giovedì 30 settembre 2010

APRES MIDI - SOLO PIANO

APRES MIDI - SOLO PIANO
Tony Pagliuca
- FAMILYARTI - 2010

Una copertina di questo tipo non tradisce le attese: se c'è un quadro di Walter Mac Mazzieri il pensiero non può che correre veloce al pianeta Le Orme, senz'ombra di dubbio. Sotto la supervisione di Gianpiero Reverberi una manciata di brani dello storico combo prog viene reincarnata al pianoforte dal solo tastierista, colui il quale attraverso gli stessi ne plasmò a suo tempo il suono. Che sorpresa?!?
Gioco Di Bimba così spoglia ed essenziale è quasi irriconoscibile e gotica: a tratti pare addirittura estrapolata da quel WELCOME TO MY NIGHTMARE di alicecooperiana memoria. Verità Nascoste svela nuove realtà anche all'orecchio meno attento mentre Aspettando L'Alba mantiene intatta tutta la sua onoricità. Minimalista Immagini. Sembrerà strano, ma la più "simile" all'originale risulta l'allora new wave Venerdì che ora, spogliata da synth e programmazioni di inizio anni '80 rivela tutta la sua attualissima vena melodica. Altro up tempo dell'album è la sempre coivolgente Se Io Lavoro che seppur priva del testo, come del resto tutti gli altri episodi del cd, non tradisce le aspettative.
La sola Aliante è stata registrata dal vivo a Firenze nel 2009: nell'arco di tre anni vengono invece registrati a Mestre dal tastierista abruzzese i restanti brani scritti dall'accoppiata Pagliuca-Tagliapietra, grazie anche alla crescente insistenza dei suoi estimatori. E per ricompensarli non poteva così mancare la rilettura dei capolavori di COLLAGE: dopo la toccante Era Inverno, in chiusura troviamo difatti senza soluzione di continuità Cemento Armato, Sguardo Verso Il Cielo e la stessa Collage. Che armonia!?!
E non finisce qui. Notizia di queste settimane è l'ufficializzazione della tanto attesa reunion tra Tony, Aldo Tagliapietra e addirittura Tolo Marton nel progetto in cui inizialmente si faceva ancora riferimento al nome della band madre, ma per il quale, a causa di beghe contrattuali, verrà vietato l'uso del monicker originario facendo ripiegare i tre su un ben più diretto ed esemplificativo...Aldo Tagliapietra, Tony Pagliuca, Tolo Marton! Tour e disco sono già in agenda. Michi, torna sui tuoi passi: ora manchi solo tu.

mercoledì 29 settembre 2010

LA RUOTA
Enrico Ruggeri
- UNIVERSAL - 2010


"Ognuno di noi è un centro di ruota e il mondo gira lento intorno a noi". A un solo anno dall'imponente operazione discografica di ALL IN, ben 3 cd composti da duetti, cover e una colonna sonora per film, gli introduttivi 45" de La Ruota sono solo il preambolo di un riuscito concept album sulle dinamiche del tempo che vede in apertura una quaterna di brani decisamente ben riusciti: il primo è la conosciutissima La Notte Delle Fate che nonostante l'incomprensibile eliminazione al Festival di Sanremo possiede tutte le caratteristiche per diventare un nuovo classico nel repertorio live del cantautore milanese. Vivi, scelta come secondo singolo a furor di fanclub, procede nell'indagine conoscitiva del tempo che scorre mentre l'accoppiata Ruggeri-Mirò è artefice della splendida L'Attore, un crescente rock acceso dalle trame tastieristiche di Giovanni Boscariol e già scelto come opener per le date teatrali della passata primavera. Cosa resta dopo la morte di un soldato? Soltanto Il Mio Onore, canzone estremamente impegnata con un nuovo importante stacco di Boscariol. Con La Ragazza Del Treno si torna a climi più sereni e spensierati mentre accompagniamo la protagonista del viaggio dal suo amato compagno. Altro trittico di valore dopo l'energica, ma poco dinamica Io Conosco Il Rock'N'Roll: Padre E Figli, sentita meditazione sul mutare dei ruoli impreziosita dagli archi dell'EdoDea Ensamble, La Mia Religione, con l'ottimo Schiavone in evidenza, e L'Ordine Naturale, scarica di adrenalina e ritmo dalla prima all'ultima nota mentre Ruggeri ci canta di quanto l'incognita della vita vada di pari passo con il destino e le sue imperscrutabili leggi. Tutto su ottimi livelli, ma lo zenit dell'album è individuabile nell'ultimo brano, quella Vorrei che con solo pianoforte e archi affronta con infinita classe e misura una tematica difficile, ma inevitabile come è l'esperienza della morte. Poi "un taglio di luce annuncia un'altra estate"..

