Tuamadre
- autoproduzione - 2013
La nostra immaginazione è da sempre popolata da terre e luoghi fantastici abitati da popolazioni a loro volta leggendarie. Alcuni nati dalla fantasia di grandi poeti e narratori, basti pensare alle isole visitate dal dottor Lemuel Gulliver o al mitico giardino delle altrettanto mitiche Esperidi; altri, si pensi all'Eldorado, al continente perduto di Mu, al regno del Prete Gianni oppure ad Atlantide, divenuti nei secoli autentiche ossessioni per viaggiatori ed esploratori; stimolo per viaggi, al contrario, decisamente reali nonché fonte di inaspettate scoperte e conoscenze scientifiche. Come in quei racconti fantastici che hanno il sapore di antiche gesta e avventure che si perdono nella notte dei tempi i genovesi Tuamadre vengono oggi investiti della missione di raccontare in musica a noi avidi ascoltatori tutto quanto concerne l'invasione dei Tordoputti, misteriosa popolazione cui fanno cenno oscure profezie favolose. Raccogliendo la testimonianza di un allucinato esploratore britannico e del suo improbabile sherpa etiope, i novelli aedi liguri ci introducono nel fantastico mondo di questa famigerata razza predona attraverso una narrazione figurativa realizzata a suon di ska, calipso e pop su una predominante base rock-steady con la quale già in passato si erano presentati, rinnovando con cognizione di causa, a modo loro, il repertorio dei quattro baronetti di Liverpool nell'esordio TUAMADRE PLAYS THE BEATLES. A far da sostanzioso contorno all'avventura dell'incauta coppia una decina di coinvolgenti canzoni ricche di citazioni colte (le musiche di Edvard Grieg per il Peer Gynt di Ibsen in Batterista Sulla Luna; il can-can di Jacques Offenbach in Swingin' Fitz) e più popolari (partendo dagli 883, che si affacciano incolpevoli in She Don't Know Me, fino ad arrivare alla Judy Garland di Somewhere Over The Rainbow nascosta in Castaway). Nonostante infatti l'aria leggera e, a tratti, demenziale che accompagna i Tuamadre anche nelle esibizioni live, fatte di travestimenti, goliardia e trovate rocambolesche per merito del frontman Naim Abid e non solo, l'impostazione del gruppo è di tutt'altro tono: la maggior parte dei suoi membri è diplomata in Conservatorio, vive di e soprattutto con la musica. Facile perciò capire come dietro ogni singolo episodio portato in sala di registrazione ci siano preparazione e attenzione alla struttura. Nulla viene perciò lasciato al caso. Anche le ospitate (l'amico Roberto Casalino alias Mirko nel singolo virale Up & Down e il veterano Mr. T-Bone ai fiati) sono mirate e funzionali al risultato finale. Solo in questo modo, noti i rudimenti basilari, è possibile infatti sperimentare e improvvisare con raziocinio e fantasia, imbastendo un canovaccio di volta in volta modificabile senza mai perdere di vista quel raffinato fil rouge necessario per mantenere vivo il contatto col pubblico. E per fuggire la banalità ad ogni costo, attraverso una comunicazione autonoma, slegata dalle convenzioni e in qualche modo unica come quella tuamadriana vuole in definitiva essere. Sì, ma in tutto questo bailamme, qualcuno riuscirà davvero a rivelare chi sono i fantomatici Tordoputti? Perché sono venuti sul nostro pianeta? Da dove vengono? Cosa vogliono? Questione di minuti, al massimo di ore... Arriveranno.
Nessun commento:
Posta un commento