Primo appuntamento dell'anno per l'avventura extra Nomadi di Danilo Sacco che sfoga la propria passione per il rock più immediato e sanguigno in compagnia dello storico compagno di suonate Adamo Bono, del prezioso axe man nonché uomo dei cori Valerio Giambelli e dell'instancabile Gianluca Rosso alla batteria.
sabato 29 gennaio 2011
Primo appuntamento dell'anno per l'avventura extra Nomadi di Danilo Sacco che sfoga la propria passione per il rock più immediato e sanguigno in compagnia dello storico compagno di suonate Adamo Bono, del prezioso axe man nonché uomo dei cori Valerio Giambelli e dell'instancabile Gianluca Rosso alla batteria.
Nelle parole di Jonny, rocker, musicista e revolutionary, "questo album celebra gli alti e i bassi, le gioie e i dolori, il cameratismo e la solitudine, tutti aspetti che fanno parte della vita on the road."
lunedì 24 gennaio 2011
in concerto.
- DAMO SUZUKI'S NETWORK live @ Vinile45 -
What an experience!?!
Imperdibile. Impressionante. Impareggiabile. Cercatelo, raggiungetelo, sintonizzatevi, intercettatelo, muovetevi, insomma, non lasciatevelo scappare!! Sì perché il Damo Suzuki's Network è in realtà un progetto mobile, instabile, un flusso continuo di suoni e parole prodotte e rappresentate in scena dall'ex cantante dei Can, assistito di volta in volta da musicisti altrettanto mobili e intercambiabili visto il continuo girovagare dell'instancabile Damo San.
Oggetti di riciclo saranno utilizzati nel corso di tutti i brani dall'ex batterista di Cristina Donà, già al fianco di Xabier negli Uncode Duello così come in altri progetti del chitarrista italo-basco che, verso fine brano, ha uno scatto improvviso di pazzia sonora quasi stesse violentando il suo strumento, spingendo di conseguenza tutto il resto della band a fare altrettando ed esasperando così le sonorità fin qui relativamente assimilabili, mentre Damo ringhia nel microfono, inarcandosi più volte sull'asta dello stesso come punto nella carne da stilettate sonore invisibili, ma vive e ben assestate da chissà quale presenza sovrumana.
Nei quaranta minuti in cui siamo tutti immersi, il piano di Manuel, spesso sovrastato dagli altri strumenti, si ritaglia spazio tra una dissonanza e l'altra, tra una rasoiata di sax e una fucilata di Telecaster, prendendo per mano l'ascoltatore, ma senza mai rassicurarlo nel marasma generale in cui le note si susseguono. L'unico veramente a proprio agio sembra sempre Suzuki, guida cieca in questa sconfinata terra di nessuno che è l'improvvisazione, seguito a breve distanza dal discepolo Iriondo, avvezzo da più tempo ai territorio esplorati dal Maestro. Terzo Movimento.
A Gabrielli tocca l'onore e l'onere di incominciarlo con note fluttuanti, mentre Xabier, ieratico, utilizzando pure un richiamo per le allodole, armeggia in delay con la sua chitarra per dar una colorazione musicale sempre più corposa col passare dei minuti, grazie anche alla Ludwig di Calcagnile, per quello che risulterà essere il brano forse più accessibile e lineare tra le composizioni realizzate questa sera. No, le asprezze non sono messe da parte, neppure per un istante; a qualcuno sanguineranno pure le orecchie per una certa cattiveria iniettata nel gorgo di note suonate, ma complice anche la relativa brevità del pezzo, il pubblico ha occasione di rielabolarlo più velocemente in attesa che gli si dia in pasto altra Musica. Una pausa ora però è d'obbligo, per far tirare il fiato al sensei e ai suoi quattro veicolatori di suono. Il ritorno sul palco è di nuovo una ghiotta occasione per portare all'esasperazione sonorità oblique e totalmente libere, con il frontman intento a recitare oscuri versi rocciosi e gutturali mentre il sax gabrielliano ingaggia ancora una volta un duello all'ultima nota con Iriondo. Il piano di Manuel, filtrato da alcuni effetti che lo rendono anche un synth, trova, in questo Ultimo Movimento avant-garde prodotto dal duo, l'occasione di farsi finalmente sentire in tutta la sua potenza e potenzialità, superando in decibel la pur fragorosa batteria di Calcagnile.
