06-04-2011
- THE TWILIGHT SINGERS live @ Magnolia -
Segrate (MI)
Siamo ad aprile. A poco più di un mese dalle prove per il tour mondiale che li terrà occupati almeno fino al mese di giugno, i Twilight Singers di Greg Dulli approdano nuovamente nel Bel Paese per proporre in sede live i brani del recentissimo DYNAMITE STEPS, album che segna l'inizio della collaborazione con la gloriosa Sub Pop dopo i proficui anni passati non senza reciproche soddisfazioni con la londinese One Little Indian. La band che oltre al suo distinto fondatore questa volta annovera tra le sue file i veterani Scott Ford e Dave Rosser, rispettivamente al basso e alla chitarra-cori, Greg Wieczorek alla batteria e il polistrumentista Rick Nelson al violino, al piano e ai synth, ha pure un ospite d'eccezione, anzi, oggi due: sono gli amici di lungo corso Manuel Agnelli e il redivivo Dario Ciffo che, con Dulli e i restanti Afterhours del periodo, affrontarono le registrazioni in terra siciliana di BALLATE PER PICCOLE IENE prima e BALLADS FOR LITTLE HYENAS dopo, a cavallo tra 2005 e 2006.
Un parterre compatto e variegato accoglie calorosamente l'ingresso dei musicisti sulle note introduttive di Last Night In Town, primo di ben sei estratti dall'ultima fatica in studio che andranno a costituire un terzo della scaletta odierna. Qualche problema in spia, ma è già tempo per rispolverare un classico da BLACKBERRY BELLE: Fat City (Slight Return) consente le prime significative interazioni da parte dei ragazzi accorsi sotto al palco che accompagnano Dulli nelle strofe e Rosser al controcanto. Le loro due chitarre unite a quella di Agnelli per un inedito attacco a tre sono un soluzione lussureggiante per l'elegante Gunshots e mentre l'ex cantante degli Afghan Whigs è ancora intento ad accordare la sua Gibson ES-355, che ad ogni brano necessita un'aggiustatina, ecco un altro pezzo dal passato recente: Forty Dollars, spinta da un violino molto afterhoursiano, viene cantata senza gli effetti della versione in studio, scorrendo più fluida e immediata come la piccola, ma voluta, citazione di She Loves You nel finale richiede.
La stessa fruibilità è rintracciabile nella sognante She Was Stolen il cui tappeto organistico rimanda a certe atmosfere care ai Mercury Rev di Jonathan Donahue. Chi si aspetta a questo punto che il concerto viva sull'alternanza fra pezzi nuovi e brani vecchi resta piacevolmente sorpreso dall'osservare come il frontman per la canzone successiva sarà Manuel Agnelli che, depositata la sua chitarra, emerge dalle nebbie rosse di un palco eccessivamente fumoso, e sempre molto in ombra, per interpretare la "sua" I Milanesi Ammazzano Il Sabato, ben più corposa rispetto all'originale tratta dall'omonimo album. Dopo questo gustoso intermezzo che le videocamere di mezzo parterre non si lasciano sfuggire, è tempo di omaggiare un'altro artista. Questa volta si tratta dell'amica Martina Topley-Bird autrice insieme al dj David Holmes di Too Tough To Die, brano contenuto nel suo esordio solista QUIXOTIC e già ripreso in maniera sbilenca e personalissima dai Twilight Singers nel loro album di cover SHE LOVES YOU. È questa la fase di stanca del concerto che registra però una decisa impennata con i successivi due classici: Love e Annie Mae danno infatti la giusta scossa, anche ai musicisti stessi, Dulli su tutti, soprattutto per merito del luciferino violino suonato da Nelson e grazie al marziale piano, per l'occasione appannaggio di Agnelli, che preparano il terreno ad un unicum tra i due brani, senza soluzione di continuità.
Sempre troppo poche le parole del buon Greg che, senza perdersi in fronzoli, va al sodo con la successiva Bonnie Brae e chiama on stage Dario Ciffo, finalmente di nuovo al violino, per la nuova Get Lucky al termine della quale Manuel ha già anticipato tutti attaccando Teenage Wristband, vero e proprio must accolto da un boato e cantata all'unisono da band e fans: you wanna go for a ride? So let's do it! A questo punto sul palco restano solo i cinque musicisti americani e la scelta di fine set ricade sulla ipnotica melodia strisciata di soul di Candy Cane Crawl prima che le ovattate atmosfere cinematografiche di Never Seen No Devil, colonna sonora di un film che è il quotidiano vissuto in una qualunque metropoli, si impossessino della scena. Get Lucky ci riporta coi piedi per terra, utile però ad introdurre nuovamente gli amici Manuel e Dario "per eseguire una canzone che abbiamo scritto tutti quanti insieme in Sicilia sette anni fa".
La batteria seguita dal taglio di chitarra è inconfondibile: La Vedova Bianca o My Time (Has Come) che dir si voglia, è urlata in ugual misura dal cantante degli Afterhours e dallo stesso Dulli, il primo cantandola in italiano, il secondo intrecciando il testo inglese per una versione che non ha precedenti. Per i bis Greg passa al piano, Agnelli e Rosser alle chitarre e la sezione ritmica macina chilometri stando al proprio posto per una The Killer da brividi contrappuntata dal solito violino di Nelson. Siamo in dirittura d'arrivo: le onde di Waves ci trascinano nei loro pericolosi vortici, risucchiandoci ripetutamente e facendoci riemergere provati dagli abissi sonori in cui ci hanno condotto senza alcuna pietà. Spetta così all'Hyperballad di Björk, riveduta e corretta secondo il proprio gusto, mettere la parola fine ad uno dei concerti migliori di questa parte di tour europeo, se è vero come è vero che le parole conclusive di Dulli "It was my great pleasure to sing for you tonight!" poco prima di scendere dal palco verranno successivamente confermate da quanto scritto online solo tre giorni dopo, il 9 aprile, sostenendo come le tappe italiane siano state addirittura degli "highlights, non solo per via del pubblico che impazziva ad ogni data, ma anche per aver trascorso del tempo with our good friends, Ciao Italy!" Ciao Greg, ciao ragazzi; a presto!