in loving memory of my piccolo amico Birbo.
Grazie di tutto.
Hai svolto il tuo difficile compito nel miglior modo possibile.
We miss you so much.

martedì 21 settembre 2010

È GIA' DOMENICA
Statuto
- SONY BMG - 2010

A detta della band, il lavoro migliore di sempre! In effetti tra ospiti inaspettati (Enrico Ruggeri, autore dell'appassionato testo di Controcalcio; Ron nel duetto sulla "sua" Una Città Per Cantare) e amici di vecchia data (Rudi Zerbi nell'intro di Amici (Davvero)) il gruppo Mod più longevo e fresco d'Italia ha piazzato la classica zampata. Anche in classifica, avendo infatti raggiunto la ragguardevole 35esima piazza senza disporre di quel battage pubblicitario spesso appannaggio di compagni di scuderia meno capaci. Forti di tutta la loro esperienza, oSKAr e soci realizzano un avvincente lavoro che raggiunge vette emotivamente toccanti con due brani dedicati ad altrettanti ragazzi finiti sulle pagine di cronaca perché scomparsi in contesti stridenti rispetto alla loro passione per il calcio: Gabriele Sandri (È Già Domenica) e Matteo Bagnaresi (Un Ragazzo Come Me). Il contributo musicale di Mr.No è evidente soprattutto nella prima canzone, ballad rock di matrice americana, e nella ska-tenata Io Salgo. Ancora calcio, questa volta col Subbuteo di Un Elegante Gioco Da Salotto e un attacco frontale alla cocaina con Pupazzo Di Neve. Beffardi in Canterai (Canterò) che, prendendo spunto dal regolamento del Festival di Sanremo, porta ad ironizzare sulla proposta di rendere obbligatorio l'insegnamento del dialetto a scuola, toccano l'amore nella spensierata Bella Come Il Sole e con la più profonda Per Non Fare Male. Nuovo manifesto Mod è poi Rabbia E Stile, da anni regola di vita. Menzione particolare per i fiati sparsi ovunque e arrangiati da Claudio Deola con lo stesso oSKAr. Qualche pecca? "Ovviamente" una, quella costante: la loro fede granata! Ma se così non fosse saremmo probabilmente qui a parlare di qualcos'altro. E allora teniamoceli davvero stretti per quello che sono e rappresentano: lunga vita Statuto!
ENDGAME
Megadeth
- ROADRUNNER - 2009


Dopo le già più che convincenti prove di THE SYSTEM HAS FAILED e UNITED ABOMINATIONS, Mr. Dave Mustaine torna alla carica coi suoi Megadeth. Nuovo cambio di line-up: fuori Glen Drover e dentro il già noto axeman Chris Broderick, autentico portento della chitarra. E proprio la sfida incrociata tra il MegaDave e il nuovo acquisto apre le vorticose danze del cd: Dialectic Chaos è un entusiasmante duello di oltre due minuti fatto a suon di scale e controscale tanto per mettere in chiaro di che pasta sono fatti i Megadeth a 26 anni dalla loro fondazione. La cavalcata strumentale non si esaurisce, ma anzi confluisce direttamente nell'altrettanto speed This Day We Fight!, altro clamoroso brano feroce e debordante. La delicata tematica della sparatoria di North Hollywood affrontata in 44 Minutes consente un rallentamento, ma già con la bruciante 1,320' si torna a correre su pericolosi binari che s'incendiano ulteriormente sul finale grazie a un nuovo duello tra i due chitarristi. Dopo un break centrale in cui compaiono la youthanasica Bite The Hand e il rimarcabile basso del sempre precisissimo James LoMenzo su Bodies, ecco la politicizzata title track Endgame e l'epicità quieta, ma lugubre di The Hardest Part Of Letting Go...Sealed with a Kiss. Poi è ancora una corsa contro il tempo, fulminante e a tutta velocità. L'attacco di Headcrusher , primo singolo prescelto, è infatti da paura: violentissima la batteria di Shawn Drover mentre cascate di notte cadono a pioggia dalle dita di Mustaine e Broderick per quello che risulta il brano più brutale e devastante del cd. E il finale? Ispirate al credo guerriero dello scrittore Sun Tzu, cui viene attribuito L'Arte Della Guerra, How The Story Ends e il secondo singolo The Right To Go Insane non fanno prigionieri: in particolar modo quest'ultima regala l'ennesimo duello chitarristico nel suo minuto finale cosicché il cd possa terminare come aveva iniziato. Fine dei giochi.

