martedì 26 giugno 2012

in concerto

25-06-2012
- EMILIA: LIVE @ Stadio Dall'Ara -
Bologna (BO)

Afa e sole cocente. Così è Bologna oggi. Fa caldo e splendono ancora le luci basse del tramonto sulla città quando le prime note de Il Suono Della Domenica si diffondono nello stadio Dall'Ara propagandosi in simultanea nell'etere della diretta tv. Sono le 21:20. Le prime parole pronunciate dietro le quinte da Fabrizio Frizzi, presentatore ufficiale della serata trasmessa su Rai 1 per la regia di Sergio Colabona con la scenografia di Marco Calzavara, ricordano come "siamo gente abituata a combattere da sempre. Con la natura, la fabbrica, con la nebbia. Abbiamo un carattere sanguigno e terragneo per questo sapremo risorgere anche da questa catastrofe." Un ritratto fiero dello spirito della gente d'Emilia che si materializza all'istante nel volto inconfondibile di Zucchero Fornaciari, primo protagonista di Emilia Live, il concertone di questa fine giugno 2012 fortemente voluto da Beppe Carletti dei Nomadi, e capace di incantare con le note di uno fra i brani migliori della sua ultima produzione. Sono i controcori preregistrati dello stesso Sugar la nota stonata di questa apertura, ma il pubblico pare giustamente non prestare particolare attenzione a questo dettaglio anche perché, di lì a poco, sono le scatenate note di X Colpa Di Chi a irrompere sulla scena, scaldando i 40.000 accorsi allo stadio di Bologna. L'arrangiamento sempre trascinante del brano amplifica la carica di energia e sensualità padana sottolineate dalla sezione fiati. Chiusura con il solo di Mario Schilirò e le rullate di Adriano Molinari. "Grazie mille! Ciao Bologna: che Dio vi benedica! God Bless you all! Sempre!" Adelmo cede il palco al prossimo artista con un invito consolatorio e speranzoso insieme: "...don't cry Emilia, don't cry!"

Tra i nomi più attesi della serata,
Francesco Guccini si presenta on stage. Emozioni? "Provo a non averne. Vediamo se riusciamo. (...) Speriamo di accontentare tutti." E sull'arpeggio classico di Juan "Flaco" Biondini prende forma il malinconico racconto de Il Vecchio E Il Bambino. Il Maestrone, ringraziati e congedati parte dei suoi musicisti abituali, viene raggiunto da Caterina Caselli, tornata su di un palco dopo addirittura quarantadue anni, per un duetto che sulla carta promette scintille. La scelta dei due artisti è ricaduta infatti su Per Fare Un Uomo, esemplare ballata sulla vita scritta dal cantautore di Pavana nel lontano 1967, portata poi al successo dai Nomadi di Augusto Daolio ed interpretata pure dall'ex casco d'oro della canzone italiana in quegli stessi anni. Questa sera la quadratura del cerchio viene impreziosita dall'attesa e rinnovata collaborazione, almeno in sede live, tra Guccini e l'amico Carletti che, seduto al pianoforte, porta con sé il violinista Sergio Reggioli. Al basso c'è Pier Mingotti; all'acustica Flaco Biondini.

L'insolito sestetto dura lo spazio di una canzone; la Caselli, ancora in evidente fase di rodaggio, si avventura, sbarazzina ed emozionata come una debuttante, in una rilettura per pianoforte e violino della classica
Insieme A Te Non Ci Sto Più raccogliendo gli applausi di tutti. Spetta a Guccini, richiamato sul palco da Frizzi per i saluti, presentare Ligabue. Abituato da tempo alla dimensione stadio, il rocker di Correggio si propone in solitaria, sicuro e a suo agio, armato semplicemente di una Gibson SJ acustica, per Il Giorno Di Dolore Che Uno Ha e Il Meglio Deve Ancora Venire. Lo stadio canta con una sola voce. Carletti torna sotto i riflettori per raccontare brevemente le tre settimane nelle quali la macchina organizzativa s'è mossa e ha permesso la realizzazione del concerto di questa sera. Significativo il fatto che a settembre (sabato 22 per l'esattezza) spetterà proprio a Ligabue fare gli onori di casa, questa volta nella "sua" Campovolo, per un seconda kermesse canora in favore dei terremotati dell'Emilia. Altra sorpresa: Raffaella Carrà!

Bolognese DOCG, la Raffa nazionale si rivolge risoluta ai potenti dell'Italia ("Voi dovete per favore, per favore, alleviare questa burocrazia tremenda nei confronti dell'Emilia e dovete mettere in atto subito, vi prego, subito, tutti i piani d'azione che avete pensato") prima di lanciarsi nella scatenata Rumore. Dopo aver ricordato le recenti visite sui luoghi del disastro del Presidente della Repubblica Napolitano e del Dalai Lama, oltre a quella imminente di Papa Benedetto XVI, Frizzi lascia spazio ai Nomadi, band promotrice di Emilia: Live. Per molti telespettatori Cristiano Turato è ancora, a quattro mesi dal suo debutto, il volto e la voce nuova, da ascoltare e con la quale prendere confidenza. La scelta di Carletti e soci (affiancati dalle coriste Cristina Montanari e Monica Magnani) di affidarsi a Io Voglio Vivere e all'immancabile Io Vagabondo, ennesimo sing along della serata, confermano le buone impressioni avute sulla tenuta del cantante patavino, sempre grintoso e sempre più a proprio agio sul palco.

