Patrizio Fariselli
- Sony Classical - 2014
Quante volte ci è capitato di guardare il cielo in una notte d'estate e osservare nella quiete della sera le miriadi di stelle che tempestano la volta celeste riflettendo sull'essenza della vita e del cosmo o magari, molto più semplicemente, improvvisandoci "astronomi" in erba nel tentativo di identificare qualche costellazione diversa dalla classica Orsa Maggiora (con corrispettivo Piccolo Carro al seguito) mettendo a frutto le nozioni imparate distrattamente a scuola!? Quante occasioni abbiamo avuto fino ad oggi - e quante ne avremo ancora - per scrutare al di là della nostra atmosfera, con occhi ben aperti oltre quella finestra spalancata sull'infinito che perennemente ci contiene? Innumerevoli, come innumerevoli sono i nostri pensieri a riguardo, intimi e personalissimi, così semplici da condividere, ma al tempo stesso di non facile spiegazione. Affascinato come molti dai racconti legati all'astronomia e dai miti ad essa legati, Patrizio Fariselli dedica gran parte della sua ultima fatica discografica in solitaria ad una realtà dimenticata della cartografia celeste: le costellazioni obsolete, quell'insieme di assembramenti prospettici di stelle non ufficialmente riconosciuti dall'Unione Astronomica Internazionale a partire dal 1922 e per questo oggi non più in uso. Una suite articolata in dodici momenti per i quali ad ogni improvvisazione al pianoforte, coadiuvata da un ring modulator, corrisponde una di queste costellazioni estinte. Il criterio di associazione è uno solo: la sensibilità dello stesso Fariselli il quale, suggestionato da alcune di quelle visioni che per un motivo o per l'altro hanno "fallito", restituisce innanzitutto a sé stesso e in seconda battuta all'ascoltatore una contemplazione personalissima della volta celeste apocrifa, costruendo nuove prospettive come quelle alla base delle costellazioni stesse. In questo modo, anche nell'oscurità di una stanza, l'uomo tornerà a fissare il cielo con gli occhi della mente, orientandosi e perdendosi insieme. Viaggerà a bordo della mitica Argo Navis esplorando mondi sconosciuti che lo condurranno al limite delle terre emerse al cospetto del Polophilax; approfondirà la conoscenza della fauna terrestre e di quella acquatica, allargherà gli orizzonti della sua conoscenza per poi ripiegare verso casa a bordo di un leggiadro Globus Aerostaticus, pionieristico mezzo di locomozione celeste che lo ricondurrà alla propria dimora dove, ad attenderlo, troverà un piccolo e dispettoso Felis con cui giocare, come da bambino, prima di addormentarsi. Al risveglio ci sarà spazio per nuova musica. Quella di Home Music, improvvisazione ambientale concepita in maniera semplice attraverso un microfono e la finestra di casa spalancata sull'esterno, che fissa su nastro i rumori della natura circostante all'arrivo di un temporale estivo quando, nell'aria umida e già carica di pioggia, balenano lampi e si sparge minaccioso il fragore del tuono. E infine un omaggio. La conclusiva Taqsim è tutta dedicata ad Abdallah Chahine, musicista ed accordatore libanese che seppe inventare un pianoforte unico nel suo genere in grado di suonare sia con l'accordatura occidentale sia con quella orientale, ma soprattutto possessore di un respiro sullo strumento unico e al quale Fariselli guarda con attenzione mettendolo al servizio della sua ultima composizione. Cd da meditazione terrena in ambiente chiuso, con quella poca luce tardo-pomeridiana a filtrare attraverso le tapparelle, ma anche raccolta musicale da spazio aperto, notturno ed evocativo, PICCOLO ATLANTE DELLE COSTELLAZIONI ESTINTE è tutto questo e molto altro ancora: l'ennesima prova provata di come sette note musicali siano in grado di costruire mondi alternativi sfruttando una dimensione spazio-temporale spesso nascosta al quotidiano, ma che riposa in quell'essere umano così abile a ricostruire sé ed il proprio pensiero di fronte al creato. E le stelle stanno a guardare...
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