lunedì 20 settembre 2010

18/09/10
- DENTE live @ Villa Erba -
Cernobbio (CO)

Non pensiate che Dente possa prendere sotto gamba un impegno live. L'occasione di rivederlo dopo qualche tempo avviene al Music On Air di Cernobbio, kermesse di tre giorni organizzata da Davide Van De Sfroos in cui momenti di incontro con musicisti, artisti e esperti del settore si alternano a concerti e esibizioni live nella splendida cornice di Villa Erba, già residenza a suo tempo di Luchino Visconti.
Il cantautore di Fidenza è inserito nel cast del secondo giorno, in apertura alle esibizioni dei Calibro 35 e dell'headliner Morgan, per l'occasione accompagnato dall'Ensemble Symphony Orchestra di Massa Carrara diretta dal Maestro Carlo Carcano. Il maltempo ha precluso la possibilità di suonare all'esterno, nel parco della Villa, così gli appuntamenti con la musica dal vivo vengono dirottati all'interno dell'avveneristico padiglione centrale.
Ci aggiriamo in zona palco quando la giovane Jessica Brando sta concludendo la sua esibizione e nel parterre vediamo stazionare per brevi istanti lo stesso Dente con i suoi musicisti. Dopo aver salutato Enrico Gabrielli, anche lui girovagante per il MOA, prendiamo posizione tra un discreto numero di aficionados denteschi e attendiamo l'opening act della serata.
"Gud ivining!": eccolo, senza bisogno di grandi introduzioni Sempre Uguale A Mai apre la scaletta (ridotta) di questa sera. Brillante come sempre, in un battibaleno viene presentata la successiva canzone che, ci illustra Dente, parla del fantomatico "..incidente nucleare di Cernobbio". In realtà Quel Mazzolino rassicura: l'unico incidente in cui ci si può imbattere è l'alcool test del protagonista della canzone?!

Queste sono Le Cose Che Contano.

"Bene, la prossima è una canzone eseguita direttamente da qui e che parla del salone dell'auto di Cernobbio": il pubblico capisce e gradisce il leit motiv della serata e Dente pesca A Me Piace Lei che ovviamente parla di tutto all'infuori di vetture e spider! Un drink e Sole, accellerata rispetto all'originale in studio e con Nicola Faimali a farla da padrone col suo basso, è caratterizzata da una pausa nel mezzo della sua esecuzione quasi a lasciar in sospeso "quel disco che piace anche a me". Seppur poco dopo ci troviamo catapultati ad apprezzare "la comodità del dormire in macchina" con Canzone Di Non Amore, un'altra breve pausa in mezzo al brano è compensata dalla ripetizione quasi a loop di "ti prego torna, ti prego torna, ti prego torna, ti prego torna, ti prego torna.." prima che il pubblico femminile sovrasti la voce di Dente con la liberatoria strofa successiva "..da dove sei venuta!!". L'amaro e rabbioso sarcasmo nei confronti dell'ipotetica ex di Buon Appetito, brano che incassa gli applausi più convinti della serata, è il preludio alla celeberrima Vieni A Vivere che, introdotta dalle note del Sig.Solo al piano, ci indica come la serata per Dente stia volgendo al termine.

Ancora non lo sappiamo, ma c'è tempo per altri due brani. Immancabile è Beato Me, direttamente dalla compilation IL PAESE È REALE, su cui qualcuno accenna qualche passo di danza mentre Gianluca Gambini si prodiga in rullate e ne irrobustisce il finale di comune accordo coi compagni di palco.
"Buona notte, buon proseguimento , non ce la faccio più" ..ah,ah!! Che personaggio: grande Dente!?! La Cena D'Addio conclude la serata col buon Giuseppepeveriperbrevitàdettodente che incita più volte il pubblico a ballare.

Tuttavia siamo davvero all'ultimo pezzo perché il tempo stringe e i Calibro 35 scalpitano. Applausi e richieste di bis che purtroppo non possono essere soddisfatte. Smessi i panni di buffone di corte, Dente resta nel backstage e lo troveremo nelle ore successive spettatore attento e assorto in zona scaletta laterale sotto al palco con il fido Gambini durante il concerto di Morgan.
A questo punto attendiamo che metta in pratica anche i nuovi insegnamenti appresi. Bravò!

