mercoledì 13 febbraio 2013

BLACCAHÉNZE
Roy Paci CorLeone
- Etnagigante - 2013

Messo temporaneamente a riposare il ben più noto progetto Aretuska, ecco comparire negli stereo e negli i-pod di noi tutti il nuovo magistrale album completamente strumentale per il mai domo Roy Paci e la sua incarnazione più dannatamente libera da schemi e preconcetti sonori. Sette episodi senza rete che fanno il paio con quelli proposti nel primo episodio della sperimentale saga CorLeonese, il caleidoscopico esordio WEI-WU-WEI del 2005. Ma se là il free jazz e l'avantgarde generati dalle evoluzioni di tromba inseguite da Mr.Paci si legavano a sottili trame elettroniche, a passaggi di tip tap nonché alle sempre spericolate convulsioni metalinguistiche di Mike Patton, qui ci troviamo di fronte ad un unicum scevro da repentini cambi di tempo, ugualmente capace di sviluppare nel suo eclettismo senza soluzione di continuità una koiné musicale di carattere universale. Protagonista assoluta è la sezione fiati di BLACCAHÉNZE, termine detto per inciso in uso nel dialetto parlato a Montorio al Vomano, piccola cittadina localizzata nel nord dell'Abruzzo, traducibile con "casino", "bordello"; una sezione fiati che a seconda delle commistioni sonore con cui entra in contatto accresce la forza d'urto e lo spessore già di per sé denso delle composizioni. Il collettivo CorLeone affianca infatti alla tromba e al flicorno soprano di Paci, i sax alto e baritono rispettivamente addomesticati da Guglielmo Pagnozzi e dall'orchestrale del fuoco Marco Motta, supportati a loro volta dalle chitarre elettriche di Alberto Capelli che trovano spesso il giusto contraltare in quelle suonate da John Lui, il fenomenale SYD visto in precedenza sempre da queste parti che, come nel suo album solista, anche qui si cimenta pure con synth e sampler. A chiudere il cerchio di questo ensemble non mancano certo le potenti batterie di Andrea 'Vadrum' Vadrucci, un faticatore del ritmo versatile e affidabile. Sotto la direzione musicale dell'ingegnere del suono Marco Trentacoste i sei musicisti trovano la completa libertà di potersi esprimere senza limiti. L'uno-due assestato dalla pachidermica Cinematic Conventions Of Murder e dall'indiavolata heavy song Moshpit Comedy già basterebbero a soddisfare i palati più esigenti, ma il crossover proposto dai CorLeone esplode mastodontico e torrenziale con il metal virtuosistico di Double Threesome e le vitali sperimentazioni afro-ritmiche di Umuntu Ngumuntu Ngabantu. Emozionante l'intro slide di Lookin' For Work, canzone fascinosa capace di svilupparsi languida svelando il lato più morbido della band; inatteso il sincopato Budstep Infected. Capitolo a sé stante per Tromba L'Oeil Reloaded: spettrale nella parte dedicata alle evoluzioni dello strumento principe citato nel titolo e lasciato libero di improvvisare nel vuoto, cresce e si avvinghia come pianta rampicante fino a sganciare una deflagrazione improvvisa per un finale al fulmicotone tra svisate rock e free hardcore schizoide. Quando l'elemento Terra incontra l'elemento Fuoco il risultato partorito non può essere altro che un incandescente putiferio magmatico. Vitale. Inarrestabile.
 

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