CANTI BELLICOSI
I Cosi
- Cosmax Recordings - 2012
Sinceramente li avevamo dati per dispersi. Dopo un esordio che aveva convinto solo in parte, ma forti di una buona carica in sede live che ne aveva accentuato il lato rock'n'roll a discapito forse della componente beat, tornano oggi, dopo ben cinque anni da ACCADRÀ, I Cosi di Marco Carusino, già chitarrista del Morgan solista più convincente e leader de Le Sagome, come sempre supportato dal basso lineare di Antonio Mesisca, alter ego del frontman-chitarrista e figura chiave per il proseguimento di carriera del trio rimasto orfano di Stefano Aquino. C'è infatti una novità alla batteria. Deve sorprendere solamente in parte la scoperta che dietro le pelli della band segga ora Alessandro Deidda, batterista a pieno regime de Le Vibrazioni e amico di lungo corso della band; compagno di sala di registrazione in via Lombroso a Milano, navigato drummer capace attraverso la sua competenza e la sua unicità di far riscoprire il piacere di suonare in una band, Deidda entra nell'organico de I Cosi a fari spenti, ma garantendo maggiore dinamicità e potenza ai milanesi fin dalle prime uscite. Senza troppi clamori e forte delle esperienze fatte dal vivo, il trio si trova così a lavorare sul materiale confluito in CANTI BELLICOSI, album che lungo dieci episodi inediti, da un lato "indaga il tema dei conflitti che l’uomo coltiva con sé stesso, con la società e soprattutto con chi ama"; dall'altro riflette sul concetto di "bel canto, riportato ai giorni nostri". E se, come ci ricorda la band, di questi conflitti primordiali "la polvere da sparo sono i nostri pensieri", la miccia capace di innescare la detonazione ultima proviene spesso dall'incapacità degli autori di mettere a fuoco la poetica del Bello e del Buono nella Musica. Una recherche già affontata veementemente dai Marlene Kuntz qualche anno fa con quel manifesto programmatico che è Bellezza e proseguita col monumentale UNO. Qui I Cosi, su un substrato musicale sostanzialmente mutuato dagli Anni '60, sempre in equilibrio tra le radici dei grandi autori del passato e il desiderio mai sopito di novità, si avvicinano con rispetto alla tradizione cantautorale nostrana (Fotografia pare un inedito di Gino Paoli; Se Non un successo sanremese), mettendo ulteriormente a fuoco gli elementi già evidenziati con il disco di esordio e, al contempo, andando a riempire quei vuoti che ne avevano purtroppo "minato" la riuscita globale. Ci sono le raffinatezze formali di Universo, la precarietà dei sentimenti di Settimana Enigmistica, gli stacchi power pop della nervosa Cose Nuove, le aperture mescalere della title track che rivela nelle sue corali armonie vocali una stretta comunanza con soluzioni in precedenza usate dal già citato Marco Castoldi, in arte Morgan. Romanticamore è una cavalcata spaghetti western rubata ai film di Sergio Leone se il grande regista romano si fosse occupato di commedia all'italiana; L'Assedio cita Piero Ciampi mentre su un ipnotico giro surf, tra slide guitar e Britpop, vengono esposte Le Ragioni Degli Altri. Chiude la notturna Quello Che So, dissolvenza cantautorale dalle garbate distorsioni lisergiche. Trenta minuti di rock sincero e senza pose; tanta melodia analogica in controtendenza ai suoni del momento. Per quanti credono che la Bellezza possa davvero salvare il mondo. Forse che ho sognato troppo l'altra notte?
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