Andrea Barbaglia '10

venerdì 17 settembre 2010

RAISING SAND
Robert Plant/Alison Krauss
- ROUNDER - 2007

Un trionfo di pubblico e critica. È il caso di questo splendido album che vede il vecchio leone Robert Plant e l'accattivante superstar bluegrass Alison Krauss interpretare tredici brani tratti da un catalogo musicale talmente variegato da risultare omogeneo. Indubbio merito va tributato al rinomato produttore T-Bone Burnett, non nuovo a operazioni di questo tipo, ottima guida e sicuro collante in cabina di regia. Attraverso brani volutamente scarnificati, ma sempre a fuoco, è Gone Gone Gone (Done Moved On) degli Everly Brothers la miccia che accende questa bomba: brio e ottime linee vocali garantiscono un'interpretazione sentita per il singolo più accattivante del lotto. Tolta Rich Woman, dal neanche tanto mascherato incedere rockabilly, non bisogna tuttavia aspettarsi un lavoro frenetico, ma piuttosto delicato e fine. Magica Through The Morning, Through The Night. Agreste Sister Rosetta Goes Before Us. Spettrale Polly Come Home. Dolce Killing The Blues. E ancora: sorprendente la page/plantiana Please Read The Letter, disperata, anche più del suo autore Tom Waits, Trampled Rose, nostalgica Stick With Me Baby, zeppeliniana Nothin', unico episodio in cui Plant relega la Krauss al violino e ai cori. Mai fuori posto Robert e Alison si accomiatano con la conclusiva Your Long Journey, perfetta sintesi dell'intera performance. Alla luce di tutto questo anche i cinque Grammy Awards vinti sono inspiegabilmente pochi.

giovedì 16 settembre 2010

TREDICI POSE, CINQUE VOCI
La compilazione del post precedente mi ha spinto a rispolverare una passata intervista ai Deasonika effettuata l'anno scorso durante le prove del loro concerto tenuto presso Le Piccole Iene. Da poco uscito TREDICIPOSE la band si apprestava a concludere il tour promozionale con la nuova formazione.
Mi ero accordato per un’intervista col buon Francesco Tumminelli e mi ritrovavo sui divanetti con la band quasi al gran completo! Il solo Stefano infatti si trovava sul palco a lavorare sodo mentre gli altri si “sottraevano” temporaneamente ai loro doveri col soundcheck, per di più accompagnati da Gianluca Morelli degli Emoglobe.
Perché???
Leggetelo qui di seguito.


TREDICIPOSE è il primo album dopo quasi tre anni di silenzio
Max:
È stata molto attesa da parte della band perché avevamo voglia di tornare a sonorità che avevamo temporaneamente abbandonato per il disco elettroacustico e siamo tornati a sonorità che ci contraddistinguono di più; anche il mondo acustico, a dir il vero, appartiene ai Deasonika, però preferiamo queste sonorità più rock.


Il cd è uscito da due mesi; come è stato accolto da fans e critica?
Max:
I fans sono stati molto contenti, il feedback è positivo e i live di presentazione sono stati sopra le nostre stesse aspettative. Continuiamo perciò sulle ali di questo entusiasmo.

Nel frattempo l’organico della band è leggermente cambiato. Marco Trentacoste difatti pur accompagnandovi nel lavoro in studio non farà più parte dei live act: ha avuto nuove “Vibrazioni”?
(risate) Max:
Marco in questo album si è occupato prevalentemente del missaggio. Le chitarre sono per la maggior parte suonate da Francesco e in parte da me; siamo tornati un pò alla vecchia concezione della band. Siamo rimasti in quattro, ma si è unito Gionata Bettini alle programmazioni e ai noises, prima nei live e adesso ufficialmente come membro della band.

Perché proprio Gionata?
Max:
Innanzitutto perché è una gran persona; lo conoscevamo perché avevamo già collaborato per il disco di Nina e aveva registrato delle acustiche in DEASONIKA. Lui suona anche con gli Emoglobe che ci sono vicini non solo per quanto riguarda alcune sonorità, ma anche a livello umano: la scelta è stata perciò pilotata dagli eventi!


