giovedì 14 febbraio 2013

TWO FOR JOYCE - LIVE IN TRIESTE 
Keith Tippett - Giovanni Maier
- Long Song Records - 2013

Per scoprire chi siano i talentuosi Keith Tippett e Giovanni Maier si rimanda in questa sede alle molteplici opportunità che il web contempla, al fine di soddisfare una giusta curiosità posta alla base dell'interessamento verso questo album dal vivo che vede il compositore britannico e il nostro controbbassista improvvisare per quasi un'ora fra le mura amiche del Teatro Miela di Trieste. Del resto, per la cronistoria del primo e la biografia del secondo non basterebbe lo spazio di una recensione, talmente sono prestigiosi i loro invidiabili curricula, in continuo e costante aggiornamento. Concentrandoci perciò sulla proposta musicale che i due virtuosi hanno voluto e saputo realizzare la sera di venerdì 18 maggio 2012 nell'ambito della rassegna Le Nuove Rotte del Jazz, non verranno taciuti alcuni dettagli di quella ottima serata organizzata grazie alla sinergia intercorsa fra il Circolo Controtempo e la cooperativa Bonawentura. Preceduto infatti dall'esibizione dei Wildflower, un ensemble allestito dallo stesso Maier all'interno della classe di Musica d'Insieme Jazz del Conservatorio Tartini che ha sede nel capoluogo della Venezia Giulia e di cui è stimato docente dal 2009, con la finalità di "approfondire le modalità di arrangiamento ed esecuzione all'interno di un gruppo di medio organico nel quale ogni musicista deve contribuire con la propria personalità alla creazione del suono collettivo del gruppo" spaziando su un registro musicale comprendente interpreti moderni come John Zorn, Thelonious Monk e Steve Lacy, il duo Tippett-Maier sale sul palco fra gli applausi del pubblico sistemato nei quasi trecento posti a sedere dell'edificio. Ad attenderli un pianoforte a coda e un contrabbasso. Pochi fronzoli, tanta sostanza. In una condivisione di suoni, colori e velocità di diversa estrazione, il contrabbasso di Maier prima insegue, poi raggiunge quindi dialoga con metodo e inventiva con il pianoforte di Tippett, svolgendo almeno inizialmente un ruolo di supporto ritmico prima ancora che armonico. Le improvvisazioni che l'assortita coppia  condenserà in questo atto unico andato sotto il nome di TWO FOR JOYCE scaturiscono da quell'humus in cui è nato, e lentamente si è consolidato, l'incontro personale fra i due musicisti; specchio luminoso di quanto generato dalle loro stesse note. Accellerazioni, percussioni, nude frammentazioni, ora lugubri ora originali, assorbite e ricomposte dal loro interplay si compenetrano e tracciano scenari inconsueti e unici, organicamente disparati, proprio come le vite di ogni singolo individuo. La capacità di mettere in contatto queste realtà è alla base del jazz, Musica che mai è motivo di competizione, ma piuttosto di incontro e contatto. Anche questa sera. Al volgere dello spettacolo gli ultimi tocchi delicati e minuti raccontano una attesa che pare infinita, fatta di sospensione e attenzione, per tentare di decifrare ciò che accadrà un secondo dopo. Poi il Maestro Tippett solleva le mani dalla tastiera e le porta al petto. È il segnale: il concerto è terminato. Ed è nuovamente tempo di applausi.

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