Il finale è difatti un crescendo ipnotico, frammentato e a suo modo sempre sospeso tra la carnalità e i Grandi Pascoli celesti finché, ancora una volta, l'attitudine rock dell'ensemble esce allo scoperto, cacofonizzando gli ultimi istanti dei venti minuti in cui il bis prende forma e sostanza. Provatissimi, i musicisti sul palco raccolgono entusiasti consensi tra la soddisfazione di tutti: la performance del Network è quanto di più fisico si poteva chiedere ad una serata come questa e sentire il buon Manuel Agnelli affermare sorridente nel backstage accanto a Xabier, Damo e Cristiano "A un certo punto mi son detto o suono o muoio!" dà la cifra corretta dell'impegno notevole affrontato dai musicanti sul palco. L'ottimo Suzuki, felpa d'ordinanza e zainetto da busker in spalla, s'aggira nell'aftershow mescolato tra la folla, scrutando con occhi sempre vivi e curiosi la realtà che lo circonda e nella quale i suoi passi l'hanno condotto. Noi facciamo altrettanto e cerchiamo di assorbire il più possibile dalle energie scaturite poco prima. Nuovi percorsi, nuove dinamiche. Aprite le vostre orecchie.
venerdì 21 gennaio 2011
RESPIRIAMO LIBERI (UN OMAGGIO A LUCIO BATTISTI)
martedì 18 gennaio 2011
Giunti alle soglie del secondo album il quartetto riminese si accasa presso La Tempesta di Enrico Molteni e soci deciso a fare un concreto e proficuo passo avanti rispetto agli esordi di SURSUM CORDA.
domenica 16 gennaio 2011
Annunciata come una canzone per un'Italia unica, unita e senza razzismo ecco È Tornato Garibaldi, forse l'unico brano dell'intera serata a risentire però della mancanza di sax e tromba, nonostante carica ed energia restino immutate. L'energia non scema neppure quando in scaletta arriva il turno di Sole Mare, ricordo di una vacanza tragicomica, di gran divertimento, ma anche di gran fame vissuta dai nostri eroi "qualche" anno fa: una skeggia!?! L'atmosfera però muta completamente, si fa più raccolta, quando l'arpeggio di chitarra annuncia l'emozionante È Già Domenica scritta dall'attento oSKAr in compagnia di Mr.No partendo dai sentimenti scaturiti dopo la morte di Gabriele Sandri, altra prematura e assurda scomparsa nel mondo delle tifoserie organizzate. Sempre sul pezzo, In Fabbrica è l'ennesimo omaggio della serata, questa volta rivolto ai propri nonni e ai propri papà, rivendicando un'appartenenza proletaria che la band ha orgogliosamente nel suo DNA fin dai tempi della sua formazione. E mentre il pubblico ormai stenta a stare fermo, il tris composto da Ghetto, tiratissima, Ragazzo Ultrà e Qui Non C'è Il Mare sancisce la fine della prima ora abbondante di concerto.
un link al seguente post è visibile pure a questo indirizzo (sez. diario del giorno): http://www.statuto.net/
giovedì 13 gennaio 2011
lunedì 10 gennaio 2011
Le prime note di Grand Hotel richiamano già il pubblico, segno evidente di come NO USA! NO UK! sia stato ampiamente metabolizzato anche in Brianza e spianano il terreno a Il Giro Del Mondo, nuovo spot per il bassista e primo cambio di copricapo per il singer romagnolo. Ancora un pò rallentati da un inizio di scaletta relativamente soft i Nobraino scelgono Narcisisti Misti per ingranare una marcia più alta e rassicurare lo zoccolo duro degli amici accorsi dal vicino Piemonte che anche senza trombe e tromboni sono in grado di tenere botta e anzi, di spingere di più. La Giacca Di Ernesto è la spia di quello che di lì a poco capiterà: inconfondibile, l'ormai classico arpeggio di Nestor Fabbri sorregge il pezzo e suscita i primi applausi davvero convinti della serata. Ma attenzione!?! Imprevisto!! Si rompe una corda proprio dopo l'ultima nota suonata e il chitarrista è così costretto a riparare in sala macchine per sostituire il Mi fallato. Che fare? Semplicissimo: suonare!! L'affidabile sezione ritmica composta da Bartok e Vix non viene colta impreparata e, con grande naturalezza, improvvisa quella che di lì a poco diventa la base musicale su cui si innesta il recitato di uno dei banconieri del Tambourine il quale, invitato dal Kruger, sale sul palco e si ritaglia qualche minuto di "notorietà" accompagnato pure dal rientrante Nestor.
