MOSTRO FRAGILE
Manoloca & Massimo Vecchi
- I Nomadi - 2014
Galvanizzati dall'ottimo responso tributato insindacabilmente dall'affezionato popolo nomade al precedente debut album LONTANO DAL CERCHIO e sorretti da una invidiabile nonché costante crescita sui palchi di mezza Italia che ne ha affinato le qualità e amplificato a dovere il sound, tornano i Manoloca di Massimo Vecchi con un cd che vuole essere da un lato il giusto sequel al lavoro di tre anni fa, dall'altro un naturale passo avanti rispetto a quella prima prova, capace di veicolare con ancora più grinta e passione - le stesse riconosciute in sede live - il messaggio di attualità sociale che ne contraddistingue l'essenza originaria. Indiscussa protagonista è qui più ancora che in passato la chitarra di Dave Colombo, la quale fin dal wah-wah iniziale dell'orchestrale Segni Di Rispetto traccia le coordinate e lascia intravedere ruspanti riflessi hard rock per un platter che saprà spingere sull'acceleratore con giusta misura dall'inizio alla fine. Con un baldanzoso mood party metal che sembra esser uscito da un indovinato riff di Ricky Portera Manoloca è la canzone in grado di sintetizzare in poco più di tre minuti la miscela di vigoroso rock e sfrontata attitudine alla base della ragione sociale della band. Colombo non ha grossi problemi a ricordarci come Eddie Van Halen sia stato l'ultimo grande innovatore della chitarra metal; nell'assolo e nei licks della circolare e pachidermica Ancora Rido c'è tutta la sua ammirazione per la band di David Lee Roth (chi rammenta l'omaggio ai Van Hagar con l'inusuale scelta di proporre la misconosciuta strumentale Baluchitherium nei passati concerti?) e addirittura una punta di manierismo nel ricordare lo stratosferico Randy Rhodes, altro talentuoso axe-man che non necessita certo di alcuna presentazione. Così, quando si parla la stessa lingua è più facile comunicare. E lo sa bene Agostino Barbieri che si ritaglia sempre maggior spazio con le sue tastiere vintage senza mai risultare invadente o peggio ancora prolisso, ma piuttosto sostenendo diverse composizioni come la spumeggiante Sei Di Nuovo Tu (ottima la prova di Daniele Radice al basso) e la più compassata, ma ugualmente ariosa Non Sei Più Dio. A Massimo Vecchi restano allora solo le briciole? Evidentemente no. Sempre più calato nel ruolo di front-man e interprete lungo tutta la durata di MOSTRO FRAGILE ruba letteralmente la scena quando si tratta di accendere l'infuocata Polvere Di Vuoto in un felice dai e vai con l'onnipresente Colombo, perfetta spalla musicale per le scorribande soliste del bassista di casa Nomadi. E svela un lato confidenziale - a conti fatti abbastanza inedito - nella riuscita ballad Che Ne Sai aperta da un semplice arpeggio di chitarra molto atmosferico in grado di riportare alla mente di chi scrive le introduzioni acustiche dei Metallica prima maniera. Impossibile non citare il faticatore del ritmo Franz Piatto e il suo sodale Radice che oltre a costituire la spina dorsale del progetto determinano attraverso una sinergia simbiotica la direzione del gruppo. La funky Quello Che Tocca così come la tonante Lettera All'Amico R. non sarebbero risultate altrettanto efficacemente quadrate se al loro posto la band avesse arruolato una sezione ritmica meno affiatata. In chiusura arriva l'ottima Tu Da Che Parte Stai, ennesima conferma, probabilmente la più completa del lotto, atta ad avvalorare questa tesi, nella sua corsa lanciata a tutta velocità su quel treno che nessuno ha voglia di fermare. Una finestra - e una garanzia - spalancata sul futuro.
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