giovedì 22 luglio 2010

CORPO ESTRANEO
Nomadi
- Atlantic - 2004

Attacco più grintoso di così non potevano scegliere né sferrare: L'Ordine Dall'Alto, il miglior brano di sempre con Massimo Vecchi alla voce, dà subito le coordinate di quello che è il sorprendente 24esimo disco in studio di Beppe Carletti e soci, grazie alla sua urgenza sonora, urlata e diretta. Già qualche avvisaglia col precedente AMORE CHE PRENDI AMORE CHE DAI si era avuta, ma difficilmente un ascoltatore distratto avrebbe mai pensato di dover correre ai ripari per la pioggia sonora di decibel scaricata dai Nomadi con questo cd assai maturo e dai forti accenti hard. Oriente è il singolo apripista che, su riff di Cico Falzone e tappeto di tastiere, lascia libero sfogo al sempre ottimo Danilo Sacco: se con quella voce può, come si suol dire, fare ciò che vuole, qua risulta incisivo come non mai per un brano dall'ampio respiro, immediato, ma per nulla scontato. Daniele Campani picchia come un dannato sui pezzi più tirati, merito anche di una produzione snella che non ne mortifica la bravura dietro le pelli; la potente title track Corpo Estraneo è micidiale sia in studio, con ancora Falzone sugli scudi, sia dal vivo, dove saranno ben tre le chitarre elettriche utilizzate per eseguirla. Il rock di Essere O Non Essere è abbastanza standard, ma pur sempre di buona fattura, eppure sono da preferirgli Vulcani, ben più ispirata e pronta a farci gettare il cuore oltre alle fiamme, e Stringi I Pugni, ariosa composizione dai toni pacati, ma decisi. La più compassata In Piedi, mancato brano per la vetrina sanremese, e la country-oriented Stella Cieca, affidata a Vecchi, saranno due brani frequentemente eseguiti anche nei tour successivi. Sorte analoga capiterà all'emozionante Confesso, vero e proprio spot per Sergio Reggioli e il suo violino, mentre Sacco ci spiega la differenza tra il confidare e il confessare. E, mentre l'hard-blues della conclusiva La Voce Dell'Amore fa muovere su e giù la testa una volta ancora grazie ad un ispirato Vecchi, autore del brano con Carletti e con una vecchia conoscenza in casa Nomadi come Aida Satta Flores, menzione particolare va fatta per la stupenda Soldato: intro di pianoforte, accompagnamento di violino a dar la linea guida e Danilo Sacco che entra nuovamente da par suo seguìto a ruota da tutti gli altri strumenti per quello che, alla luce dei poco meno 47' di durata, risulta essere un altro capolavoro da sfoggiare con classe ed eleganza. Tutti in guardia!

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