I giochi di luce realizzati con una sfera luminosa su Ballerina Straordinaria sono motivo di stupore e sorpresa per i ragazzi sotto al palco, rapiti dalle prime "instabilità" del vocalist e dall'ottimo assolo di chitarra che chiude il pezzo. L'Onesta Monarchia Di Luigi Filippo Jore, per quanto tirato e potente, è il pezzo dove inevitabilmente questa sera più si sente la mancanza del Barbatosta, nonostante l'istrionico Kruger rubi la scena ritrovandosi, armato di pistola, a cavalcare uno sgabellino. Un attimo di requie con la protagonista di Troppo Romantica e, una volta ancora, il basso del Bartok poi è il tempo di Western Bossa che, sinuosa e con qualche modifica al testo, risulta sempre pericolosa quando Lorenzo s'aggira on stage con la mazza ferrata. L'Italiano di Toto Cutugno, rivista e corretta, è la svolta: chi l'avrebbe mai detto che un giorno la gente ci avrebbe pogato sopra?
Kruger finalmente scende dal palco e incomincia ad "interagire" fisicamente con le prime file mentre sul palco Nestor è protagonista indiscusso. Sotto si continua a ballare grazie al ripescaggio della classica Spider Italiana e ci si ritrova davanti ad un whisky con la malinconica Strano E Inaffidabile. Ruggente intermezzo strumentale per evidenziare le doti musicali degli strumentisti, poi saltano gli equilibri; Kruger prima ruba una fotocamera ad una signorina, scattando foto a compagni e astanti, quindi scende di nuovo tra il pubblico e si scatena con La Signora Guardalmar, brano irrefrenabile dalle forti tinte punk quest'oggi. La marcia di In Ogni Caserma diverte per una manciata di minuti prima che anche a Seregno cali un velo di inquietudine, qualche brivido e un pò di violenza con la teatrale Ballata Stocastica, brano noir dalle tinte forti.
Spari sulla folla e l'attenzione si fa massima mentre il frontman si appoggia ad una delle pareti laterali illuminate da giochi di luce gialloverdi estremamente psichedelici. Torna il sereno con Cecilia e la campanella che suona imperterrita, oltre a ricordarci future nozze, assume una valenza molto più ludica quasi fosse quella della ricreazione vista anche la divertita reazione del pubblico.
"Buonanotte a tutti... Andatevene a letto fino a che siete in tempo. Buonanotte! Grazie!" Con queste parole si conclude la prima parte dello spettacolo, quando i quattro si ritirano nei camerini per riprendere fiato e prepararsi al gran finale. Il primo a rientrare è il serafico Vix, seguito a ruota da Bartok, protagonista assoluto della serata e spronato ad ampi gesti pure da Nestor per.. darcene di più, darcene di più! Titti Di Più è cattivissima e punk come mai s'era avuto occasione di ascoltare prima, con Kruger che quasi se la urla tutta scaldando ulteriormente l'ambiente , ora pronto a cantare in coro l'attesa Bifolco. Anche la successiva I Signori Della Corte, con la coreografica performance del cantante, ottiene applausi spontanei e richieste di ulteriori bis quando ormai siamo davvero giunti alla conclusione e non resta che il tempo per eseguire l'ultimo cavallo di battaglia, Le Tre Sorelle.
Che il pezzo oggi paghi un poco l'assenza dei fiati è tuttavia un dettaglio; i volti felici di quanti avevano poc'anzi visto i Nobraino per la prima volta e i commenti positivi dei più esperti di fronte all'ennesima prova convincente confermano sul campo il sondaggio di XL, l'accreditata rivista di Repubblica, che vede l'ensemble romagnolo come la più nota ed apprezzata indie rock band di tutta Italia davanti a pesi massimi come Il Teatro Degli Orrori, Baustelle e Virginiana Miller. Meditate gente, meditate.
