28-04-2012
- ETTORE GIURADEI live @ Bloom -
Mezzago (MB)
Le magie elettroniche di Paolo Iocca, a.k.a. Boxeur The Coer, affascinano e stimolano attenzione, ma abbandoniamo a ¾ della sua esibizione per scendere, ancora fluorescenti, di un piano e prendere posto nella sala principale dove Ettore Giuradei con i suoi musicisti sta ultimando il soundcheck. Pochi istanti e si parte. L'imprescindibile La Repubblica Del Sole spazza nubi e incertezze: grandissima apertura per il giovane bresciano che senza troppi fronzoli passa in un sol colpo alle oscillanti atmosfere di Strega, altra canzone di assoluto valore sospinta dalle poderose rullate di Alessandro Pedretti, unico effettivo della sezione ritmica. È proprio dal punto di vista strumentale che Ettore Giuradei pare avere una marcia in più rispetto a tanti altri suoi colleghi di più alto lignaggio mediatico: nei momenti in cui sono le note a farla da padrone, già nell'ultimo lavoro rilasciato, ci si era accorti di come a salire in cattedra fosse il fratello Marco, genietto prestato al pianoforte e alle tastiere. Ora, in sede live, sperimentiamo direttamente l'intreccio di suoni prodotti dalla band che, seppur priva di un bassista, si dimostra assai compatta e ugualmente dinamica, mantenendo una vivace carica rock venata di tanta, tanta poesia lungo tutta l'esibizione. Grintosi, ma con stile dunque. E con una leggerezza senza pari. Una leggerezza che conquista e rapisce un numero sempre crescente di persone.
Dall'esigua trentina di curiosi, rimasti affascinati fin da subito, si passa presto ad un numero più consistente di ragazzi che dopo essere passati al bancone per un drink, si accomodano per terra, compostamente seduti, ammaliati da quel cantore scapigliato e da quel suo modo ben poco composto che ha di star sul palco. Il ritmo leggermente in levare di Piedi Alati inviterebbe al ballo così come la frenesia tarantolata della travolgente Sbatton Le Finestre consiglierebbe di lasciarsi andare, inseguendo Ettore nella sua folle corsa tra le morbide curve dell'amata; ma non è giornata. C'è solo partecipata attenzione da parte dell'uditorio. Cosa non da poco di questi tempi. E mentre altri avventori trovano posto in sala, i fratelli Giuradei lanciano in orbita il loro chitarrista di fiducia, Accursio Montalbano, autore di una avvincente prova (sonica) durante l'esecuzione di Eva, estatica esperienza amorosa senza età. Applausi a scena aperta. Pure Paese concede ad Accursio la possibilità di esprimersi al meglio, garantendogli uno spazio importante nell'economia del brano e l'incombenza di reggerne le sorti strumentali. Poi è tempo di Sensazioni e ricordi. Dal primo album PANCIASTORIE, uscito ancora in compagnia dei Malacompagine, vengono riproposte una ritmata È Passato Un Autobus e la classica Uno Di Voi. Epilogo (Purificazione), primo estratto dal secondo cd ERA CHE COSÌ, mette ancora in luce le doti di Pedretti prima che una inquietante Zingara compaia tra i fumi del palco. Alla divertente Culo Sulla Lavatrice spetta infine il compito di chiudere la mezz'ora abbondante e decisamente intensa del set di Giuradei. Davvero bravo Ettore e davvero interessante la band. Difficile entrare rapidamente nelle grazie di un pubblico ancora distratto dalla indolenza pomeridiana e dai rumori del bar esterno; il combo bresciano ha dalla sua sicurezza e determinazione fuori dal comune. Doti rare, ma insindacabilmente vincenti.
