KARMA - GNUQUARTET IN PROG
GnuQuartet
- autoproduzione - 2014
E finalmente è accaduto. È accaduto che il ben noto GnuQuartet, da anni spalla musicale di gran lusso per decine e decine di artisti maggiormente esposti da un punto di vista mediatico, abbia deciso di scendere in campo con un lavoro sorprendente e anomalo. Almeno al giorno d'oggi. Sia chiaro: che la musica classica incontri il rock e ne influenzi - arricchendole - certe strutture e armonie non è certo una novità di questo secolo. I prodromi vanno forse ricercati nel lontano 1969 quando gli allora rinnovati Deep Purple, capitanati dal mai dimenticato Jon Lord e con la new entry Ian Gillan alla voce, seppero fondere le proprie inclinazioni più propriamente heavy con il canone classico della Royal Philharmonic Orchestra di Londra condotta da Malcolm Arnold. Da allora l'incontro fra i due mondi seppe operare una vera e propria fusione allorquando sulla scena comparvero una nutrita schiera di band e musicisti, spesso tecnicamente sopraffini, capaci di dar il là a quello che in Italia andò inizialmente sotto il nome di pop, ma che all'estero veniva raccontato come progressive rock. Se qui da noi il trittico di complessi più celebrato (Banco del Mutuo Soccorso, Le Orme, Premiata Forneria Marconi) fu in grado di produrre dischi ancora oggi ritenuti in grado di rivaleggiare con i nomi più altisonanti d'Oltremanica e d'Oltreoceano, fuori dai confini patrii la musica avrebbe ricevuto una uguale attenzione grazie a formazioni altrettanto blasonate e competenti. Del resto la classica, quasi patrimonio nazionale, era già stata utilizzata nel decennio precedente per nobilitare attraverso le orchestre canzoni superficialmente considerate leggere, ma evergreen a tutti gli effetti: come non ricordare gli ensemble orchestrali diretti dal maestro Ruggero Cini o da un giovane Ennio Morricone? Che dire del lavoro negli studi dell'RCA? E dei contributi di Gian Piero Reverberi, Louis Bacalov e Angel "Pocho" Gatti perché non parlare? Nel 2007 i Nomadi di Beppe Carletti, nella prima metà dei '70 coadiuvati dal direttore argentino, avrebbero riportato in auge tutto il loro repertorio incidendo un emblematico doppio live album in compagnia della Omnia Symphony Orchestra diretta da Bruno Santori, a sua volta conduttore di quella Symphsonic Orchestra protagonista solo lo scorso inverno con la PFM de IN CLASSIC, una nuova lettura trasversale e sperimentale in equilibrio tra classica e prog. Così il quartetto ligure composto da Stefano Cabrera, Roberto Izzo, Francesca Rapetti e Raffaele Rebaudengo con una simile tradizione alle spalle in KARMA - GNUQUARTET IN PROG decide di omaggiare le proprie passioni condensando le quattro individualità nell'articolata Stereotaxis, sconfinato volo pindarico realizzato su più piani interpretativi, nonché autentica, spericolata sintesi fra folk, prog, jazz e - ça va sans dire - classica. L'unico inedito del cd diventa in realtà occasione per intuirne le direttrici principali sviluppate di lì a poco a partire dal genio di Frank Zappa (Peaches En Regalia), passando per gli attesi Pink Floyd (The Great Gig In The Sky con il prezioso featuring vocale di Durga McBroom-Hudson) e i barocchismi rock degli Yes (Roundabout), fino ai maturi Genesis di Hairless Heart. Conclude l'esperienza un sentito omaggio al primo esperimento italiano di musici e orchestra. Concerto Grosso 1, I Tempo, Allegro è infatti il giusto tributo a quei primi, conterranei e seminali New Trolls nell'ennesima rilettura per soli archi e flauto capace di dare un seguito, una progressione, a quel tesoro musicale che li ha preceduti completando inconsciamente quanto proposto sull'Adriatico dai romagnoli Quintorigo. Un "deposito di esperienze e storie del passato che attiene all'inconscio, al fluire continuo della vita ed alla sua capacità di trasformazione". Forse che qualcuno ha parlato di karma?
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