? Ti sei iscritto al Rotoballa Club? Hai fatto un corso per nutrire un girino? ...no, non è francese...
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