venerdì 24 ottobre 2014

POST MERIDIAN SOUL

POST MERIDIAN SOUL
March Division
- autoproduzione - 2014

Correva l'anno 2012 e il duo composto da Andy Vitali e Emanuele Patania si (ri)affacciava nel giro della musica che suona con idee ben chiare e un gran bel cd d'esordio, il consigliatissimo RADIO DAYDREAM. A quasi tre anni da quel primo importante passo i March Division hanno raddoppiato le forze e diviso le fatiche di un percorso musicale che viaggia su coordinate sempre più complete e accattivanti. Affiancati dai collaboratori storici Mattia Pissavini e Stefano Lai, abbandonate - ma a ben guardare solo in parte - le atmosfere più smaccatamente British che ne avevano contraddistinto le mosse nel primo anno di vita, il rinnovato quartetto lombardo aveva già sottolineato un primo cambio di rotta e di attitudine nei tanti live portati a termine all'indomani della pubblicazione del singolo digitale Arizona. Ciò che è confluito nei due successivi ep propedeutici alla realizzazione di POST MERIDIAN SOUL sono stati loop e campionamenti, elettronica e synth pop usati per sporcare il rock classico di cui comunque i quattro musicisti restano debitori (Friday Will Come) rivoluzionando radicalmente l'orizzonte sonoro della band. La scelta ragionata di mescolare The Music a New Order e Klaxons anziché a Led Zeppelin e Oasis ha prodotto come risultato una virata fatta di sintesi suburbana che ci indirizza verso lidi meno vigorosi e irruenti, ma senza dubbio alcuno non meno incandescenti ed evocativi, sospinti da un motore ritmico che lascia senza fiato. La contemporaneità del nuovo album - pensato per spazi aperti e liberi come potrebbe essere un happening internazionale con i Chemical Brothers in vetta al bill - ricolloca i March Division e ne saggia l'eclettica adattabilità a fondere il suono delle origini con le pulsanti soluzioni offerte dalla tecnologia in uso presso le next best things. Unico errore tattico l'aver voluto sondare il terreno con un ep omonimo a fine febbraio e averlo riproposto qua per intero. Se infatti le danze hanno subito inizio con la nuovissima Night Fare lungo un percorso labirintico che troverà la propria via di uscita tra le algide onde à-la Wamdue Project della glaciale Water, sono però episodi già noti quelli che catturano a tutta prima l'attenzione dell'ascoltatore. È il caso della marziale Dig It, ma anche quello della sperimentazione orientaleggiante di Old Man Knocking e del brillante oscillamento che contraddistingue Sell-by Date, tutte tracce godibilissime contenute insieme alla dance ambientale di Downtown Devil e all'heavy beat da Generation X di Right On My Way nel POST MERIDIAN SOUL ep uscito a solo otto mesi fa. Se quello fu comunque un comprensibile e sostanzioso antipasto ecco ora servite le portate principali, complementari, ma diversificate; saporite, appetitose, per ogni tipo di palato. C'è l'omaggio duraniano di Suburban Rust e la proto jungle di Rust'n'Dust, ma trovano spazio anche la riflessione new wave condotta in One Of Ten, il riuscito synth punk di Morning Junk così come una canzone di fede e devozione qual è Time Won't Wait. Questo per chi è alla ricerca di continui paragoni con quanto magari ha già masticato di conosciuto. Per tutti gli altri, lasciarsi coinvolgere dal sound fresco dei March Division potrà essere non solo una sorpresa, ma addirittura uno stimolo a scoprire nuove realtà che non si accontentano di forme e formule immutabili nella loro ripetitività, ma che credono ancora nel mutamento e nella metamorfosi. In fin dei conti, nonostante ciò che si è portati a pensare, è molto facile piacersi ed lo è ancora di più volersi bene. Sono curiosità e apertura mentale a non dover fare difetto. Tu alla sera, quando esci, dove vai?

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