giovedì 17 gennaio 2013

LA RIVOLUZIONE NEL MONOLOCALE
Alì
- La Vigna Dischi - 2013

C'è lo spleen di Vasco Brondi; c'è la tradizione cantautorale italiana che si fonde con quella americana; c'è la collaborazione con uno dei Premi Tenco del 2012, l'amico Lorenzo Urcillo in arte Colapesce; c'è una etichetta piccola piccola, fatta in campagna, a Mazara del Vallo, che investe nelle idee di chi le condivide. E c'è una mezz'ora abbondante di canzoni scritte inizialmente per chitarra e voce che paiono sgorgare sì chete, ma comunque urgenti, senza soluzione di continuità, direttamente dalla vena poetica di un giovane catanese trapiantato a Siracusa. Così Stefano Alì si presenta al debutto nel mondo della canzone. Con una manciata di delicati quadri impressionisti dalle tinte pastello, pensati, provati e studiati lungo il corso di decine di giornate tutte dannatamente uguali, fatte di immobile precariato e con la consapevolezza innata dell'alto patrimonio culturale che le antiche vestigia sorte lì vicino, a due passi dalla città, seppero garantire alla Trinacria rendendo grande tutta l'isola. E dunque, anche con tutta quella rabbia possibilmente accumulata in questi anni a causa dell'immutabilità del contingente, così lontano dal glorioso tempo che fu. È sintomatico il fatto di come tematiche così soggettivamente uniche accomunino in realtà tutto lo Stivale italico, partendo dalla Torino di Vittorio Cane, passando per la Bassa di Giuseppe Peveri, facendo sosta nella Toscana di Lorenzo Cilembrini, meglio noto come Il Cile, e arrivando appunto fino alla Sicilia di Alì e dello stesso Colapesce, che qui ritroviamo nelle vesti di produttore. Un sentimento quasi generazionale che di fronte alle disillusioni della vita (Roulette) e dei sogni (Continuare A Vendere Oro) trova rifugio temporaneo nell'amore (Le Nostre Bocche Incollate, New York) oppure nel suo ricordo (Maggio) anche se a volte conflittuale (Armata Fino Ai Denti). L'elogio all'ozio di wolfanghiana memoria (Per La Gioia Di Woodoo) e la mirata rappresentazione del tedio predomenicale sintetizzata nella geniale Cash (forte di una frase da mandare a memoria ad libitum: "è giunto il saba-to e ci si veste a ca-zzo") valorizzano ulteriormente questa rivoluzione da monolocale. I conclusivi Racconti Di Viaggio sono evasione pura, ma senza allontanarsi troppo da esso ché l'omaggio ai propri eroi (la cover di Paolo Conte Il Miglior Sorriso Della Mia Faccia) merita di essere riprodotto in piccoli spazi, caldi e familiari. Coadiuvati magari da una manciata di amici ben disposti dall'ambiente a condividere umori e sensazioni. Poi, per i fuochi d'artificio di fine giornata, potrebbe bastare il terrazzo vista cielo del condominio. Un modo come un altro per vincere il grigiore che ci circonda.
 

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