sabato 7 aprile 2012

LA TESTA DENTRO
Micol Martinez
- Discipline - 2012

Grande acquisto in casa Discipline quello della sempre sorprendente Micol Martinez. Occhi (e orecchie, è proprio il caso di dire) lungimiranti vollero scritturare a ragione la giovane cantautrice, attrice, deejay e pittrice lomellese intravedendo in lei la stoffa necessaria per imbastire un progetto duraturo nel solco della tradizione (indie) folk rock italiana, sulla scia delle ormai meritatamente classiche Cristina Donà, Nada e Paola Turci. Da COPENHAGEN a LA TESTA DENTRO il risultato ottenuto è quell'equilibrio tra note e parole già intravisto nel cd d'esordio, ma che solo ora viene realmente messo a fuoco grazie all'intervento decisivo dell'imprescindibile Luca Recchia, produttore artistico già apprezzato in compagnia di Cesare Basile due anni fa, comandante in capo sempre in cabina di registrazione oggi, al fianco di Guido Andreani, e polistrumentista di valore. "È un album più diretto, più nudo e che non necessitava di decori. A mio avviso più incisivo del precedente, ma anche più vario e “divertito” sia per quello che riguarda i testi che per quanto riguarda la scrittura musicale e la produzione artistica" ha avuto modo di commentare la stessa Martinez a proposito della sua seconda fatica. Brani essenziali come Haggis (La Testa Dentro) hanno la malinconia di un Vasco Brondi meno cerebrale e prolisso, aprono al contempo uno sguardo su mondi sonori in parte nuovi per la loro autrice e si muovono su un terreno rock sempre estremamente orecchiabile, puntellato dalla piacevole trama acustica "stoppata" di Giovanni Calella. Discorso tendenzialmente simile può essere fatto per il liricismo intimista de Questa Notte per la quale Micol viene coadiuvata dal già citato Recchia, a suo agio tanto al piano quanto al basso. Desta attenzione con la sua sonorità avvolgente la decisa 60 Secondi, tributo all'amore amato, eterno e reale, che si rinnova impetuoso ad ogni incontro senza mai consumarsi né estinguersi. Una profondità calexicana affiora quindi ne L'Alveare grazie alle chitarre dell'onnipresente Calella e alle tromba sudamericana di Raffaele Kohler, già noto al grande pubblico per le collaborazioni con Afterhours e Vinicio Capossela in primis e colonna portante dei brillanti Ottavo Richter. "Luci e ombre nette, questa volta". Tutto è molto d'atmosfera e articolato come dimostra l'incantevole Sarà D'Inverno, protest song in salsa padana, sogno irrealizzabile che si materializza allorquando musica e testo prendono vita dagli spartiti. Forse un poco sottotono risulta l'impennata rock de Nel Movimento Continuo che si fa comunque apprezzare per le inserzioni malate di violino affidate a Marco Sica, protagonista discreto sia nel successivo intreccio ritmico di A Filo D'Acqua, a sua volta apocalittica visione di un mondo dopo il mondo, sia nel trillo legato ad un amore passato cantato in Coprimi Gli Occhi. Chitarra e voce chiudono brillantemente il lotto impossessandosi di Un Nome Diverso. Personaggio ancora da scoprire completamente, ma dalle indubbie doti artistiche, Micol Martinez ha tutte le carte in regola per ritagliarsi uno spazio non piccolo all'interno della scena cantautorale, forte della costante crescita compositiva ed espressiva manifestata nella sua fin qui breve carriera discografica. Darle credito è il minimo che si possa fare. Lasciarci affascinare dalla sua bravura il non plus ultra.



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