Daniele Bergonzoni, per una volta più affabulatore che surreale, riversa una funambolica pioggia di parole nella sua lettera-monologo rivolta alla Terra con l'augurio conclusivo di una nuova alba perché "il buongiorno si vede dal mattone. Costruiamoci!".
E mentre Frizzi ricorda a scanso di equivoci che tutti gli artisti coinvolti questa sera si stanno esibendo senza ricevere compenso, ecco prepararsi gli Stadio. In formazione allargata a ben sette elementi, la band emiliana attacca con Sorprendimi, forse non uno dei brani maggiormente rappresentativi pescato dal loro vasto repertorio, ma dall'alto coinvolgimento emotivo sulla platea di questa sera che infatti risponde compatta agli inviti di Gaetano Curreri ad aprire le ali. Per l'inno Chiedi Chi Erano I Beatles, che sfumerà sul finale in Hey Jude, gli Stadio vengono raggiunti pure da Gianni Morandi, reduce da un leggero infortunio al costato che inizialmente ne aveva messo in dubbio la presenza, ma perfettamente ristabilitosi per omaggiare l'Emilia e un caro amico comune.

Sui maxischermi allestiti ai lati del palco compare infatti l'immagine di Lucio Dalla, compagno fraterno di Morandi e molto più che un mentore per la formazione di Curreri ai tempi dei loro esordi per l'affermazione nel panorama della musica che conta. Piazza Grande è il giusto atto di riconoscenza nei suoi confronti. Morandi non si trattiene poi di intonare acappella una strofa di C'era Un Ragazzo Che Come Me Amava I Beatles E I Rolling Stones seguito ça va sans dire da curve, tribune e distinti del Dall'Ara. Una menzione all'asta pro terremotati istituita dal team Ferrari che ha fruttato 1.800.000 euro e breve collegamento con Cracovia da Casa Italia, ritiro della Nazionale Italiana di calcio impegnata nell'Europeo di Polonia e Ucraina. Alle 22:45 è il turno di Filippo Neviani da Sassuolo, in arte Nek, che al basso presenta la doppietta Lascia Che Io Sia (Daniele Ronda osserva da casa) e E Da Qui (Alex Baroni sorride dal Cielo) con Chicco Gussoni alla chitarra solista e leader della backing band che lo accompagna.

Inaspettato l'intervento parlato del bolognese Alberto Tomba, forse eccessivamente euforico, e del castelnovese Giuliano Razzoli. A 60' dalla mezzanotte spetta a Samuele Bersani comparire con i suoi musicisti, prima raccolto nella sempre strepitosa Giudizi Universali, fin qui il momento più intenso della serata, poi intento a raccontare la commozione dei colleghi dietro alle quinte e infine, con un energico arrangiamento rock, pronto a chiudere il suo quarto d'ora di intervento con la ritmata Chicco E Spillo, dedicata oggi più che mai al suo scopritore, al suo maestro Lucio Dalla che permise anche a lui di intraprendere il mestiere di cantautore ormai vent'anni orsono. Sul palco è il momento di Vasco Errani e Beppe Carletti. Qualche fischio per la verità all'indirizzo del Presidente della giunta regionale dell'Emilia-Romagna, presto dimenticato grazie anche agli applausi rivolti allo stesso Commissario speciale per la ricostruzione e al leader dei Nomadi al momento della comunicazione dell'incasso della serata: 1.097.190 euro per un totale di 36.573 paganti.

Un parziale risultato arriva pure dalle donazioni fatte via
sms al numero 45500: 750.000 euro. Con Un Giorno Migliore spetta a Paolo Belli e alla sua Big Band dare un tocco di swing al proseguimento della serata. L'ex cantante de I Ladri Di Biciclette, cittadino di Carpi, di recente in visita alle tendopoli, ricorda sì il danno materiale provocato dal terremoto, ma soprattutto quello psicologico provocato dalle oltre 1500 scosse che hanno fatto tremare la sua terra al confine tra Lombardia ed Emilia Romagna nell'ultimo mese e mezzo.
Supportato da cinque ragazzi appassionati di musica e finiti nelle scorse settimane tra le decine di migliaia di sfollati, Belli affida all'R&B inedito, ma di stampo jannacciano, intitolato Noi Cantiamo Ancora (Com'è... Com'è) regalare nuovi brividi, questa volta positivi, ai carneadi Sara, Tiziana, Yoel, Fabio e Samantha. Sulle note di Gocce Di Memoria, tocca a Fabrizio Frizzi dare il suo contributo con una lettura scritta di proprio pugno da Michele Serra. Nuove emozioni in musica con Luca Carboni.

