STORIE MANCATE
Violacida
- Rock Contest Records/Infecta Suoni & Affini - 2013
Direttamente dalla Lucchesia ecco il disco di debutto per il giovane quartetto dei Violacida. Dopo il piacevole assaggio contenuto nell'ep SIAMO TUTTI POVERACCI e rilasciato lo scorso anno, Antonio Ciulla, Elia "Laszlo" Bartolini, Luca Modena e Francesco Renieri procedono nel loro spensierato percorso artistico destinando all'ascoltatore un gustoso menù a base di sprezzante rock'n'roll (Il Quartiere), moderno beat (Giusy) e derivativo folk pop (Dormire), il tutto condito con una gradevole spruzzata di psichedelia cantautorale che garantisce in ultima analisi un taglio indie alla loro offerta sonora. Canzoni semplici, dirette, eppure ugualmente elaborate allorquando sotto l'apparente patina pop e la facile fruibilità si dovesse andare a ricercare la volontà di realizzare un concept album basato su un sentire assai diffuso presso le nuove generazioni. Anomalo, forse casuale, ma di certo urgente. Ce lo spiegano loro stessi: le storie mancate "sono le occasioni perse, le giornate rovinate nel buio di una stanza, gli amori non vissuti, i rospi ingoiati, le passeggiate notturne nella città deserta, la nostra giovinezza un po' distratta. Le storie mancate sono tutte le favole che ci facciamo nella testa, l'inseguimento di un mito, la voglia di una fuga insensata e della felicità eterna; un enorme vuoto da dover riempire, in una maniera o nell'altra." Una presa di coscienza che, dopo essersi ritagliato una fetta di universo nella propria stanza, il quartetto prodotto da Manuele "Max Stirner" Fusaroli vuole condividere all'esterno, cercando di raggiungere il maggior numero di contatti, ma senza per questo assumere un ruolo di guida e pontificare dall'alto. Sfruttando una versatilità musicale invidiabile i Violacida volano basso, ma arrivano sempre al dunque. Il walzer di A Cinque Anni è quanto i Tre Allegri Ragazzi Morti non hanno ancora osato proporre così come La Ballata Degli Ostinati, corale e graffiante, e Una Canzone Per Perdere Tempo, pur affondando le proprie radici nel medesimo humus dei corregionali Zen Circus, sono nuovi abiti da cerimonia per vecchie celebrazioni. Arriva dritto al cuore l'ottima Occhi Belli (non a caso scelta anche come primo singolo), con la sua coda strumentale e uno psichedelico synth che imperversa con gusto e misura dopo aver appreso le nozioni base dai Clinic. Non c'è necessariamente un lieto fine nei trasformismi di Odio Quando Mi Guardi e neppure nelle vicende amorose de La Bella Estate; ciononostante le porte restano sempre aperte e le finestre spalancate quando la solitudine viene spazzata via dall'illusione concreta di una nuova primavera. Chiusura affidata ai sogni terreni di un Povero Cristo che, catturato dal suono di una slide guitar e da un evocativo tappeto di space rock, rimira, solitario, le sfere celesti. Si succedono così, veloci, nel frenetico ritmo quotidiano, le STORIE MANCATE cantate della band toscana; si affiancano, inconsapevoli, a eventi compiuti e progetti ancora in divenire, brillando di luce riflessa. Non c'è un confine netto tra le parti. Ai Violacida il merito di aver indagato un universo da sempre così vicino a tutti noi con parole semplici. Melodie popolari per temi generazionali.
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