Un parterre compatto e variegato accoglie calorosamente l'ingresso dei musicisti sulle note introduttive di Last Night In Town, primo di ben sei estratti dall'ultima fatica in studio che andranno a costituire un terzo della scaletta odierna. Qualche problema in spia, ma è già tempo per rispolverare un classico da BLACKBERRY BELLE: Fat City (Slight Return) consente le prime significative interazioni da parte dei ragazzi accorsi sotto al palco che accompagnano Dulli nelle strofe e Rosser al controcanto. Le loro due chitarre unite a quella di Agnelli per un inedito attacco a tre sono un soluzione lussureggiante per l'elegante Gunshots e mentre l'ex cantante degli Afghan Whigs è ancora intento ad accordare la sua Gibson ES-355, che ad ogni brano necessita un'aggiustatina, ecco un altro pezzo dal passato recente: Forty Dollars, spinta da un violino molto afterhoursiano, viene cantata senza gli effetti della versione in studio, scorrendo più fluida e immediata come la piccola, ma voluta, citazione di She Loves You nel finale richiede.
La stessa fruibilità è rintracciabile nella sognante She Was Stolen il cui tappeto organistico rimanda a certe atmosfere care ai Mercury Rev di Jonathan Donahue. Chi si aspetta a questo punto che il concerto viva sull'alternanza fra pezzi nuovi e brani vecchi resta piacevolmente sorpreso dall'osservare come il frontman per la canzone successiva sarà Manuel Agnelli che, depositata la sua chitarra, emerge dalle nebbie rosse di un palco eccessivamente fumoso, e sempre molto in ombra, per interpretare la "sua" I Milanesi Ammazzano Il Sabato, ben più corposa rispetto all'originale tratta dall'omonimo album. Dopo questo gustoso intermezzo che le videocamere di mezzo parterre non si lasciano sfuggire, è tempo di omaggiare un'altro artista. Questa volta si tratta dell'amica Martina Topley-Bird autrice insieme al dj David Holmes di Too Tough To Die, brano contenuto nel suo esordio solista QUIXOTIC e già ripreso in maniera sbilenca e personalissima dai Twilight Singers nel loro album di cover SHE LOVES YOU. È questa la fase di stanca del concerto che registra però una decisa impennata con i successivi due classici: Love e Annie Mae danno infatti la giusta scossa, anche ai musicisti stessi, Dulli su tutti, soprattutto per merito del luciferino violino suonato da Nelson e grazie al marziale piano, per l'occasione appannaggio di Agnelli, che preparano il terreno ad un unicum tra i due brani, senza soluzione di continuità.
Sempre troppo poche le parole del buon Greg che, senza perdersi in fronzoli, va al sodo con la successiva Bonnie Brae e chiama on stage Dario Ciffo, finalmente di nuovo al violino, per la nuova Get Lucky al termine della quale Manuel ha già anticipato tutti attaccando Teenage Wristband, vero e proprio must accolto da un boato e cantata all'unisono da band e fans: you wanna go for a ride? So let's do it! A questo punto sul palco restano solo i cinque musicisti americani e la scelta di fine set ricade sulla ipnotica melodia strisciata di soul di Candy Cane Crawl prima che le ovattate atmosfere cinematografiche di Never Seen No Devil, colonna sonora di un film che è il quotidiano vissuto in una qualunque metropoli, si impossessino della scena. Get Lucky ci riporta coi piedi per terra, utile però ad introdurre nuovamente gli amici Manuel e Dario "per eseguire una canzone che abbiamo scritto tutti quanti insieme in Sicilia sette anni fa".
La batteria seguita dal taglio di chitarra è inconfondibile: La Vedova Bianca o My Time (Has Come) che dir si voglia, è urlata in ugual misura dal cantante degli Afterhours e dallo stesso Dulli, il primo cantandola in italiano, il secondo intrecciando il testo inglese per una versione che non ha precedenti. Per i bis Greg passa al piano, Agnelli e Rosser alle chitarre e la sezione ritmica macina chilometri stando al proprio posto per una The Killer da brividi contrappuntata dal solito violino di Nelson. Siamo in dirittura d'arrivo: le onde di Waves ci trascinano nei loro pericolosi vortici, risucchiandoci ripetutamente e facendoci riemergere provati dagli abissi sonori in cui ci hanno condotto senza alcuna pietà. Spetta così all'Hyperballad di Björk, riveduta e corretta secondo il proprio gusto, mettere la parola fine ad uno dei concerti migliori di questa parte di tour europeo, se è vero come è vero che le parole conclusive di Dulli "It was my great pleasure to sing for you tonight!" poco prima di scendere dal palco verranno successivamente confermate da quanto scritto online solo tre giorni dopo, il 9 aprile, sostenendo come le tappe italiane siano state addirittura degli "highlights, non solo per via del pubblico che impazziva ad ogni data, ma anche per aver trascorso del tempo with our good friends, Ciao Italy!" Ciao Greg, ciao ragazzi; a presto!
Andrea Barbaglia '11
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