Incoming Cerebral Overdrive
- Supernatural Cat - 2012
Registrato da Lorenzo Stecconi presso il Locomotore Studio di Roma, il viaggio alla deriva nello spazio siderale più oscuro è condotto da un quintetto di pistoiesi esperti e temerari. Gli Incoming Cerebral Overdrive giunti al loro terzo lavoro discografico hanno una missione: narrare una immaginaria, oscura e solitaria peregrinazione negli abissi dell'universo. È stato ritrovato un diario, ma non possiamo sapere nulla più di quanto il suo autore abbia scritto al suo interno. Un esploratore dello spazio. Un aviatore solitario, un cacciatore abbandonato al suo destino. Da dove provenga è un mistero. Dove fosse diretto, un azzardo. Impossibile identificare i luoghi da lui esplorati, reali o immaginati che siano; inutile tentare di comprendere il significato profondo delle sue paure, delle sue sensazioni e del senso di frustrazione che emerge dalle sue parole. Persi i contatti con la sua terra, probabilmente disintegratasi anni luce fa, unico rimasto fra i suoi simili, il protagonista si avventura nella galassia, vagando tra le stelle più luminose dell'intero universo. Frammenti e schegge di vita vengono ricomposti più volte. Senza requie. Le malvagie voci di Polaris cullano con inquietudine l'ascoltatore, tra polvere di terra e ferro; Pherkad e la vicina Kochab costituiscono con Adhara la sintesi sonora dell'opprimente percorso celeste al quale stiamo partecipando. Da questo nucleo centrale di musiche si dipana infatti la spirale dei restanti episodi. Tra sludge, cavalcate lisergiche, distorsioni, incubi e claustrofobiche atmosfere alternative prendono il sopravvento alienanti voci effettate e massicce chitarre alt metal, tanto strutturate quanto cicliche e ripetitive (Betelgeuse). Il mix psichedelico di suoni interstellari si nutre di espressioni death e grind, annichilendo con soluzioni chitarristiche vicine ai System of a Down (l'opener Mirzam, la furiosa Bellatrix) e monumentali musiche progressive (la formidabile Rigel posta in chiusura a suggellare il tutto) capaci di contaminarsi all'uso dei synth, come ben evidenzia la pioggia di schegge meteoritiche sprigionate da Sirius B. Nel sistema binario di quest'ultima trova poi spazio l'alter ego Sirius che, come la sua compagna, disegna ed esaurisce la propria orbita all'interno di desolate praterie celesti, solcate e sferzate dai suoi ficcanti riff. Aperto a sempre nuovi orizzonti, il progetto I.C.O. vanta per l'occasione la partecipazione attiva in fase di composizione e registrazione di ⅔ degli Ufomammut, spiriti affini dal percorso indubbiamente similare. Solito plauso infine all'ottimo lavoro concepito dal Malleus Rock Art Lab che anche in questa occasione è stato in grado di realizzare una cover capace di unire il Simbolismo all'Art Nouveau, ancora più apprezzabile nell'elegante edizione del disco in vinile.
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