domenica 18 dicembre 2011

L'ESSENZIALE È INVISIBILE AGLI OCCHI
Avvolte
- Triciclo Eventi - 2012

Una gran bella sorpresa. Piace considerare questo L'ESSENZIALE È INVISIBILE AGLI OCCHI un nuovo esordio, una nuova partenza per il quartetto torinese, attivo sì fin dal lontano 1996, ma che solo oggi pare aver trovato una decisa e decisiva quadratura del cerchio utile per giocarsi le proprie carte nel nostro panorama musicale. In passato non ci avevano mai convinto appieno gli Avvolte: tematiche non molto a fuoco, troppo in ritardo nella scelta dei suoni, poco "presenti" sul palco nonostante l'impegno. Ora non più. C'è un fresco tour italiano in compagnia della sacerdotessa Lydia Lunch e dei Gallon Drunk lì a testimoniarlo. E c'è questo cd, che è sinteticamente la prova provata  e, al tempo stesso, il prodotto finale di tale percorso di rinnovamento intrapreso tempo fa, primo frutto proibito che affascina e delizia, tutto da gustare. Non a caso è proprio la voce demoniaca della Lunch, per l'occasione inquietante Virgilio avant-garde declinato al femminile, a spalancarci le porte degli abissi di Nessuna Rete. Addentato il primo morso, la caduta nel vortice sonoro, sulfureo e luciferino, si fa inarrestabile. Christian Torelli e compagni ci conducono tuttavia sicuri per un lungo viaggio che pare, in ultima  analisi, descrivere in musica la vita sempre più difficile dell'Artista, tra le molte ombre in cui è costretto da un sistema malato e la luce salvifica della propria tenacia. Improprio parlare di concept album. Eppure buio e tenebra ammorbano tutte le composizioni; le illustrazioni presenti nel booklet e curate, così come la copertina, da Greta Lizard evocano figure dolorose, sofferenti e straziate. Nessuna speranza all'orizzonte. È questa La Vita Che Ti Aspetta? A quanto pare no. Sono difatti i fendenti scagliati dalle chitarre di Eugenio Ieracitano, coadiuvato dallo stesso Torelli e qui dalla slide di Roberto Angelini, a squarciare questo velo di poetica angoscia e opprimente oscurità, consentendo a tutti quanti di navigare sempre a vista, ma fiduciosi rispetto alle premesse. Il viaggio non risparmia fatiche e tormenti; indossato Il Vestito Più Scuro preso in prestito dai Deasonika, la sezione ritmica della band, solida eppure sempre fascinosamente snella come non mai, si fa presto carico, attraverso Davide Cortese (anche coautore dei testi) e Mario Arisci, del fardello più pesante: resistere alle scosse delle tempeste in arrivo (Reseca) e alle claustrofobiche tensioni dell'articolata Apnea. Ma il combo sabaudo non è solo né viene abbandonato a sé stesso. I Sikitikis al completo giungono in soccorso dei compagni prestando la loro esperienza in Per Essere Viva; la tromba di Luigi Napolitano rischiara Un Istante mentre Franz Goria, altro spirito affine, duetta in Sono Anche Notte. Alti livelli dall'inizio a L'Ultimo Giorno, dunque. E se ciò può aver stupito al primo ascolto del platter, dal secondo in poi viene spontaneo lasciarsi travolgere dal corso degli eventi. E Cosa Rimane dopo tutto questo alternative rock dalle pulsioni nere come la pece? Una cosa sola. La consapevolezza di aver raggiunto, dopo un lungo peregrinaggio iniziatico, la terra promessa a lungo vagheggiata ed inseguita. Finalmente, dove il cielo si sposa col mare lascio pensieri di poco valore. Eppure, per essere vivi, non ci basterà respirare.

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