L'ANGELO RINCHIUSO
Aldo Tagliapietra
- Clamore - 2013
"Io non sono un uomo del passato e nemmeno un uomo del futuro. Io viaggio nel tempo - prigioniero del vento - sulle ali dell'eternità." Questo è Aldo Tagliapietra oggi. Questo è il sintetico ritratto che meglio esprime l'essenza dell'Uomo prima ancora dell'Artista che per decenni ha contribuito a forgiare con Le Orme un sound unico e riconoscibilissimo in Italia e all'estero, autore schivo eppure determinante per la quadratura del cerchio, perennemente innamorato del suo lavoro. Se dopo il mesto divorzio dalla band madre che, ricordiamolo, contribuì a fondare nel lontano 1966 qualcuno avesse ipotizzato un sereno e tranquillo ritiro a vita ascetica e contemplativa in qualche locus amenus tra Veneto e India, la produzione discografica post Orme del musicista muranese è qui a dimostrare con veemenza l'esatto opposto. Con una progressione oggettivamente quasi insperata - visto il glorioso passato e la possibilità di vivere di rendita con nuovi live improntati su un facile revival - alle soglie dei settant'anni Aldo vive una seconda giovinezza ed estrae dal proprio quadernetto degli appunti note e pensieri capaci di puntellare quella che possiamo considerare una carriera solista vera e propria. Magari non cercata, ma vissuta con la solita passione e il noto impegno; di certo non come una parentesi minore. Abituato a ragionare in gruppo, Tagliapietra conferma dalla precedente formazione gli affiatati Former Life Matteo Ballarin e Andrea De Nardi, coadiuvati dal già noto Manuel Smaniotto, e, indicando la via, si fa accompagnare dai giovani trevigiani in un onirico viaggio sinergico. Una sfida senza più compromessi che richiede, ma al tempo stesso implementa, energie e forza comunicativa. Se NELLA PIETRA E NEL VENTO, il precedente album rilasciato nel 2012, andava ad esplorare la dimensione prog su un impianto fondamentalmente pop L'ANGELO RINCHIUSO, pur non rinunciando mai alle imprescindibili linee melodiche tanto care a Tagliapietra, si inserisce senza dubbio in maniera più completa nel solco della tradizione progressiva. Neanche troppo paradossalmente è proprio la melodia ad accentuare l'essenza prog delle nuove composizioni, assemblate spontaneamente in una elegante suite di quasi quaranta minuti, sganciandosi da statici cliché formali che vorrebbero sempre la tecnica prevalere sul buon gusto. Riflessi Argentati, breve raccordo strumentale tra la circolarità di Io Viaggio Nel Tempo e la cosmica riflessione interiore di Storie, è uno dei tanti esempi in tal senso, favoriti dalla felice scansione narrativa del platter incentrata sulla visita notturna ad un vecchio da parte di quell'angelo che dà titolo al disco e al successivo, intimo, dialogo tra le parti. Sarà questa stessa creatura ultraterrena a restare imbrigliata tra i fitti reticoli della memoria umana allorquando, passati in rassegna i ricordi del tormentato signore, giungerà ad una nostalgica immagine famigliare: quella di due pianeti lontani, localizzati in simbiotico parallelismo nelle profondità dell'universo. Lo sfavillante Felona e l'oscuro gemello Sorona sono una volta ancora lì davanti ai nostri occhi, in tutto il loro fascino astrale, quarant'anni dopo la loro prima apparizione. Qui la rivelazione. Al nostro fianco infatti la creatura celeste ed l'essere umano assumono i contorni di proiezioni dello stesso Tagliapietra, con la prima tutta intenta a lenire i dolori del secondo. Il sontuoso Magnificat finale rafforza l'accorata preghiera laica e chiude il lavoro risuonando in una esistenza che è verità di fede. Come gli angeli custodi; invisibili e silenziosi, ma sempre accanto all'uomo. Prova ad alzare uno sguardo verso il cielo e tutto capirai.
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