Come ti trovi e come vivi questa ennesima esperienza musicale che ti vede protagonista coi Deasonika?
Gionata: Beh, il progetto Emoglobe rimane e rimarrà sempre parte mia nel senso che l’entrata nei Deasonika non ha niente a che fare con loro.
La chiamata di Max & C. è stata invece una sorpresa ed un onore perché io solo due anni fa li vedevo da spettatore all’Alcatraz mentre quando abbiamo presentato l’album il 15 novembre scorso è stata un’emozione fortissima poter esser lì a condividere il palco con loro.

In merito all’entrata di Gionata nei Deasonika interviene a questo punto della conversazione Gianluca Morelli che degli Emoglobe è voce e bassista.

Gianluca: Gionata è un musicista che lavora con molti ed è bravo davvero con tutti. Siamo tutti contenti per lui. In questo momento noi come Emoglobe stiamo lavorando alla preproduzione del nostro secondo album.
Per adesso siamo ancora in giro a suonare continuando a promuovere il nostro esordio del 2008; abbiamo una data il 7 febbraio a Como e dovevamo suonare a marzo al Cox 18 di Milano che in questi giorni è però in fase di sgombero. Speriamo riescano a risolvere tutti i problemi perché è un altro bel posto dove suonare.

Vista la comunanza di sonorità e l’amicizia che vi lega c’è comunque un po’ di sana invidia nei confronti di Max e soci per dove sono già arrivati?
Gianluca:
Beh, parlerei di “invidia” in senso buono; fra amici c’è sempre tanta affinità a livello umano e, come dicevi tu, a livello artistico. Diciamo che ci consideriamo i loro corrispettivi italiani in lingua inglese, i loro fratelli minori anche se l’età è più o meno la stessa. Stasera suono due pezzi al piano e Thank You, il pezzo che su TREDICIPOSE canto insieme a Max.

Quindi si tratta di una collaborazione estemporanea dal vivo; non t’è venuta voglia di poter suonare con loro in maniera più stabile?
Gianluca: Se dovessero chiamarmi, per loro, ci sarò sempre, primo perché io mi diverto e secondo perché loro sono proprio in gamba. In queste condizioni suonare insieme diventa sempre un grosso piacere.

Ed un piacere è anche andare ai live dei Deasonika per la presentazione di Tredicipose. Avete infatti scelto un metodo promozionale particolare per quest’ultimo capitolo discografico: regalate una copia del cd a chi verrà vedere il concerto.
Max: Sì. Alla prima data abbiam deciso di regalarne 500, alla seconda anche; alla terza 100, non perché Le Piccole Iene siano meno importanti di Milano, tutt’altro, ma perché erano finite le copie preventivate per la promozione!!
Noi abbiamo deciso di proseguire in questo modo per tutte le altre date perché pensiamo che la divulgazione della musica oggi in Italia non sia democratica non solo nei live, ma soprattutto nei negozi perché se entro in uno di questi trovo, per fare un esempio, una copia del cd dei Marta Sui Tubi e una cinquantina di quello di Tiziano Ferro o di Laura Pausini.
Senza voler fare la guerra a nessuno, come si può tuttavia cercare di diminuire questo gap di esposizione? Ebbene, noi decidiamo di portare la nostra musica a tutte le persone che ci vengono a vedere e che quindi avranno in omaggio il nostro disco. Con questo non diventiamo né ricchi né poveri; abbiamo soltanto più gente che ascolta una band di un mondo che purtroppo non è unito, cosa che ci dispiace molto. Se il mondo indipendente italiano fosse unito e coeso verso una determinata direzione non ci sarebbero i problemi che ci sono.