Andrea Barbaglia '11
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sabato 8 gennaio 2011
giovedì 6 gennaio 2011
mercoledì 5 gennaio 2011
sabato 1 gennaio 2011
Mantova (MN)
22:30 spaccate si parte! Una punkettona White Christmas è eccezionalmente per questa sera il brano di apertura. Vero: niente ruota elettronica sul palco allestito accanto al Palazzo del Podestà e a quello della Ragione, a solo due passi da Sant'Andrea, e nessuna chiamata tra gli astanti per girarla, ma la carriera di Ruggeri è talmente costellata di grandi capolavori e piccole perle da riscoprire che anche oggi sarà in grado di soddisfare il pubblico più esigente.
Three, four: Rock Show!! L'antica piazza Broletto via via si riempie e, anche grazie a questo energico brano dai bagliori metal, si scalda mentre il vocal coach Fabrizio Palermo coordina i cori di Paolo Zanetti, ormai storica seconda chitarra, e dell'ultimo arrivato alle tastiere Francesco Luppi. Da manuale l'assolo finale. E a proposito di stacchi chitarristici da brividi, il buon Schiavone ruba la scena anche nell'intermezzo di Ti Avrò, ennesimo classico che non poteva mancare questa serata.
Inconfondibili, le note di Nuovo Swing si diffondono nell'aria per la gioia del fanclub omonimo e per fare il paio con la celeberrima Il Mare D'Inverno cantata ovviamente da tutti i presenti e con ancora un decisivo GigiBBestiAnimaleSchiavone protagonista al centro dello stage con la sua fedele Schecter.
Caffé? Grazie, ma non ne voglio questa sera! Piuttosto, sotto con altro (hard) rock e con Poco Più Di Niente, qui mescolata all'intro di Thunderstruck, ad un accenno di My Sharona e alla già citata Polvere. Nei dieci minuti in cui il brano si snoda c'è così tempo per il Nostro di ringraziare, tra un botto e l'altro, il pubblico, autore di tutti i cori che il brano prevede, i tecnici e lo staff che hanno accompagnato il tour estivo e non, e ovviamente la sua band che sul finale omaggia pure gli Who.
E allora perché non suonare una bella cover tutta per intero come se ci trovassimo a jammare tra amici? La scelta ricade su The Jean Genie di Bowie, già in repertorio dai tempi di PUNK PRIMA DI TE.
Siamo agli sgoccioli del 2010 e pare giusto essere ancora una volta romantici prima di scatenarsi nuovamente di lì a qualche minuto: tra le ballad irrinunciabili non ancora eseguite manca Quello Che Le Donne Non Dicono per cui è giunto il
momento di suonarla.-10! No, per fortuna non sono i gradi percepiti in piazza, ma i minuti che ci separano dalla mezzanotte dunque la nuova hit La Notte Delle Fate insieme ad una punkeggiante Jingle Bells si riveleranno essere le ultime canzoni eseguite prima del brindisi e degli auguri di rito.
-5, -4...Conto alla rovescia e in attesa dei fuochi pirotecnici che di lì a poco verranno sparati sulle sponde del vicino lago, -3, -2...tra un tripudio di mortaretti e petardi, -1...che dire??? BUON ANNO!!
E c'è ancora tempo per un paio di bis: Contessa e Mistero non fanno ovviamente prigionieri, ma anzi scatenano i fan e le migliaia di persone ormai presenti lungo le vie e i vicoli della città un tempo dei Gonzaga. Col palco allargato ai Kymera, richiamati per questi encore direttamente da Enrico, ora di nuovo intabarrato nel suo piumino nero, è semplicemente festa.
Quando partono però le note registrate di Volata Finale capiamo che adesso sì, per oggi è proprio finita, mentre i musicisti si abbracciano sul palco e ringraziano autorità e organizzatori, salutando la folla accorsa nell'incantevole e suggestiva Mantova da un pò tutto il centro nord. Ci sarà ancora tempo per vivere la notte in compagnia di volti conosciuti e meno noti, uniti dalla speranza per un 2011 ancora più ricco di soddisfazioni. Una chiusura in bellezza dunque, voluta e goduta. Tra Champagne & Molotov.
Andrea Barbaglia '11
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