ADAM CARPET
Adam Carpet
- Rude Records - 2014
Adam Carpet è un sogno. È una visione. È la realizzazione di ciò che era in potenza ed ora è divenuto realtà. È un atto concreto. È una svolta per molti. È rischio. È avventura. È libertà. Non ci sono vincoli, non esistono regole programmatiche: solo la creatività e l'improvvisazione di cinque menti e dieci braccia che si sono messe a disposizione reciprocamente. ADAM CARPET è un disco di testa e, molto, molto di pancia. È la colonna sonora attuale per le vite dei protagonisti che si celano dietro questo nome e dentro questa entità. Sperimentale, aperta a influenze e collaborazioni la band milanese è una sorpresa continua, tutta da scoprire. A partire dagli avveniristici live act implementati da quel video-mapping, studiato e messo a punto in collaborazione con il collettivo Akme, che diventa ogni volta caratteristica peculiare, sebbene non determinante, di ogni centellinata esibizione. Il suono che si trasfigura in immagine e colore. La forma che restituisce onirici impulsi sonori e psichedelia contemporanea. Geometrie caleidoscopiche che sono proiezioni di altri mondi, porzioni, composte e ricomposte, di un vissuto in continuo e costante movimento. Due batterie e due bassi pronti a sfruttare il ritmo, rispettivamente percosso e accarezzato, per sviluppare piani e dinamismi, e un Giovanni Calella, a suo agio tra synth e chitarre, solitamente perno (anche visivo) su cui far ruotare tutto. Anticipato nel dicembre del 2012 da un paio di concerti a Roma e Milano, e inizialmente uscito solo in digitale con una distribuzione nei negozi in versione bundle composta da seedcard con codice per il download digitale e una t-shirt contenute in un box di carta riciclata, l'esordio omonimo per la nuova band di Diego Galeri vive di strutture analogiche e profondità elettronica. Gli impulsi costanti garantiti da lui e dall'altrettanto noto collega di pelli Alessandro Deidda reggono le sorti tanto degli episodi distorti (la sperimentale Jazz Hammerhead) quanto di quei momenti più dinamici come The Charge e Cowgirl In The Shower. In perfetta simbiosi e interazione con i bassi di Edoardo "Double T" Barbosa e Silvia Ottanà costruiscono architetture mobili (I Pusinanti) e liquide (Manmasquerade); forgiano episodi compiuti come Carlabruni? e il singolo Babi Yar. Anche quando l'assetto muta, specialmente on stage, e certe parti vengono dilatate (Human Crossing) mentre altre sono completamente ignorate, quasi tutti i brani restano imprescindibilmente legati fra loro. Alla decina di episodi che compongono questo debutto si sommano qui due brani aggiuntivi rispetto all'edizione digitale dell'anno passato. Di Dream City, abbiamo già avuto modo di parlare nei mesi scorsi in occasione dell'uscita di ARTISTI VARI RISUONANO I FRIGIDAIRE TANGO, intelligente compilation dedicata alla seminale band trevigiana dalla quale è tratto. La drammatica Future
Teen Idol è invece parte integrante della soundtrack realizzata per il film Venezia
Impossibile, lungometraggio a zero budget presente alla seconda edizione del Venice Film Market in occasione della 70^ Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, ispirato all'omonimo romanzo pubblicato da Marco Toso Borella e diretto dal cineasta William Carrer. Due cadeau che completano il lavoro degli ultimi due anni, nato con lo spirito di avventura e proseguito credendo fermamente nel risultato finale. In attesa degli sviluppi futuri già in corso d'opera. Il guerriero è vivo ed è tornato.
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