E se la preparazione del suo set risulta più lunga del previsto, torna tuttavia utile per mandare un saluto alla sorella di Big Luciano Gabriella, presente in tribuna con regolare biglietto, a testimoniare la vicinanza della famiglia Pavarotti. Silvia Lo Sai e Mi Ami Davvero in versione unplugged, ma accorciate rispetto alle versioni in studio, sono ottime scelte, ma sulla seconda Carboni pare leggermente in debito di ossigeno. Un terzo brano come Mare, Mare conferma il calo di voce dell'artista e le sue inattese difficoltà. È comunque sulle note dei suoi successi che viene toccata quota 1.000.000 di euro con gli sms da casa. Sulle transenne delle macerie della torre di Finale Emilia, simbolo del disastro, una pia mano ha voluto affiggere un messaggio. "Grazie torre che hai sfiorato le nostre case. Certo, non sei riuscita ad evitare alcune macchine, ma non ci hai fatto del male. Sei stata con noi per anni, ci hai fatto sentire ogni ora i tuoi rintocchi; alla notte alcuni di noi ti hanno detto anche brutte cose. Ma non erano rivolte a te, bensì alla campana che ora rimpiangiamo.

Ti chiediamo ora, ancora una volta, un favore grossissimo: lasciaci passare e lasciaci lavorare, e appena saremo tutti ripartiti e ritornati nelle nostre case faremo di tutto per rimetterti in piedi più forte e più bella di prima. Arrivederci torre. I tuoi vicini.
" Urla femminili annunciano Cesare Cremonini. Da solo, al pianoforte, l'ormai maturo cantautore bolognese brilla di luce propria nella versione stripped down di Mondo. Se il pensiero corre all'Elton John dei primi stratosferici successi, il nuovo tributo a Dalla ne conferma le potenzialità, affidando a L'Anno Che Verrà il duetto con l'applauditissima Laura Pausini, dark lady e terza regina della serata dopo la Caselli e la Carrà. Non un secondo brano per l'interprete di Solarolo, ma spazio ad un prezioso contributo filmato riguardante la chiesa di Mirabello. Ancora musica dopo una citazione di Edmondo Berselli: l'anima blues e soul di un grintoso Andrea Mingardi, classe 1940 e a capo di una band di ben dieci elementi, esce con tutto il suo entusiasmo e la sua passione dalle note di Con Un Amico Vicino, With A Little Help From My Friends e la storica È La Musica.

Torna Carletti per un abbraccio ideale esteso a tutti quanti si trovano al Dall'Ara di Bologna questa sera e verso coloro i quali seguono la diretta alla tv su Rai 1: una prova di affetto e amore che ha portato al momento con i soli sms la ragguardevole cifra di 1.258.000 euro. Ora, al centro del palco, trova spazio, anche lui proveniente da Correggio, il flautista classico Andrea Griminelli che accompagnato dal pianista Matt Herskowitz esegue un medley capace di unire l'Ave Maria di Joseph Bonnet a quella di Franz Schubert. Sono da poco passate le 00:30 quando assistiamo alla reunion one-night-only fra Modena City Ramblers e Cisco per due estratti provenienti dall'ultimo album in studio composto insieme quasi dieci anni fa: Viva La Vida e I Cento Passi vedono Stefano Bellotti e Davide Morandi spartirsi equamente le parole infuocate del combat folk militante della band mentre la band si destreggia abilmente tra rock e influenze irish. Siamo in dirittura di arrivo.

Dopo i ringraziamenti di rito, accanto all'impeccabile Fabrizio Frizzi, vero erede di Pippo Baudo, ecco comparire per un'ultima volta Beppe Carletti, ancora prodigo di ringraziamenti per la generosa presenza degli astanti e per la solidarietà tributata da casa: i 2.500.000 di euro raccolti sono così destinati a finire in un fondo regionale a favore della causa. Al comitato di indirizzo composto da membri della Regione, dagli artisti stessi e dai rappresentanti delle aziende partecipanti all'evento spetterà il compito di attivarsi perché il denaro arrivi celermente a destinazione. Il gran finale spetta quasi di diritto ai Nomadi: sulle note della gucciniana Dio È Morto, affidata alla voce del bassista Massimo Vecchi, si chiude in rock la lunga kermesse voluta dagli artisti emiliani in aiuto e soccorso della propria terra. Sono le 00:50. Nel fade out televisivo si mescolano le grida del pubblico scandire "Au-gu-sto! Au-gu-sto!" e un conclusivo "Sempre...Nomadi!". Missione compiuta. Prossimo appuntamento sabato 22 settembre, Campovolo.


Andrea Barbaglia '12

le immagini pubblicate sono tratte dalla diretta di RAI1

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