Grazia Negro
- Etnagigante - 2012
Fresco, solare, accattivante. Non poteva che essere così l'esordio discografico della spumeggiante Grazia Negro, trombettista, vocalist e perfino attrice, già (inconsapevolmente?) nota al grande pubblico per essere "musa ispiratrice" dell'omonimo ispettore capo di polizia partorito dalla mente dell'amico Carlo Lucarelli e protagonista indiretta dei suoi gialli più importanti. Album lucidamente personale nella sua eterogeneità e brillante specchio delle mille sfaccettature che compongono l'anima di Grazia, RAGAZZE FORTY ha tutte le carte in regola per lasciare il segno, graffiante e sofisticato com'è al tempo stesso. Una miscela di generi che è un'esplosione di colori e suoni; funk, jazz, soul, R&B e world music vengono guarniti di crema pop, reggae (Senza Tempo) e, alla bisogna, addizionati di una spruzzata di rock (Vento D'Europa) per rendere più effervescente il tutto. A rappresentare questa prima fatica solista Grazia, col contributo decisivo del produttore artistico Roy Paci, sceglie l'attualissima Mi Viene Un Brivido, cover dei Denovo di Mario Venuti e Luca Madonia, dalla ritmica estremamente radiofonica e capace di insinuarsi, se solo i poteri forti dell'etere lo volessero, nell'airplay dei maggiori networks. Ma è fin dalle prime note della morbida I Craj che veniamo trasportati nel mondo verace e variegato (musicalmente e linguisticamente) di Grazia mentre la tromba puntella con metodo il funky jazz scratchato dal primo ospite, quel Gianluca Cranco, meglio noto alle cronache musicali come Tayone, che ben si inserisce nell'economia del pezzo. Da un vecchio grammofono ecco provenire l'ariosa L'Astronave, con le sue influenze anni '60, very smooth, che di lì a poco prenderanno una elegante piega argentina nel tango di Sola Cammino caratterizzato dal bandoneón di Daniele Di Bonaventura. Ne Il Sogno Di Volare compare Mauro Ermanno Giovanardi per quello che pare essere un inedito proveniente dalle sessioni di registrazione di ELDORADO, capolavoro dei Mau Mau di fine millennio in cui ancora militava Paci, lasciato nel cassetto a maturare. Interessante la seconda cover proposta; Se Tornasse Caso Mai, adattamento italiano di quella If He Walked Into My Life portata al successo negli U.S.A. da Eydie Gormé, ha un ritmo suadente, accellerato rispetto all'originale, e riporta alla mente La Festa Delle Lucciole della giovane Naif Hérin, ideale alter ego musicale valdostano. Tra le prerogative dell'album salta all'orecchio la commistione di più lingue, nel riuscito tentativo di adeguare alle varie atmosfere sonore anche il cantato, quasi si fosse al cospetto di un nuovo esperanto. La frenetica Pizzicapoeira, con Itaiata De Sa alle percussioni, è danza incessante e significativo esempio in tal senso, melting pot linguistico per eccellenza che spazia dall'italiano al brasiliano passando per il dialetto del Salento, terra di origine di Grazia. C'è spazio pure per la meditazione e il sogno con l'eterea Rimesto Enigmatico, forse il capitolo più oscuro, ma non per questo meno valido, del lavoro, tra scorci classici, melodia popolare e scatti trip hop. E dopo Sola È La Terra, crossover italo-swahili in compagnia di Primo dei Cor Veleno, le danze si concludono con il pianoforte di Caschi Indifferenti, algida chiusura di "un cantautorato contaminato, poetico, suggestivo, a volte tagliente, a volte ironico, un po' fuori dagli schemi; il luogo ideale dove sperimentare l’incontro tra stili musicali diversi e sonorità cangianti." A voi: il cocktail dell'estate è servito.
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