L'ARTISTA
Enzo Jannacci
- Alabianca Records - 2013
Ce l'aveva anticipato il figlio Paolo una sera di metà maggio, a Parabiago, tra una chiacchiera e l'altra al termine del suo primo concerto dopo la scomparsa del padre Enzo: "Il prossimo disco di papà sarà una bomba!" Abbiamo così dovuto pazientare fiduciosi per tutta l'estate e attendere financo un mese in più rispetto alla preventivata uscita di ottobre aver di nuovo tra le mani l'Artista con le sue ultime incisioni destinate al grande pubblico. Qualche anno fa in occasione della presentazione dell'antologico THE BEST, ragionata summa di oltre 45 anni di carriera vissuti sempre senza mai andare fuori tempo, pareva che il futuro prossimo venturo non dovesse più riservarci nuovi lavori artistici del medico-cantautore più amato d'Italia. Poi fortunatamente vennero il dvd live THE BEST CONCERTO VITA MIRACOLI, gli splendidi duetti istantanei con i Selton sul disco di debutto dei quattro brasiliani della Bovisa, un cameo sul doppio Q.P.G.A. dell'amato Claudio Baglioni. E la speranza che un seguito a L'UOMO A METÀ (datato 2003) fosse comunque in fieri e che prima o poi avrebbe visto la luce. A nove mesi dalla scomparsa di Enzo esce così l'ultimo disco del grande cantautore. "È venuto fuori un bel lavorino..." Così avrebbe detto lui nel riascoltare gli undici brani andati a comporre L'ARTISTA, disco michelangiolesco come michelangiolesco sa essere solo la Pietà Rondanini, guarda caso conservata proprio a Milano nelle stanze del Castello Sforzesco ed elaborata a suo tempo negli ultimi anni di vita del maestro aretino. È un album inderogabile, che canta l'urgenza del tempo che fugge e lo fa con una lucidità ora sussurrata ora drammatica. Ecco perché con quella voce, trasfigurata, sovrannaturale, "spaziale" la definirà Paolo, Jannacci può cantare una volta ancora ciò che vuole. È crooner con Il Tassì, in origine retro del primo singolo L'Ombrello Di Suo Fratello, che come per magia ci riporta agli esordi del 1961; è fermo cantore della vita amara quando pareggia il maestoso arrangiamento di Cosa Importa cui contribuisce con la sua linea di basso Dino D'Autorio; si fa piccolo nella struggente Maria Me Porten Via, divenuta oggi emozionante dialogo ad una voce con l'amata in cui l'amore per lei e il proprio figlio sgorga, trabocca ed erompe direttamente dal cuore in un passaggio di testimone e di ruoli a casa Jannacci affrontato una seconda volta nella toccante La Sera Che Partì Mio Padre. È il tema del viaggio la costante di questi frammenti dimenticati e oggi recuperati, tra i meno prevedibili di un repertorio sconfinato e sempre attuale che va ad omaggiare l'amico Sergio Endrigo, di cui negli anni di gioventù l'Enzo fu pianista, con l'interpretazione dell'immortale Io Che Amo Solo Te. Fra i ricordi scolpiti nella memoria che ritornano, con noi fermi ad un Passaggio A Livello, e il poetico scrigno delle meraviglie di Non Finirà Mai (assolo di chitarra elettrica a cura del jazzman Luca Meneghello) si impone lo swing malinconico de L'Artista e l'antica purezza dei cortili e delle case a ringhiera di Un Amore Da 50 Lire. In Desolato, unico inedito dell'intero album, l'inatteso J-Ax si dimostra pressoché infallibile nei featuring con artisti di altri mondi musicali (si vedano i precedenti con Extrema, Timoria, Pino Scotto, Max Pezzali), qui duettando con Enzo in una stringente e incazzata critica sociale hip hop estremamente attuale. C'è pure spazio per la giovane vercellese Carolina Petrizzelli, sicura co-interprete della conclusiva Senza Parole in un' atmosfera così semplice e famigliare, su una base di fiati e programmazioni sintetiche. Alzate il volume: si va in viaggio verso l'Assoluto perché la vita a me, a me piace ancora tanto.
Nessun commento:
Posta un commento