Garbo
- Discipline - 2012
Renato Abate in tutti questi anni di carriera non ha mai smesso di ricercare, produrre, stupire. Anche se spesso lontano dalle luci dei riflettori. Molti delle nuove, attuali generazioni omologate da media senza cultura, cresciute a pane e i-pod probabilmente neanche sanno di chi si stia parlando (e qualcuno osservando la copertina dell'ultimo lavoro in studio dell'artista milanese ne scambierà il viso disegnato dall'architetto e designer italiano Massimo Iosa Ghini per un ritratto di Pierpaolo Capovilla, statene certi!), ma il peso che Garbo ha avuto nell'economia di un certo modo di fare musica, trasversale, in Italia gli va indiscutibilmente riconosciuto fin dal fulminante esordio negli anni Ottanta quando, con i quasi coetanei Enrico Ruggeri e Faust'O, si ritrovò in prima linea, alfiere raffinato di una nuova onda musicale proveniente da Oltremanica. Per capire quanto la carriera di Garbo sia stata fondamentale per decine di colleghi più giovani, basti prestare attenzione all'ottimo CONGARBO, tributo uscito una manciata di anni fa in cui personaggi spesso differenti fra loro si sono cimentati in una personale rivisitazione tanto dei suoi classici quanto di brani a torto ritenuti minori. Da allora un album, l'ottimo COME IL VETRO, a chiudere quella trilogia dei colori iniziata con BLU e proseguita con GIALLOELETTRICO che di questo accattivante e sempre al passo coi tempi LA MODA può essere considerato a diritto causa diretta. Sì, perché è con GIALLOELETTRICO che le strade di Garbo e dell'ex Soerba Luca Urbani si sono incrociate, feconde, facendo confluire in un unicum sonoro sfacettati bagliori elettronici provenienti da sensibilità diverse, innestate su ricercate melodie pop, semplici nella loro complessità. Con risultati spesso stupefacenti. Come qui. Nel suo essere un moderno evergreen fin dalla sua uscita, LA MODA si affida all'omonima, dirompente, title track per farsi largo tra il marasma di canzoni che popolano l'etere e il web. Colorata dal prezioso sax di Andy pare di assistere all'esecuzione di una nuova hit che non ci sorprenderebbe fosse targata Bluvertigo, eppure con una marcia in più innestata proprio da Garbo: quella del cantato, sicuro e ammaliante come sempre. Lo stesso che rende l'eterea Metà Cielo un fascinoso viaggio nel cosmo della mente alla ricerca dell'anima gemella, qua incarnatasi fisicamente nella promettente Sarah Stride, nome da appuntarsi senza esitazione su un post-it anche alla luce della sua interpretazione nella brillante oscurità di Movimento Notturno, un po' Baustelle, un po' no. In Errori ci si muove ancora per sottrazione di vuoti, raggiungendo l'apoteosi in tal senso con la conclusiva costruzione sperimentale di Architettura MIG, nella quale la calda voce dell'attrice Elisabetta Fadini poggia il proprio timbro sui sintetizzatori lunari manipolati dal duo Garbo-Alberto Stylòo, altro imprescindibile abitante di casa Discipline. Elettronica intelligente dunque, in continua evoluzione; sporcata dal crescendo rock di Sembra e Sparare, arricchita dalle fragili atmosfere sintetiche care a Trent Reznor che marciano marziali nella rammsteiniana Quando Cammino 02, modulata dalla caratura pop con cui è realizzata Sexy. Una band affiatata, coordinata dal già citato Urbani, è l'altro asso nella manica calato per vincere la partita giocata da Abate: Fabio Gatti, Pedro Fiamingo e Nicola Pellegrino, alias Nicodemo (protagonista del felice album solista IN DUE CORPI), sono il valore aggiunto, i gregari di lusso che traducono in concreto le idee del loro capitano. Un lusso per molti, di questi tempi. Una normalità per chi concepisce il proprio lavoro come una espressione artistica fatta di affinità e reciproca stima.
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