martedì 17 aprile 2012

PADANIA

PADANIA
Afterhours
- Germi - 2012

Non-finito. Un non-finito michelangiolesco capace di bastare a sé perché compiuto nella sua inesausta tensione verso l'alto. Così si presenta nell'Anno Domini 2012 PADANIA, il nuovo atteso caposaldo della discografia afterhoursiana, destabilizzante monolite alternative, concept album della mente, imprescindibile successore del transitorio I MILANESI AMMAZZANO IL SABATO e atteso punto di partenza alla ricerca di nuove strade sonore e comunicative. Una porta aperta, anzi un cancello spalancato da casa Agnelli sul futuro nebuloso e sul presente desolato dei giorni nostri ben rappresentati dallo scenario fangoso e innevato fotografato in copertina. Prodotto direttamente dal sciùr Manuel, in collaborazione con Tommaso Colliva che si è occupato pure delle registrazioni tra Como e Milano, il nono album in studio della band milanese è annunciato dalla dirompente potenza sonora di La Tempesta È In Arrivo e dalla più canonica title track, perfetta metà complementare a Il Paese È Reale e raro esempio di canzone tout court del platter. Poi sono caos e delirio sonoro totale. Controllati e voluti. Se tecnicamente gli Area, l'international POPular group per eccellenza, e Demetrio Stratos restano inarrivabili in Italia e nel mondo, l'opener Metamorfosi omaggia nei vocalizzi lo scomparso cantante italo-greco, senza scimmiottamenti, dando il la a un vorticoso percorso artistico aperto a contaminazioni continue (la splendida Tarantella All'Inazione di qualche anno fa docet) che molto deve alle scorribande sonore compiute negli ultimi anni da Agnelli e dall'imprescindibile Xabier Iriondo assieme al folletto  di scuola Can Damo Suzuki, folgoranti happening di improvvisazione sperimentale realizzati in Italia a cui hanno partecipato pure l'ex Enrico Gabrielli, qui preziosa guest star in un paio di episodi, e Rodrigo D'Erasmo. Tensione muscolare e trasversalità dunque. Mattatore, un po' a sorpresa a dire il vero, seppure già galvanizzato dal ritorno di Iriondo in sede live, è tuttavia il solitamente compassato Giorgio Ciccarelli, da qualche tempo leader dei brillanti Maciunas, diavolo a quattro in stato di grazia su PADANIA, coautore di quasi 2/3 delle musiche e protagonista di prove maiuscole sulle "sue" Io So Chi Sono, in compagnia dei figli Michele e Teresa sulle note del sax baritono di Domenico Mamone, e Fosforo E Blu, in trio con Agnelli e il rigoroso Giorgio "metronomo umano" Prette, così come sulla ballad Nostro Anche Se Ci Fa Male. Spiazzante, Terra Di Nessuno agita i sonni e le certezze sedimentate da anni; straordinaria la cacofonia free di Ci Sarà Una Bella Luce, tra le migliori summe del lavoro nella sua disturbante vigoria plastica, con ancora un illuminato Ciccarelli sugli scudi. Provata un paio di volte in uno stato embrionale durante il tour europeo dello scorso anno, apparsa per un brevissimo periodo on line in quella forma grezza, Spreca Una Vita è dissonante tale e quale ce la ricordavamo, migliorata ovviamente nelle liriche, allora in finto inglese. Giù Nei Tuoi Occhi avrebbe potuto ospitare la follia avant-garde di Buckethead se solo non ci fossero già gli assoli del duo Agnelli-Iriondo. Le iene tornano a ridere stridule nei violini disseminati in Costruire Per Distruggere con D'Erasmo che si ritaglia ulteriore spazio nell'intermezzo Iceberg, introduzione orchestrale alla sbilenca e volutamente "stonata" La Terra Promessa Si Scioglie Di Colpo con cui il nastro della memoria si riavvolge rapidamente fino a riportarci ai tempi de Mi Trovi Nuovo e Il Mio Ruolo, in un nuovo tributo (forse) all'amico Edda. C'è tempo per due messaggi promozionali (esilarante il #2) utili per rifiatare e dare un attimo di requie all'ascoltatore, sicuramente disorientato dal lavoro della maturità degli Afterhours, per nulla immediato, ma assolutamente duraturo. La curiosità ora è per la sua trasposizione in sede live. Sarà quella la sfida nella sfida perché i veri Artisti, lo sappiamo, camminano sempre davanti al proprio pubblico, incuranti di compiacerlo o meno. Anche in questi anni di crisi globale il genio non conosce né ostacoli né barriere di spazio e tempo. Spetta a noi recepirlo. Bentornati.

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