Un tentativo di unire e dar spazio al mondo indipendente italiano era stato fatto qualche anno fa con il Tora!Tora!; proprio in una di quelle occasioni, era il 2004, ebbi modo di ascoltarvi per la prima volta con un gruppo di amici che come me restarono favorevolmente impressionati dalla vostra performance.
Max:
Sicuramente il Tora!Tora! era un progetto live molto interessante purtroppo esauritosi. C’eravamo trovati “di corsa” perché in cinque minuti dovevi arrivare, avevi il cambio palco, dovevi suonare, non è che te la godi poi molto visto che si tratta di una singola data… Se però ci fosse un maggior numero di festival di questo tipo e una maggiore esposizione la gente conoscerebbe di più il mondo indipendente mentre di questi eventi ce ne sono veramente pochi e molto saltuari.
Ogni tanto parliamo con dei nostri amici, con Cristina e Maus dei Lacuna Coil e ci raccontano di realtà che sono troppo esageratamente diverse. Va bene un gap, perché l’Italia e l’Europa sono una cosa e gli Stati Uniti un’altra, però non così enorme! Il dislivello è eccessivo. Quindi c’è qualcosa che non va; non credo che di là siano marziani. Forse siamo noi un pò più indietro. E quindi stiamo cercando di lottare con tutti i mezzi che abbiamo.
Se il fatto di regalare i dischi può interessare a qualcuno noi diciamo sempre “se c’è qualche band che vuole fare la stessa cosa, ci contatti!” Creiamo un nucleo da cui partire! Non so: al concerto dei Deasonika puoi trovare il disco nostro e quello degli Emoglobe, perché gli Emoglobe partecipano a questa iniziativa. Se anziché due band ce ne fossero venti, i giornali comincerebbero a parlarne. Per adesso siamo da soli e non siamo così esageratamente conosciuti per smuovere i grandi poteri.


Un altro evento che ha visto uniti diversi musicisti è il progetto Rezophonic voluto da Mario Riso, prodotto da Marco, a cui tu hai partecipato cantando in tre brani.
Max:
Dunque, L’Uomo Di Plastica e Spasimo sono stati scritti appositamente per questa occasione e non durante la lavorazione del cd dei Deasonika uscito in questi mesi. Non Ho Più Niente Da Dire invece era addirittura un brano scritto a suo tempo con i Malfunk che non era stato inserito nel loro ultimo album e perciò s’è pensato di utilizzarlo in Rezophonic.
Lì conoscevamo già determinate persone e abbiamo avuto la possibilità di lavorare insieme ad altre non trovando sostanziali differenze: siamo tutti musicisti, ognuno con la propria storia, la propria realtà musicale e questo ci fa pensare maggiormente a quanto poco basterebbe per migliorare la situazione di cui parlavamo prima.

Nell’ultimo periodo avete anche dovuto trovare un sostituto temporaneo per Stefano alla batteria..
Max: Per problemi logistici abbiamo avuto Eugenio Ventimiglia che ci ha dato una mano in sostituzione di Stefano; capiterà magari ancora o chissà? Magari usciremo con due batterie, due bassi!! (risate)


E perché no?!? I Cop Shoot Cop anni fa uscivano con due bassi! A proposito, com’è stata la lavorazione dell’ultimo lavoro dal punto di vista del bassista?
Walter: Molto entusiasmante anche perché il basso è stato spinto molto avanti; non che negli album passati non lo fosse, ma qui essendo appunto leggermente cambiata la line-up s’è fatto anche questo in funzione dei live. Visto che le sonorità sono leggermente variate il basso “sprinta” un po’ di più sopperendo all’assenza della chitarra di Marco.

Prima abbiamo parlato di festival alternativi. Siamo a metà gennaio e ci stiamo avvicinando a quello che tradizionalmente è il periodo di un altro tipo di festival, quello di Sanremo. Voi ci siete stati nel 2006; quest’anno ci vanno gli Afterhours che con voi hanno condiviso l’esperienza del Tora!Tora!..Che ricordo avete e quale opinione vi siete fatti di questa manifestazione?
Walter: È stata un’esperienza molto bella innanzitutto perché si tratta di poter suonare con un’orchestra vera e propria con arrangiamenti ad hoc.
Poterci andare poi con un pezzo come Non Dimentico Più, in puro stile Deasonika, ha permesso di amplificarne la visibilità. Ci fosse stata una seconda serata sarebbe stato ancora meglio.
Sugli Afterhours dico “sentiamo il pezzo”: potrebbero anche essere arrivati i tempi maturi per aprire a questo genere. Forse un’apertura in questo senso potrebbe servire a rivitalizzare Sanremo stesso.

