venerdì 23 maggio 2014

THE ESCAPE THEORY

THE ESCAPE THEORY
Club Voltaire
- La Fleur - 2014

Rock'n'roll o ballate che siano le canzoni della teoria della fuga rappresentano alla perfezione un ottimo viatico per riconciliarsi con la buona musica. D'autore e con la marcia in più; come quella della Citroën DS rappresentata ai piedi della torre Eiffel sulla copertina del cd, nostalgico ritratto di un'epoca passata, ma ancora viva nell'immaginario comune.   Ben prodotti, immediati senza mai essere scontati, i dieci brani (più un prologo orchestrato dall'ingegnere del suono nonché musicista aggiunto Matteo Cantaluppi) proposti dai Club Voltaire sono un bell'esempio di musica adatta per qualsiasi musicofilo incallito che imbattutosi un po' per caso nell'esordio discografico su lunga distanza del quartetto comasco si porta a casa un lavoro eccellente. Una musica che guarda molto anche Oltremanica tracciando un ideale - e idealizzato - parallelo spazio-temporale tra il lago di Como e i sobborghi urbani del Merseyside. I Beatles, il sergente Pepper e la swinging London emergono prepotentemente nelle impeccabili Rendez-Vous e Pieces Of Beach, senza avvertire il benché minimo peso di cotanto paragone. Ma potremmo parlare anche dei Jam e di Paul Weller, al quale vengono tributati gli onori nell'omonima traccia centrale del lavoro; di continui e pulsanti rimandi ai Secret Affair, a Elvis Costello e ai protagonisti del brit-pop di inizio anni '90 quando a contendersi le classifiche di mezzo mondo trovavamo Oasis e Blur. Proprio ad alcune soluzioni adottate dalla band di Damon Albarn e Graham Coxon pare rivolgersi il soul contaminato di Midnight Chance e certa esagitata spensieratezza di Don't! così come non vengono neppure trascurati i Primal Scream del periodo ROCKS. Poi, chissà per quale motivo, mentre continuiamo l'ascolto del cd ci vengono improvvisamente in mente immagini in bianco e nero di partite di calcio, del Torino, dell'Italia di Vittorio Pozzo (uscita per mano della Corea del Sud, neanche farlo apposta, ai mondiali inglesi del 1966) e dell'indimenticabile Gigi Meroni, amato campione, assoluto protagonista di un calcio romantico ormai scomparso e anticonformista per eccellenza. Genio e sregolatezza insomma. E ci troviamo a ipotizzare di quanto THE ESCAPE THEORY sarebbe potuto piacere alla Farfalla, da sempre amante della musica proveniente dalla terra d'Albione, che avrebbe apprezzato un complesso italiano dedito a fare concretamente proprie le pulsioni più alla moda provenienti dall'estero, rileggendole secondo le proprie sensibilità. Che poi fra i musicisti dei Club Voltaire ci sia un Meroni beh, è il colpo di teatro che non ti aspetti, il rimando insperato, il link tra passato e presente che sorprende, ma alla fine rivela semplicemente il filo rosso che unisce tutto e porta a compimento sensazioni e affinità nascoste. Club Voltaire: che bella scoperta! Chi ha già avuto modo di accaparrarsi l'ep ABOUT THE SURFACE si troverà ora fra le mani il sequel ideale, forse meno frenetico e di impatto, ma più a fuoco e curato, capace di aggiungere un nuovo tassello al percorso e alla crescita artistica della band lombarda. Senza essere necessariamente innovativi, ma avendo ben in mente il know how. Quando vintage e modernariato vanno  braccetto.

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