In Brianza, in occasione della Festa del Primo Maggio da anni si riesce a riunire qualità e quantità all'interno di una struttura storica nel panorama rock italiano, capace di resistere molto più che dignitosamente al passare delle mode e del tempo, dei boom e delle crisi. Anche questa volta al Bloom di Mezzago vengono chiamati a raccolta una manciata di nomi prestigiosi del rock nazionale che si alternano ad artisti non meno validi, ma necessitanti di una più ampia (e meritata) visibilità, per quello che risulta essere sempre un interessante mix tutto da scoprire. Quest'anno, attraverso una diretta sinergia con l'associazione Neverlab, si alternano sui due palchi messi a disposizione dal locale una decina fra musicisti e band, decisi a rinnovare per una giornata intera gli esaltanti momenti vissuti da quanti li hanno preceduti in quegli stessi spazi, con un pensiero però rivolto a coloro i quali, meno fortunati, un lavoro non ce l'hanno o, peggio ancora, l'hanno perso. Il primo ad aprire il Neverland Festival è l'ottimo Paolo Saporiti, un nome che meriterebbe ben altro spazio rispetto a queste due righe di accompagnamento. Un cantautore che tornerà comunque presto su queste pagine e di cui segnaliamo per intanto il suo ALONE, uscito nel 2010 e arrangiato in compagnia di Teho Teardo, da cui sono tratti alcuni dei brani oggi in scaletta, proposti ad un nugolo di spettatori al primo incontro col cantautore milanese. In attesa del sequel L'ULTIMO RICATTO, presto in commercio e con la supervisione di Xabier Iriondo, perdiamo purtroppo l'esibizione dei Pocket Chesnut, ma recuperiamo con i sempre cementificanti Bancale, altri pupilli dell'estroso chitarrista degli Afterhours, e con gli Ultimo Attuale Corpo Sonoro, precisi e potenti seppur a tratti ancora derivativi.
Le magie elettroniche di Paolo Iocca, a.k.a. Boxeur The Coer, affascinano e stimolano attenzione, ma abbandoniamo a ¾ della sua esibizione per scendere, ancora fluorescenti, di un piano e prendere posto nella sala principale dove Ettore Giuradei con i suoi musicisti sta ultimando il soundcheck. Pochi istanti e si parte. L'imprescindibile La Repubblica Del Sole spazza nubi e incertezze: grandissima apertura per il giovane bresciano che senza troppi fronzoli passa in un sol colpo alle oscillanti atmosfere di Strega, altra canzone di assoluto valore sospinta dalle poderose rullate di Alessandro Pedretti, unico effettivo della sezione ritmica. È proprio dal punto di vista strumentale che Ettore Giuradei pare avere una marcia in più rispetto a tanti altri suoi colleghi di più alto lignaggio mediatico: nei momenti in cui sono le note a farla da padrone, già nell'ultimo lavoro rilasciato, ci si era accorti di come a salire in cattedra fosse il fratello Marco, genietto prestato al pianoforte e alle tastiere. Ora, in sede live, sperimentiamo direttamente l'intreccio di suoni prodotti dalla band che, seppur priva di un bassista, si dimostra assai compatta e ugualmente dinamica, mantenendo una vivace carica rock venata di tanta, tanta poesia lungo tutta l'esibizione. Grintosi, ma con stile dunque. E con una leggerezza senza pari. Una leggerezza che conquista e rapisce un numero sempre crescente di persone.
Dall'esigua trentina di curiosi, rimasti affascinati fin da subito, si passa presto ad un numero più consistente di ragazzi che dopo essere passati al bancone per un drink, si accomodano per terra, compostamente seduti, ammaliati da quel cantore scapigliato e da quel suo modo ben poco composto che ha di star sul palco. Il ritmo leggermente in levare di Piedi Alati inviterebbe al ballo così come la frenesia tarantolata della travolgente Sbatton Le Finestre consiglierebbe di lasciarsi andare, inseguendo Ettore nella sua folle corsa tra le morbide curve dell'amata; ma non è giornata. C'è solo partecipata attenzione da parte dell'uditorio. Cosa non da poco di questi tempi. E mentre altri avventori trovano posto in sala, i fratelli Giuradei lanciano in orbita il loro chitarrista di fiducia, Accursio Montalbano, autore di una avvincente prova (sonica) durante l'esecuzione di Eva, estatica esperienza amorosa senza età. Applausi a scena aperta. Pure Paese concede ad Accursio la possibilità di esprimersi al meglio, garantendogli uno spazio importante nell'economia del brano e l'incombenza di reggerne le sorti strumentali. Poi è tempo di Sensazioni e ricordi. Dal primo album PANCIASTORIE, uscito ancora in compagnia dei Malacompagine, vengono riproposte una ritmata È Passato Un Autobus e la classica Uno Di Voi. Epilogo (Purificazione), primo estratto dal secondo cd ERA CHE COSÌ, mette ancora in luce le doti di Pedretti prima che una inquietante Zingara compaia tra i fumi del palco. Alla divertente Culo Sulla Lavatrice spetta infine il compito di chiudere la mezz'ora abbondante e decisamente intensa del set di Giuradei. Davvero bravo Ettore e davvero interessante la band. Difficile entrare rapidamente nelle grazie di un pubblico ancora distratto dalla indolenza pomeridiana e dai rumori del bar esterno; il combo bresciano ha dalla sua sicurezza e determinazione fuori dal comune. Doti rare, ma insindacabilmente vincenti.
Andrea Barbaglia '12
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