giovedì 25 dicembre 2014

...SI ASPETTA L'INVERNO...

...SI ASPETTA L'INVERNO...
ManzOni
- autoproduzione - 2014

Ho capito che questo è il tempo dei commiati. Non una lacrima deve scendere; solo il cuore potrà liberamente piangere. Ma più avanti, in un altro momento. Gli spiriti affini che non hanno una provenienza geografica comune né tantomeno secondi fini, si intendono con poche parole e pochi sguardi. Sanno cogliere nel dettaglio l'essenza dell'universalità. Si capiscono e si rispettano. Non si curano delle apparenze, ma badano al sodo. Osservano. Si interrogano. Riflettono. E restano affascinati dalla vita. Sempre. Qualunque cosa essa riservi. ...SI ASPETTA L'INVERNO... non è una resa. È anzi l'ennesima risposta veemente ad un bisogno naturale di guardare oltre l'orizzonte sensibile. È il grido forse non così rabbioso come un tempo, ma incommensurabilmente più forte e diretto. È la sete di verità che brucia la gola. Chi si ferma troppo è perduto; per questo noi siamo sempre in viaggio. Più passano i giorni, i mesi, gli anni, più nostro malgrado diventiamo i protagonisti del tempo che fugge. Lentamente intorno a noi scompaiono sorrisi cari e volti familiari. Dopo pochi giri di ruota ci ritroviamo in prima fila, soldati scelti di una guerra persa in partenza come tutti coloro che ci hanno semplicemente preceduto nel viaggio. È allora che ci inganniamo. Quando crediamo di combattere il Nulla riscaldandoci di fronte a un buon bicchiere di vino in compagnia; nei racconti con gli amici dopo essere andati per funghi; nell'animosità delle discussioni politiche e delle diatribe religiose; di fronte alla bellezza di un amore, eterno solo fino a quando non morirà. È questa la vita già immaginata tanto tempo fa da tutti. Non siamo impreparati: semplicemente, lottiamo nell'illusione di un finale diverso che non verrà. Più strumentale rispetto alle precedenti uscite il terzo album manzOniano racconta la vita nel suo aspetto più crudo e umano insieme, travolgente nel canto che non soccombe alla distorsione delle chitarre, ma che sa adeguarsi alle circostanze sparendo se e quando necessario. L'assenza di Ummer Freguia si sente, ma è una sorta di ritorno al passato, funzionale come sempre alla buona riuscita del lavoro finale della band. Una band che concede emozioni e stupisce anche quando butta le ultime fertili sementi. Il palloncino rosso che tanto ci aveva fatto sognare è ormai un punto lontano nel cielo terso di questa pungente giornata dicembrina infatti; la leggerezza del suo stato non è più parte di noi. Un brivido mi assale alla lettura dello scarno comunicato stampa che accompagna questo ...SI ASPETTA L'INVERNO.... Mentre le note e le parole di Vittorio accompagnano immagini d'altri tempi aggiustiamo la respirazione dopo un'ultima scarpinata fatta a pieni polmoni su nel bosco. È il regalo di Natale. E il saluto definitivo di una grande band. Si resta sempre così, senza parole davanti a quelle passionali di Tenca e rispetto a quanto espresso visceralmente dai ManzOni. In loro c'è tutto quello che va ricercato nella Musica. Quella vera, schietta e sincera. Alta, ma vicina agli strati più bassi e concreti dell'uomo; universale nella sua quotidianità. Brividi, brividi, brividi. Non possono essere gli ultimi. Anche per noi che non ci saremo.

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