Max: Secondo me la musica si divide in due: musica fatta bene e musica fatta male. La musica deve emozionare, punto e basta. Sanremo non cambierà da qui a marzo perché è un festival televisivo prima che musicale e si daranno sempre priorità ad aspetti che con la musica non vanno d’accordo, relegandola in secondo piano. E arrivare in secondo piano da un mondo in cui la musica dev’essere predominante come quella del rock indipendente di cui parlavamo prima, beh…
Più che altro un aspetto mediatico può far parlare dell’ingresso di nuove sonorità.
Ci sarebbe la possibilità di realizzare altri tipi di festival, anche televisivi: perché non realizzare un altro tipo di iniziativa con un’altra realtà musicale? Un altro programma, affiancandoli.
Il mondo musicale è vario, ho la possibilità di vedere un altro tipo di festival con personaggi che non potrei mai vedere a Sanremo: perché all’estero questo succede e in Italia no? Probabilmente perché non siamo ancora abituati a fare due passi invece di uno.
Secondo noi l’unica salvezza per un certo tipo di musica è il live. Ecco perché invitiamo le persone a venire ai live, ecco perché abbiamo deciso di regalare il cd acquistando il biglietto, ecc… Perché lo ascolti e lo porti a casa. Se non ti piace quello che vedi lo regali; se ti piace ti avvicini. Se al nostro concerto ho la possibilità di regalare anche un altro cd, non so quello degli Emoglobe perché fan parte di questa iniziativa, tu ti ascolti anche gli Emoglobe e magari diventa la band della tua vita. La non democraticità di questa operazione è pericolosa: io non devo conoscere tutte le band che fanno musica, ma devo sapere di aver la possibilità di mettermi in gioco.

E voi l’avete fatto su più fronti. TREDICIPOSE difatti è un titolo decisamente cinematografico e non a caso; oltre all’edizione normale in cd ce n’è un’altra contenente il dvd di uno short film intitolato dovunqueadesso. Quando avete deciso di curarne la colonna sonora?
Francesco: Il contatto ce l’ha passato la nostra fotografa, nonché curatrice dell’artwork del disco, Alice Pedroletti che aveva un amico di nome Mauro intento a produrre un cortometraggio per la regia di Simone Covini. Loro stavano cercando una band che sottolineasse alcune scene da un punto di vista musicale. Alice ha fatto il nostro nome e così siamo stati interpellati.
Dopo aver assistito alle riprese, spinti dalla bontà dell’opera, abbiamo deciso di musicarla, in parte attraverso brani già presenti sul disco e in parte con nove brani originali scritti appositamente per il girato.

Ho anche letto che dovrebbe uscire un video-cd di questo album: per ogni brano della tracklist avete intenzione di realizzare un video.
Francesco: Vorremmo fare qualcosa sulla falsariga di ciò che è successo per Gregorian. Quando l’estate scorsa siamo stati al Borgo della Musica di Providenti, località splendida vicino a Campobasso, per provare il tour nuovo, Alice ha realizzato il video per questa canzone e da lì è nata l’idea molto interessante di far una cosa analoga con tutti i restanti brani del disco coinvolgendo registi amici oppure quanti vogliono misurarsi con una prova di regia mettendo in corrispondenza la storia musicale del brano con delle immagini.

Non resta che chiedervi come affronterete il tour nei prossimi mesi.
Max: La formazione sarà quella attuale con me alla chitarra e voce, Francesco alla chitarra, Walter al basso, Stefano alla batteria e Gionata ai synth. Quella a Le Piccole Iene è una delle ultime tappe del primo blocco promozionale. Faremo un po’ di pausa per poi a marzo riprendere con un tour che verrà pubblicizzato sul sito e sulle varie testate.

Avremo modo di vederci ancora!
Max: Bene: speriamo di divertirci tutti!

Andrea Barbaglia ‘10

nb: si ringrazia per le fotografie pubblicate l'amica Valentina Aponte

mercoledì 15 settembre 2010

TREDICIPOSE
Deasonika
- EDEL - 2008


Sottovalutati, troppo sottovalutati. Eppure i Deasonika possono vantare una line-up di tutto rispetto: il vocalist Max Zanotti, Marchino Trentacoste e Francesco Tumminelli alle chitarre ed agli effetti, più la potente sezione ritmica affidata al corposo basso dell'ottimo Walter Clemente e a Stefano Facchi dietro le pelli. Questo più che essere "solamente" il loro terzo album in studio è un vero e proprio progetto multiforme. Si parte dal singolo apripista, questa volta individuato in Viole che con il suo ossessivo riff di chitarra accompagna il malinconico testo di Zanotti. Song X esplode rabbiosa tra chitarre dilatate e melodia pop. Col suo lento incedere La Stanza Brucia ci trasporta al contrario in una dimensione parallela, onirica e oscura. Kurt Cobain (La Mia Faccia A Metà) vede Zanotti percorrere i passi del miglior Chris Cornell come pure Thank You seppur coadiuvato nello screaming dall'Emoglobe Gianluca Morelli. Apice di questo percorso è la maestosa Gregorian: grunge, rock, elettronica confluiscono in un ibrido da brividi metallici e crepitii elettrici mentre l'omaggio a Baudelaire della conclusiva Le Rebelle aggiunge un ulteriore tocco di classe. La produzione affidata a Trentacoste fa il resto.
Ma non è finita. In allegato al cd viene infatti distribuito un dvd contenente un corto noir di Simone Cavini, dovunqueadesso: Photograph?, All The Other Guys e le già citate Gregorian e Viole ne completano la darkeggiante ed efficace colonna sonora affidata ai cinque ragazzi lombardi. Forse (inspiegabilmente) già fuori catalogo, TREDICIPOSE è la vetta creativa del progetto Deasonika destinato purtroppo a disgregarsi a cavallo tra 2009 e 2010. Accaparratevene una copia.
FRESCOBALDO NEL RECINTO
Tricarico
- Universal - 2004


Album interlocutorio, ma non per demeriti propri: solamente, nella discografia, ha il pregio/difetto di collocarsi tra l'omonimo cd di debutto dello stralunato cantautore milanese e il successivo GIGLIO uscito sull'onda dell'abbuffata sanremese di Una Vita Tranquilla. Un passo indietro o un passo in avanti? Semplicemente un cd variegato, strampalato, intimista, amaro e divertito al tempo stesso. Quindi poetico. La cifra stilistica è subito evidente nell'opener Animali dove strofe onomatopeiche ("u...u...u c'è la scimmia nel deserto che fa gr...gr...gr...c'è la tigre nella giungla che fa i...i...i...l'elefante in un laghetto che fa o...") sono preambolo a un ritornello dolceamaro ("qui c'è un segreto...la vita eterna e chi lo vuole deve pagare") su un soffice tappeto sonoro fatto di tastiere e chitarre acustiche. Vocalizzi sgraziati aprono Ragazza Little, storia di una ragazza che ormai avanti con gli anni ricorda quando ai dì della festa solea farsi bella alla ricerca del proprio principe azzurro, ma che per diffuso autolesionismo femminile si lascia scappare l'uomo della sua vita. Immagini di animali fantastici dai colori pastello popolano il singolo Cavallino, mentre temibili Formiche punk che si mangian tutto quanto attentano addirittura alla vita di Francesco!! Se l'incubo non si materializza è solamente perché in Cielo Rosa l'amore per una donna culla il cantautore in una dolce ninna nanna sottolineata da viole e violini. Giunti a Sommergibile Blu veniamo proiettati in un mondo sommerso, più cerebrale che fisico, dal quale l'autore pare non voler fuggire, ma anzi nel quale sembra rintanarsi. Un passo avanti di certo, ma meno immediato di quanto ci si poteva aspettare dopo Io Sono Francesco.
SAFARI BEACH (TUCASA MICASA) Mau Mau
- Mescal - 2000

"Parto solo perché ho bisogno di stare con me": programmatici i Mau Mau del nuovo millennio. Da sempre viaggiatori instancabili di territori e musiche, il combo di Luca Morino e Fabio Barovero mescola in questo cd suoni elettronici, grooves, programmazioni, ritmi latini e sudamericani, suoni acustici e non, plasmando una patchanka musicale multietnica e multicolore nella miglior tradizione maulera.
Ritmi caldi dunque, che si diffondono lungo tutti i 46' di durata: Due Cuori, con la partecipazione di Bruno Sergent Garcia, Una Lunga Estate Calda, Gwami Moloko sono ottimi esempi in tal senso. Ma non si pensi che l'impegno sociale sia messo in secondo piano: la stessa Gwami Moloko, nonostante i ritmi tropicali, è una critica a una certa pratica di viaggi organizzati, così come del resto la prostituzione minorile e lo sfruttamento sessuale vengono affrontati nell'ottima Venus Nabalera. L'inquinamento del pianeta è poi la tematica di Basura; il tutto espresso attraverso più linguaggi, dall'inglese al francese passando per l'africano e lo spagnolo, mezzi giusti per veicolare il proprio disagio.

E mentre Micasa Tucasa mescola italiano e spagnolo, è con la lingua natia che Morino canta l'amore: Solo Tu ci rende per un istante unici esseri del Creato su questa terra, totalmente immersi nel contemplare il ricordo dell'amata sotto un cielo stellato, su una spiaggia così come in terra di Langa. "(...)le rêve est tellement reel que j'ai peur de ne pas dormir, ne pas dormir du tout"